Lo sapevate? Quale è la spiaggia più amata dai Romani?

Sono tante le località amate da chi abita nella Capitale: Torvaianica, Capocotta, Ostia, Castel Porziano, a Sud, Ladispoli, Santa Severa, Santa Marinella a Nord della città. Ma una località su tutte d’estate si anima e triplica i suoi abitanti grazie all’arrivo di numerosi romani che qui hanno la seconda casa: Fregene. Andiamo alla scoperta di questa località molto apprezzata dai Vip romani del passato e di oggi.

Fregene si trova a 29 km da Roma, nel comune di Fiumicino, ed è uno dei centri balneari più noti del litorale romano, luogo ideale scelto dai romani per rilassarsi. Località balneare di livello medio-alto, è anche conosciuta come la perla del litorale laziale, un tempo destinazione preferita dai vip del mondo dello spettacolo e della cultura come Federico Fellini, che qui amava spesso soggiornare; Alberto Moravia, Walter Chiari, Ennio Flaiano, Marcello Mastroianni, Ettore Scola, Giulio Turcato e tanti altri.

Rientra nella riserva naturale Litorale romano. La spiaggia della cittadina si presenta come una distesa di sabbia un po’ scura e particolare ed è lambita dal mare azzurro sempre calmo grazie alla barriera creata dalla darsena. La spiaggia è apprezzata da molti perché pulita e non sovraffollata. Alcuni si lamentano perché i cieli sono molto frequentati da tanti aerei ma il fatto che sia anche adatta ai bambini la rende quasi perfetta.

Fregene è anche un luogo molto amato dagli innamorati: romantico al tramonto e ricco di iniziative di giorno, soprattutto a livello sportivo, qui infatti vengono organizzati diversi tornei di beach volley e tennis.

Le spiagge sono attrezzate con aree dedicate agli sport acquatici e spazi per bambini dove gli animatori degli stabilimenti propongono programmi dedicati. Per lo spuntino giornaliero o il pranzo, non mancano bar e ristoranti.

A trenta minuti dal Centro della Capitale, ecco che si arriva a Fregene conosciuta anche come la “Perla del Tirreno”. La cittadina con due anime, quella estiva più glamour e quella invernale più meditativa. Mai come quest’anno ha attirato tanti romani e turisti sulle sue spiagge e alle sue serate.

Poco cemento armato o strutture invasive, nulla che possa offendere la natura ma teli sulla sabbia, baldacchini di legno, camminamenti di legno, materiali a basso impatto ambientale. Uno spazio, che come molti altri di Fregene, in inverno ritorna spiaggia libera e selvaggia. Parole come “stabilimento” e “lungomuro” qui sono bandite.

I colori che dominano virano sui toni del bianco e del legno, con una strizzata d’occhio all’Africa. Paglia, legno, tessuti morbidi dai colori naturali, arredamento “etno-chic” ricreano atmosfere di terre lontane evocando la sensazione di un viaggio. In questo scenario suggestivo, si celebra ogni sera al tramonto il Rito del Saluto al Sole. Tra l’altro prima del Covid, tutti gli eventi che si svolgevano sulla spiaggia erano tutti accessibili gratuitamente.

Insomma, le spiagge di Fregene sono il posto ideale dove rilassarsi al sole e godere dei piaceri del mare. Qui il litorale offre la possibilità di noleggiare cabine con doccia calda, lettini, ombrelloni, sdraie per chi desidera distendersi in spiaggia, mentre per il divertimento in acqua sono disponibili canoe, tavole da Surf e Sup. Sulla spiaggia gli ombrelloni sono disposti a una distanza tale da garantire la privacy dei visitatori. Se entrare negli stabilimenti della zona è troppo dispendioso, non disperate perché vi sono anche alcune spiagge libere che non hanno nulla da invidiare a quelle a pagamento.

Lo sapevate? Palazzo Farnese, uno dei più belli di Roma, viene anche chiamato “Il Dado”.

Palazzo Farnese è senza alcun dubbio uno dei palazzi più belli di Roma con la splendida Galleria, opera dei fratelli Carracci e del Domenichino. Domina la Piazza Farnese, abbellita da due fontane gemelle. Dal 1871 Palazzo Farnese è sede dell’Ambasciata di Francia. I Romani l’hanno ribattezzato simpaticamente “Il Dado”. La facciata è elegantissima, gli interni raccolgono meraviglie artistiche e architettonica incredibili. Il Palazzo era anche considerato una delle “Quattro meraviglie di Roma”, presumibilmente l’edificio gentilizio più importante della Roma rinascimentale.

Il progetto originario del palazzo si deve ad Antonio da Sangallo il Giovane, per incarico del cardinale Alessandro Farnese (futuro papa Paolo III), che tra il 1495 e il 1512 aveva acquistato il palazzo Ferriz e altri edifici che sorgevano nell’area. I lavori, iniziati nel 1514, si interruppero per il sacco di Roma nel 1527 e furono ripresi nel 1541.
Palazzo Farnese si trova in una piazza, nata dopo, ornata di fontane, che riutilizzano bacini in granito provenienti dalle Terme di Caracalla. La facciata, in mattoni con cantonale in travertino (56 m di lato), si articola su tre piani. Le 13 finestre di ciascun piano presentano differenti decorazioni, e quelle del piano nobile sono coronate da frontoncini alternativamente curvilinei e triangolari.

I restauri condotti nel 2000 hanno evidenziato una decorazione ottenuta con l’uso di mattoni albasi (poco cotti, di colore giallo e particolarmente porosi) e ferraioli (molto cotti, di colore rosso e molto resistenti) in alcune parti della facciata e, in alcuni casi, anche con scialbature di colore. Tali decorazioni tuttavia seguono logiche diverse nella parte destra e in quella sinistra della facciata. Quest’ultima presenta una decorazione geometricamente definita a losanghe, Inoltre nei timpani delle finestre del piano nobile sono presenti degli intarsi floreali, sempre realizzati con mattoni bicromi. La parte destra della facciata è molto meno curata, le losanghe ben definite sono poche e buona parte dei ferraioli sono posti alla rinfusa nella parte alta del piano nobile, nei pressi del cantonale.
Si passa all’interno tramite un vestibolo a tre navate coperte da volta a botte e separate da colonne di ordine dorico in granito rosso.
La decorazione interna è particolarmente raffinata. La “Camera del Cardinale” era stata affrescata già nel 1547 da Daniele da Volterra (fregio superiore), mentre la “sala dei Fasti Farnesiani” fu dipinta da Francesco Salviati tra il 1552 ed il 1556 e completata da Taddeo Zuccari a partire dal 1563.

Ad Annibale Carracci (e ai suoi allievi, tra i quali il Domenichino) si devono gli affreschi dello studio privato detto Camerino Farnese, iniziati nel 1595, e della celeberrima Galleria, decorata con soggetti mitologici realizzati, inizialmente insieme al fratello Agostino, tra il 1597 e il 1607.
Nella sala di Ercole era conservata la statua dell’Ercole Farnese, attualmente al Museo Archeologico Nazionale di Napoli insieme a numerose altre sculture della collezione Farnese. Vi erano inoltre conservate le statue della Pietà e dell’Abbondanza, opera di Giacomo della Porta e destinate inizialmente alla tomba di Paolo III.