Lo sapevate? La comunità ebraica di Roma è la più antica al Mondo
La comunità ebraica di Roma è considerata la più antica al mondo: se ne conosce infatti l'esistenza sin dal II secolo avanti Cristo. In quel periodo molti degli ebrei arrivavano a Roma come schiavi, provenienti dalla Palestina che era già sotto il dominio romano. In quel periodo la presenza degli ebrei a Roma era accettata di buon grado e la convivenza con i romani era molto pacifica. Per diversi secoli gli Ebrei abitarono le zone di Trastevere, e solo dopo l’anno 1000, per esigenze di carattere pratico, cominciarono a migrare verso l’Isola Tiberina e la sponda sinistra del fiume Tevere, in un’area compresa fra il fiume, Sant’Angelo in Peschiera, San Tommaso a Monte Cenci e San Gregorio al Ponte Quattro Capi, che cominciò ad essere chiamato “Pons Judaeorum”. L’area, che ben presto venne cinta da mura, si estendeva su poco più di un ettaro di terreno. Il ghetto di Roma, conosciuto anche come il quartiere ebraico, è uno dei più antichi al mondo ed è nato circa 40 anni dopo quello di Venezia, che storicamente fu il primo. Si trova nel pittoresco rione Sant'Angelo, dove sorge anche l'isola Tiberina. Andiamo alla scoperta della storia della comunità ebraica romana.
Lo sapevate? La comunità ebraica di Roma è la più antica al Mondo.
La comunità ebraica di Roma è considerata la più antica al mondo: se ne conosce infatti l’esistenza sin dal II secolo avanti Cristo. In quel periodo molti degli ebrei arrivavano a Roma come schiavi, provenienti dalla Palestina che era già sotto il dominio romano.
In quel periodo la presenza degli ebrei a Roma era accettata di buon grado e la convivenza con i romani era molto pacifica.
Per diversi secoli gli Ebrei abitarono le zone di Trastevere, e solo dopo l’anno 1000, per esigenze di carattere pratico, cominciarono a migrare verso l’Isola Tiberina e la sponda sinistra del fiume Tevere, in un’area compresa fra il fiume, Sant’Angelo in Peschiera, San Tommaso a Monte Cenci e San Gregorio al Ponte Quattro Capi, che cominciò ad essere chiamato “Pons Judaeorum”.
L’area, che ben presto venne cinta da mura, si estendeva su poco più di un ettaro di terreno.
Il ghetto di Roma, conosciuto anche come il quartiere ebraico, è uno dei più antichi al mondo ed è nato circa 40 anni dopo quello di Venezia, che storicamente fu il primo. Si trova nel pittoresco rione Sant’Angelo, dove sorge anche l’isola Tiberina. Andiamo alla scoperta della storia della comunità ebraica romana.
Il termine deriva dal nome della contrada veneziana, gheto, dove esisteva una fonderia (appunto gheto in veneziano), dove gli ebrei di quella città furono costretti a risiedere. Un’altra possibile etimologia fa risalire l’origine di questa parola all’ebraico ghet, che significa separazione.
La zona che i romani oggi indicano come “ghetto” è delimitata da Via Arenula, Via dei Falegnami, Via de’ Funari, Via della Tribuna di Campitelli, Via del Portico d’Ottavia e Lungotevere de’ Cenci. Il ghetto storico era, invece, molto più ristretto e situato, pressappoco, tra le attuali via del Portico d’Ottavia, piazza delle Cinque Scole ed il Tevere.
Il 12 luglio del 1555 il papa Paolo IV revocò tutti i diritti concessi agli ebrei romani ed ordinò l’istituzione del ghetto, chiamato “serraglio degli ebrei”, facendolo sorgere nel rione Sant’Angelo. La comunità ebraica nell’antichità classica viveva nella zona dell’Aventino e in Trastevere.
Oltre all’obbligo di risiedere all’interno del ghetto, gli ebrei, dovevano portare un distintivo che li rendesse sempre riconoscibili: un berretto gli uomini, un altro segno di riconoscimento le donne, entrambi di colore celeste. Inoltre, veniva loro proibito di esercitare qualunque commercio ad eccezione di quello degli stracci e dei vestiti usati.
Le vicende degli ebrei a Roma andarono avanti, tra alti e bassi, e nel 1870 il ghetto fu abolito.
Dopo il 20 settembre 1870, gli ebrei romani hanno stabilito la loro residenza anche in altre zone della città, pur mantenendo un attaccamento particolare per la vecchia area del ghetto.
Nel 1888, con l’attuazione del nuovo piano regolatore della capitale, buona parte delle antiche stradine e dei vecchi edifici dell’ex ghetto, malsani e privi di servizi igienici, furono demoliti. Nel 1889 venne indetto un concorso per la costruzione della nuova sinagoga. I lavori, iniziati nel 1901, terminarono nel 1904 ed il 29 luglio il Tempio Maggiore di Roma fu inaugurato.
Il 16 ottobre 1943, i nazisti effettuarono una retata nell’ex ghetto. Furono catturati oltre mille ebrei (un censimento fu fatto anni prima dal Governo Mussolini). Reparti delle SS sequestrarono numerose persone, soprattutto in via del Portico d’Ottavia. Da uno dei due palazzi rinascimentali della via, al numero civico 13, chiamato “il portonaccio”, furono prelevate a forza molte persone.
I prigionieri furono rinchiusi nel Collegio Militare di Palazzo Salviati in via della Lungara. Trasferiti alla stazione ferroviaria Tiburtina, furono caricati su un convoglio composto da 18 carri bestiame. Il convoglio, partito il 18 ottobre, giunse al campo di concentramento di Auschwitz il 22. Dei 1023 deportati, soltanto 16 riuscirono a sopravvivere.
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