Romeow Cat Bistrot: a Roma un ristorante dove si può mangiare vegano circondati da gatti

A Roma un ristorante dove poter gustare ottime pietanze vegane ed etiche rilassandosi insieme ai felini padroni della casa. Ispirato ai “Neko Cafè”, un modello di ristorazione proveniente dal Giappone (“Neko” nella lingua del Sol Levante significa “gatto”) nato per dare la possibilità ai clienti di rilassarsi con i gatti. Nel cuore pulsante della Garbatella, c’è un ristorante dove si gustano piatti e bevande circondati da gatti.
Nel cuore pulsante della Garbatella, c’è un ristorante dove si gustano piatti e bevande circondati da gatti. Sì proprio felini veri che, paciosi tra una portata e l’altra, si avvicinano strusciandosi ai commensali facendo le fusa.
Romeow Cat Bistrot si autodefinisce come “la casa di sei dolcissimi gatti provenienti dalla onlus ‘Luna di Formaggio’ che non vedono l’ora di accoglierti per rendere più dolce la tua permanenza.
Dal momento che sono loro i veri padroni di casa, è importante rispettare i loro spazi, i loro tempi e, soprattutto, i loro pisolini”.
Il ristorante è stato aperto da Valentina e Maurizio, due imprenditori vegani che prima di far questo lavoro erano impiegati una all’AMA e l’altro alle Poste. Una scelta all’apparenza azzardata che si è rivelata col tempo vincente, infatti il posto è molto frequentato anche perché chi viene qui non viene esclusivamente per i gatti, ma soprattutto perché si mangia bene.
Puoi trovare un menù molto variegato e ciò che colpisce è l’enorme valore dato al tempo: la loro missione è infatti quella di condividere uno stile di vita ricercato, attento e consapevole dove si utilizzano prodotti biologici che non implicano alcuna forma di sfruttamento, né umano né animale, l’utilizzo di ingredienti ricercati, costosi e materie prime rispettose dell’ambiente e della salute delle persone. Inoltre è possibile trovare un menù nuovo ad ogni stagione con nuove proposte gourmet, combinazioni e abbinamenti. Il personale è cortese, cordiale e disponibile.
Ho ordinato un ottimo Tacos di mais con crema di pistacchi, misticanza di erbe spontanee, fagioli, pomodorini, salsa guacamole, maionese al pimenton e sale affumicato, davvero ottimo. Mentre mangiavo un gattone è passato sornione vicino rendendo l’atmosfera calda, quasi domestica.
Il “Neko Cafè” è un modello proveniente dal Giappone (“Neko” nella lingua del Sol Levante significa “gatto”) nato per dare la possibilità ai clienti di rilassarsi con i gatti visto che spesso in Oriente i regolamenti condominiali sono piuttosto rigidi e spesso non permettono la presenza di animali in casa. Si è poi diffuso in tutto il mondo e Romeow Cat Bistrot è un appuntamento imperdibile a Roma per chi è a caccia di situazioni particolari da vivere, per chi vuole rilassarsi immergendosi in un’atmosfera tranquilla e vuole gustare cibo raffinato ed etico.
È importante sottolineare che qui i gatti sono trattati con rispetto. Infatti non è possibile scattare fotografie col flash, prenderli in braccio o svegliarli se stanno dormendo.
Per chi volesse andarci, Romeow si trova in via Francesco Negri 15, vicino ad uno dei punti nevralgici della movida romana ed è possibile recarvisi dal martedì alla domenica.

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Lo sapevate? A Roma c’è un ristorante dove mentre si mangia si ricevono anche tanti insulti

Il locale è famoso per gli insulti, improperi e parolacce (da qui il nome) rivolti ai clienti dal personale di servizio e dall'animatore. I camerieri, ad ogni piatto, fanno apprezzamenti e battute rivolte ai clienti; l'animazione musicale con chitarra e fisarmonica consiste in stornelli vernacolari romani, adattati e appesantiti in base al pubblico presente ai tavoli.
Lo sapevate? A Roma c’è un ristorante dove mentre si mangia si ricevono anche tanti insulti.
Sembra uno scherzo e invece è una trovata commerciale spettacolare. Non è semplice mangiare in questo posto perché si sta tutto il tempo a ridere. Cucina tradizionale romana, spettacolo e divertimento assicurati. Alla larga i permalosi: locale piccolo, caldo, da prenotare prima altrimenti difficilmente si trova posto. Da provare almeno una volta nella vita. Il ristorante “Cencio, La Parolaccia” si trova a Roma, al Vicolo del Cinque, zona Trastevere: dal 1941 si differenzia da tutte le altre osterie romane, per il suo particolare intrattenimento folkloristico. L’intrattenimento “volgare” è diventato il loro punto di forza.
Il locale infatti è famoso per gli insulti, improperi e parolacce (da qui il nome) rivolti ai clienti dal personale di servizio e dall’animatore. I camerieri, ad ogni piatto, fanno apprezzamenti e battute rivolte ai clienti; l’animazione musicale con chitarra e fisarmonica consiste in stornelli vernacolari romani, adattati e appesantiti in base al pubblico presente ai tavoli.
Il locale, inizialmente denominato Osteria da Cencio, fu aperto nel 1941 dai coniugi Vincenzo “Cencio” e Renata de Santis, i quali decisero di unire al tradizionale lavoro di ristorazione un intrattenimento basato sulle canzoni folkloristiche romanesche spesso condite da termini piccanti e volgari.
L’operazione fu un successo e così nel 1951 il locale prese ufficialmente la denominazione La Parolaccia e divenne luogo di cene particolari per attori e personaggi dello spettacolo.
La tradizione di famiglia continua, oggi sono i figli di Cencio e Renata a gestire il ristorante e nulla è stato modificato. Insulti e parolacce non sono risparmiati a nessuno, neanche alle signore. Anzi, proprio loro, sono le prime a ricevere apprezzamenti non proprio sottili, anche a sfondo sessuale.
Non consigliato sicuramente a coppie per una serata romantica, non a stranieri che non capirebbero e non a turisti ignari. Sembra proprio di essere a teatro.
Chiaramente bisogna saper stare allo scherzo e accontentarsi del cibo, tipico da osteria. I piatti della tradizione infatti sono semplici e i prezzi abbastanza alti ma lo spettacolo, le gag, le battute valgono sicuramente la spesa.
Grazie alla sua particolarità, La parolaccia ha ispirato ristoranti citati in vari film comici come Made in Italy, Simpatici & antipatici e Fracchia la belva umana (dove è ribattezzato Da Sergio e Bruno – Gli Incivili) o come La banda del trucido con Tomas Milian (qui il ristorante si chiama La pernacchia). Il locale viene citato e utilizzato in alcune scene del film Trastevere (1971), in cui risulta gestito da Nanda, interpretata da Ottavia Piccolo.

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