Intervista a Fulvio Rendhell, medium. Una vita dedicata agli spiriti

Proseguendo la nostra ricerca sulla Roma esoterica, incontriamo per un’intervista il medium Fulvio Rendhell. L’abbiamo conosciuto dal vivo circa 7 anni fa presso il suo suggestivo studio nel viterbese. In quell’occasione parlammo del circolo Navona 2000 che fondò negli anni ’70, dove ci si riuniva alla ricerca di manifestazioni paranormali. Avremmo voluto fare una nuova visita di persona ma abbiamo potuto soltanto effettuare un’intervista telefonica: a causa del coronavirus, infatti, il novantunenne spiritista preferisce non accogliere ospiti dallo scoppio della pandemia.
Proseguendo la nostra ricerca sulla Roma esoterica, incontriamo per un’intervista il medium Fulvio Rendhell. L’abbiamo conosciuto dal vivo circa 7 anni fa presso il suo suggestivo studio nel viterbese. In quell’occasione parlammo del circolo Navona 2000 che fondò negli anni ’70, dove ci si riuniva alla ricerca di manifestazioni paranormali. Avremmo voluto fare una nuova visita di persona ma abbiamo potuto soltanto effettuare un’intervista telefonica: a causa del coronavirus, infatti, il novantunenne spiritista preferisce non accogliere ospiti dallo scoppio della pandemia.
In seguito alle narrazioni di apparizioni ectoplasmiche, presto il circolo Navona 2000 diviene un luogo che desta la curiosità e la partecipazione di molte persone anche piuttosto note.

James Randi, illusionista, è noto per la One Million Dollar Paranormal Challenge, un premio di un milione di dollari che era disponibile per chiunque fosse stato in grado di mostrare, in condizioni scientificamente controllate, un qualsiasi fenomeno paranormale di qualunque tipo. Nel 2015 il premio è stato cancellato e nel 2020 Randi è morto. Nessuno finora è mai stato in grado di dimostrare nulla e quindi di ritirare il premio. Davanti a questa evidenza, abbiamo chiesto a Daniela M., occultista, di darci una spiegazione. La sua risposta è stata la seguente: “Chi è davvero vicino al mondo esoterico non ne ha bisogno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Lo sapevate? A Napoli c’è una chiesa che assomiglia molto alla basilica romana di San Pietro

La chiesa di Capodimonte viene definita dai napoletani "una piccola San Pietro". La basilica è stata costruita negli interni e negli esterni sul modello della Basilica di San Pietro a Roma. Andiamo a visitare idealmente questa chiesa così famosa a Napoli.
Lo sapevate? A Napoli c’è una chiesa che assomiglia molto alla basilica romana di San Pietro.
La chiesa di Capodimonte viene definita dai napoletani “una piccola San Pietro”. La basilica è stata costruita negli interni e negli esterni sul modello della Basilica di San Pietro a Roma. Andiamo a visitare idealmente questa chiesa così famosa a Napoli.
La basilica dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio e Regina della Cattolica Chiesa si trova in zona Capodimonte ed è stata realizzata su modello della basilica di San Pietro a Roma sia negli esterni (compresa la cupola) che negli interni, tanto come detto da essere anche conosciuta come “La piccola San Pietro”.
La chiesa è molto vicina al Real Bosco di Capodimonte, tanto che dal belvedere del parco reale si può ammirare la sua maestosa cupola.
Nel piazzale della basilica vi è l’entrata monumentale alle catacombe di San Gennaro, rappresentata da un grande busto del santo alto più di 4 metri, per quindici quintali di peso; l’opera, la più grande del suo genere presente in città, è stata realizzata da Lello Esposito. Accanto al busto, a destra, la fontana della Duchessa, detta così perché voluta dalla duchessa Elena d’Aosta.
La chiesa fu fortemente voluta da Maria di Gesù Landi.
Nata a Napoli il 21 gennaio 1861, già da bambina mostrò fervide vocazioni spirituali. Si distinse per la sua grande devozione e fu molto amata dal popolo napoletano a seguito di due miracoli.
La costruzione della basilica, su progetto dell’architetto Vincenzo Veccia, è durata quarant’anni, dal 6 gennaio 1920, quando fu posata la prima pietra, al 26 aprile 1960, giorno della solenne consacrazione, celebrata dal cardinale Alfonso Castaldo. Tuttavia la basilica era fruibile al culto già da vari anni prima della consacrazione.
Maria di Gesù Landi morì il 26 marzo 1931, tuttavia la sua scomparsa non portò all’interruzione dei lavori, che anzi proseguirono. Il 12 giugno 1938 l’effigie della Madre del Buon Consiglio fu portata all’interno della basilica ancora in costruzione.
Nel gennaio del 1980 papa Giovanni Paolo II l’ha elevata alla dignità di basilica minore.
La cultura popolare vuole che durante il sisma del 1980 il busto marmoreo raffigurante la Madonna posto sulla sommità della facciata si staccò, cadendo in piedi e senza subire danni. In realtà la statua, a figura intera, si divise in due parti e la parte superiore, il busto, cadde dal frontone della chiesa sulla scalinata senza ferire nessun passante e si spezzò a sua volta in due parti, il torso (con il Bambino in braccio) e la testa. Una lastra di pietra posta all’ingresso della basilica ricorda l’evento e le vicende successive.
Il tempio ha custodito momentaneamente dipinti provenienti da altre chiese della città dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980. Inoltre possiede opere provenienti da chiese in passato demolite o pericolanti. Il più chiaro esempio è dato dalle otto statue raffiguranti gli Apostoli poste sul settecentesco altare maggiore, sei delle quali sono opera di Michelangelo Naccherino, mentre le rimanenti due sono opere di Pietro Bernini e Francesco Cassano. Sono tutte provenienti dalla demolita chiesa di San Giovanni dei Fiorentini al rione Carità.
Sulla controfacciata sono presenti l’Incoronazione della Vergine di Giovanni Battista Beinaschi, proveniente dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie a Caponapoli, al centro, a sinistra la Natività di Giovanni Balducci, a destra la Deposizione di Marco Pino. Nelle cappelle e nelle navate laterali sono visibili importanti quadri come Sant’Antonio di Carlo Sellitto, proveniente dalla demolita chiesa di San Nicola alla Dogana, Santa Maria Maddalena della scuola di Andrea Vaccaro, l’Estasi di san Nicola di Giuseppe Simonelli, proveniente dalla chiesa di San Nicola dei Caserti, una Vergine attorniata da apostoli della scuola di Fabrizio Santafede. Anche molti elementi architettonici quali altari e paliotti sono provenienti da altre chiese.
Alcune cappelle ospitano le tombe delle principesse di casa Savoia e duchesse d’Aosta Elena e Anna d’Orléans.

© RIPRODUZIONE RISERVATA