Monumenti romani: l’Ara Pacis, lo straordinario altare dedicato da Augusto alla Pace
(PRIMA PUNTATA) L'Ara Pacis è un bellissimo monumento fatto costruire da Augusto nel 9 a.C. ed è dedicato alla Pace, intesa in questo caso come divinità romana. Andiamo a scoprire insieme tutti i segreti e le curiosità di questo bellissimo monumento, uno dei più importanti di Roma, punto altissimo dell’arte classica (dall'aspetto comunque eclettico), che incarna tutta l’abilità e perfezione degli artisti dell’epoca e che ha avuto una storia molto, molto travagliata.
Monumenti romani: l’Ara Pacis, lo straordinario altare dedicato da Augusto alla Pace.
(PRIMA PUNTATA) L’Ara Pacis è un bellissimo monumento fatto costruire da Augusto nel 9 a.C. ed è dedicato alla Pace, intesa in questo caso come divinità romana. Andiamo a scoprire insieme tutti i segreti e le curiosità di questo bellissimo monumento, uno dei più importanti di Roma, punto altissimo dell’arte classica (dall’aspetto comunque eclettico), che incarna tutta l’abilità e perfezione degli artisti dell’epoca e che ha avuto una storia molto, molto travagliata.
L’Ara Pacis, che ora è racchiusa in un museo sul Lungotevere in Augusta, rappresenta artisticamente uno de più alti dell’arte classica romana. La sua costruzione fu votata dal Senato romano nel 13 a.C. per onorare il ritorno di Augusto dalle province di Gallia e di Spagna dove, nel corso di tre anni, l’imperatore aveva vinto e consolidato il potere di Roma e suo personale, aprendo nuove strade e fondando nuove colonie.
L’altare, che di fatto testimonia la volontà imperialistica e di espansione romana, venne edificato lungo la via Flaminia, al confine del Campo Marzio settentrionale, ma la natura alluvionale dell’area e le inondazioni del Tevere, depositando strati di limo sull’area, determinarono ben presto l’interramento dell’Ara, di cui si perse completamente memoria.
Originariamente il monumento era situato in una zona del Campo Marzio, non dove sorge attualmente, ma dove si trova adesso Palazzo Fiano-Peretti-Almagià. L’Ara fu fin dal Secondo secolo d.C., soggetta a danni causati dall’acqua e dall’umidità e si rovinò a tal punto che che ben presto molte sue parti ne risultarono rotte o separate dal corpo principale.
L’ara, già molto rovinata, dovette essere circondata da un muro di mattoni per proteggerla dall’assalto del limo e della sabbia. Per la crescita del fiume, l’altare fu sommerso dal fango, dove rimase per più di un millennio. Soltanto nel XVI secolo si trovarono parte dei resti.
Passarono gli anni e i secoli e la costruzione cadde nel dimenticatoio: nel Medioevo come tanti altri monumenti romani venne utilizzata come cava e molti frammenti furono venduti e separati dal blocco principale (alcuni frammenti finirono al Louvre e a Firenze). Solamente nel 1918 si prese in esame la proposta di riunire i pezzi e restaurare l’Ara.
Nel 1938 si conclusero gli scavi nella zona e furono ricomposte tutte le parti originali fino ad allora ma non tutti i pezzi furono ritrovati.
Per facilitare il recupero dei frammenti dispersi tra musei e collezioni private, nel febbraio del 1938 Vittorio Emanuele III re d’Italia promulgò un apposito decreto affinché venissero concentrati a Roma i frammenti dell’Ara esistenti. Per quelli mancanti vennero usati dei calchi; l’altare fu quindi ricomposto.
L’aspetto originario dell’Ara Pacis è stato ricostruito grazie anche alle raffigurazioni su alcune monete romane.
Adesso l’Ara Pacis è costituita da un recinto quasi quadrato in marmo (m 11,65 x 10,62 x h 3.68), elevato su basso podio, nei lati minori del quale si aprivano due porte, larghe 3,60 metri; a quella anteriore si accede da una rampa di nove gradini; all’interno, sopra una gradinata, si trova l’altare vero e proprio. La superficie del recinto presenta una raffinata decorazione a rilievo, esterno e interno.
Quattro pilastri angolari corinzi, più altri quattro ai fianchi delle porte, sono decorati sull’esterno da motivi a candelabra e lisci all’interno. Essi sostengono l’architrave (interamente ricostruita, senza parti antiche) che, secondo le raffigurazioni delle monete, doveva essere coronata da acroteri laterali.
L’Ara Pacis presenta motivi di origine diversa: l’arte greca classica (nei fregi delle processioni), l’arte ellenistica (nel fregio e nei pannelli), l’arte più strettamente “romana” (nel fregio dell’altare). Un aspetto quindi eclettico. La realizzazione fu certamente opera di botteghe greche (CONTINUA).
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