Ice Club: a Roma il locale interamente fatto di ghiaccio per chi vuole vivere un’esperienza unica

Un locale interamente fatto di ghiaccio nel cuore della Capitale, dove poter gustare ottimi cocktail in una atmosfera unica nel suo genere. Sicuramente un’ottima alternativa visto il caldo di questi giorni.
Un locale interamente fatto di ghiaccio nel cuore della Capitale, dove poter gustare ottimi cocktail in una atmosfera unica nel suo genere. Sicuramente un’ottima alternativa visto il caldo di questi giorni.
Nella comunicazione del sito leggiamo: “Qui all’Ice Club sappiamo che il miglior modo per offrire del ghiaccio è con un cocktail. All’interno del club potrete scegliere uno dei nostri drink, o crearne uno dalla nostra lista con più di 15 differenti vodka aromatizzate, scegliendo tra quella tropicale al cocco o al melone, a quelle più delicate alla pesca o fragola. Inoltre, è per voi disponibile un’ampia gamma di vodka classiche, incluse alcune delle migliori al mondo quali la Belvedere o la Grey Goose. Seduti sulle nostre soffici pelli bianche proverete l’emozione di essere dei veri eschimesi dentro il loro igloo mentre voi e i vostri amici godrete dell’atmosfera senza confronti che è l’Ice Club, con le sue luci e musiche soffuse che vi faranno dimenticare il caos esterno. L’Ice Club è sito nel centro di Roma, ed è l’unico bar di questa categoria in tutta Italia, e ci piace tenerlo fresco importando ghiaccio in blocchi dalla Polonia ogni anno, cambiando l’ambientazione del bar a sua volta. Se solo in visita o se del luogo, siamo sicuri che vi ricorderete della calda atmosfera provata all’ Ice Club negli anni a venire!”.
Frequentato anche da personaggi noti tra cui Raul Bova, Roberta Gemma, Sabrina Impacciatore e Donatella Finocchiaro, è la meta giusta per chi vuole vivere un’esperienza diversa in città.
Anche i bicchieri sono di ghiaccio in modo da farci assaporare la vodka nel suo ambiente naturale e, sembra un gioco di parole, ma è il posto ideale per “rompere il ghiaccio” proprio perché l’atmosfera invita a stare più raccolti. Ci sono anche sculture scolpite nel ghiaccio ed interessanti giochi di luci che rendono questo posto più vicino ad una installazione artistica che a semplice intrattenimento.
Nell’offerta di drink troviamo: “The cocktail Gold”, un delicato equilibrio di liquore al limoncello e Sprite; “the Land Frost”, dolce e pungente, che abbina l’aroma di due bacche: il ginepro e la cranberry americana; “The Northern lights”, mix di vodka, guaranà, ginseng e uno splash di lemonade, il cui nome richiama i freddi colori dei paesi nordici come leggere sfumature dall’azzurro chiaro al blu intenso dei ghiacciai; “The Green Sky” che rimanda alla mente la freschezza della menta e l’effervescenza del limone con un pizzico di ginepro.

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Lo sapevate? A Roma esiste anche un Colosseo quadrato

Uno dei monumenti simboli del quartiere Eur è sicuramente il cosiddetto Colosseo Quadrato (o anche Palazzo Groviera), il cui nome ufficiale è Palazzo della Civiltà Italiana, un grande parallelepipedo composto da 54 archi per lato, con decorazioni esterne di statue ispirate alla mitologia classica e alle allegorie delle virtù del popolo italiano.
Lo sapevate? A Roma esiste anche un Colosseo quadrato.
Uno dei monumenti simboli del quartiere Eur è sicuramente il cosiddetto Colosseo Quadrato, il cui nome ufficiale è Palazzo della Civiltà Italiana, un grande parallelepipedo composto da 54 archi per lato, con decorazioni esterne di statue ispirate alla mitologia classica e alle allegorie delle virtù del popolo italiano.
L’Eur fa parte di un progetto nato per celebrare i 20 anni del regime fascista durante l’Esposizione Universale del 1942: da qui il nome EUR, acronimo di Esposizione Universale Roma. Fu ideato dai più famosi architetti del tempo, tra i quali Marcello Piacentini, e divenne già allora il nuovo centro di potere di Roma, esempio di modernità e progresso.
Il palazzo della Civiltà Italiana, noto anche come palazzo della Civiltà del Lavoro o, appunto Colosseo Quadrato, fu concepito nel 1936 e progettato nel 1937, la sua costruzione iniziò nel luglio 1938 e fu inaugurato, benché incompleto, nel 1940; i lavori si interruppero nel 1943 per poi essere ultimati nel dopoguerra.
L’edificio è a pianta quadrata e si presenta come un parallelepipedo a quattro facce uguali, con struttura in cemento armato e copertura interamente in travertino; presenta 54 archi per facciata (9 in linea e 6 in colonna) e per questo motivo ricevette il soprannome di Colosseo quadrato.
È dichiarato dal MIBAC edificio di interesse culturale ed è quindi vincolato a usi espositivi e museali; da luglio 2013 e fino a tutto il 2028 è concesso in affitto al gruppo di alta moda Fendi.
La commissione esaminatrice — presieduta da Marcello Piacentini — promosse il progetto di Giovanni Guerrini, Ernesto Lapadula e Mario Romano. Sulle quattro testate riporta, scolpita sul travertino che lo ricopre, la dicitura su tre righe in caratteri capitali monumentali romani «un popolo di poeti di artisti di eroi / di santi di pensatori di scienziati / di navigatori di trasmigratori», citazione da un discorso di Mussolini. Il palazzo è alto 60 metri, con una base di 53 metri, poggia su un basamento a gradini.
Negli archi del piano terreno si trovano 28 statue, ciascuna di esse allegorica delle virtù del popolo italiano. Ai quattro angoli del basamento si trovano altrettanti monumenti equestri raffiguranti i Dioscuri, opera di Publio Morbiducci e Alberto Felci.
Con il tempo l’edificio si guadagnò anche il soprannome ironico di Palazzo groviera dai romani, per via della forma delle sue facciate.
Per la sua particolare architettura e il suo richiamo alle forme monumentali della Roma antica, il Palazzo della Civiltà Italiana è stato spesso l’ambientazione, oppure lo sfondo, di produzioni cinematografiche Roma città aperta (1945) di Roberto Rossellini, L’eclisse (1962) di Michelangelo Antonioni, Le tentazioni del dottor Antonio in Boccaccio ’70 (1962) di Federico Fellini, 8½ (1963) di Federico Fellini, Notte prima degli esami (2006) di Fausto Brizzi, Smetto quando voglio – Masterclass (2017) di Sydney Sibilia, e tanti altri.

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