Lo sapevate? A Montecitorio la prima Camera dei Deputati fu dichiarata inagibile e venne abbandonata

Lo sapevate? A Montecitorio la prima Camera dei Deputati fu dichiarata inagibile e venne abbandonata. Palazzo Montecitorio è un edificio storico che si affaccia su piazza del Parlamento da un lato e su piazza di Monte Citorio dall’altro, in cui ha sede la Camera dei deputati della Repubblica
Lo sapevate? A Montecitorio la prima Camera dei Deputati fu dichiarata inagibile e venne abbandonata.
Palazzo Montecitorio è un edificio storico che si affaccia su piazza del Parlamento da un lato e su piazza di Monte Citorio dall’altro, in cui ha sede la Camera dei deputati della Repubblica Italiana.
La Camera dei deputati nel sistema politico italiano, è una delle due assemblee legislative o camere, insieme al Senato della Repubblica, che costituiscono il Parlamento italiano.
La storia del palazzo ha inizio nel 1653 quando Innocenzo X commissionò a Gian Lorenzo Bernini la realizzazione di una residenza per la famiglia Ludovisi.
C’è chi ritiene che in epoca romana vi si svolgessero le assemblee elettorali (da cui mons citatorius). Il progetto del Bernini simula un edificio costruito nella viva roccia. I lavori subirono un brusco rallentamento nel 1654 e furono ripresi dall’architetto Carlo Fontana che conservò la caratteristica facciata convessa aggiungendovi il campanile a vela e modificò il progetto dell’ingresso. Ospitò i tribunali pontifici e fu anche sede del Governatorato di Roma e della direzione di polizia.
Con il Risorgimento, Palazzo Montecitorio fu espropriato dal Regno d’Italia e destinato a ospitare la Camera dei deputati.
Il compito di edificare l’aula dell’assemblea fu affidato a Paolo Comotto.
Comotto venne nominato direttore dei lavori, ricevette l’incarico di progettare un’aula provvisoria (e più tardi una biblioteca) dentro il palazzo di Montecitorio. I disegni vennero approvati nel febbraio 1871, ma a causa dei molti appalti da stipulare, della manodopera non specializzata, dei difetti e ritardi di consegna, l’opera fu completata solo nel novembre del 1871.
La struttura dell’aula era in legno trattato con un sistema antincendio, coperta con lastre di zinco ed illuminata da un gran lucernario al centro. Il collaudo fu positivo ma le critiche feroci: costo eccessivo, sordità dell’aula, pericolo di incendio dovuto alle condutture del gas, correnti d’aria, il colore che era stato previsto in rosso pompeiano era risultato uno smorto sangue di bue e veniva ribattezzato “rosso Comotto” e poi cambiato in un grigio cinerino. L’ingegnere venne compensato con 3.000 lire e con un orologio donato dal presidente; fra i complimenti anche quelli del vecchio Promis (che non erano mancati anche per il precedente progetto fiorentino) che giudicò l’aula “buona composizione, soprattutto nella porzione rettilinea; nell’emiciclo si potrebbe desiderare un po’ più di sveltezza nelle colonne…”. I difetti si trasformarono presto in pericolo; pochi anni dopo cadevano calcinacci, c’era un “fastidioso schioppettio dei tubi e delle lastre”, il legno era marcito a causa della pioggia.
La nuova aula si dimostrò tuttavia inadeguata, dotata di una pessima acustica, freddissima d’inverno e troppo calda d’estate. A causa di infiltrazioni d’acqua, fu dichiarata pericolante e chiusa nel 1900.

L’Aula Comotto. all’interno del cortile Il cortile interno. riportato all’originale sistemazione.
La prima Aula, progettata da Paolo Comotto e inaugurata nel 1871, si dimostrò presto inadeguata e i lavori dell’Assemblea furono trasferiti in un’Aula provvisoria in attesa di una sistemazione definitiva. La nuova aula, progettata da Ernesto Basile, fu solennemente inaugurata il 20 novembre 1918. Quella data coincideva con la vittoria nella Prima Guerra mondiale. Prima l’Aula, in ferro e legno, opera dell’ingegnere Comotto, era ospitata dall’attuale cortile, con i comprensibili inconvenienti logistici: licenza di cappello e cappotto per contrastare i rigori dell’inverno, mentre la cerimonia del Ventaglio – occasione di saluto della Stampa parlamentare, la cui Associazione celebra quest’anno il medesimo compleanno – nasceva dall’esigenza di fare fronte al caldo estivo.
Solo nel 1918 fu inaugurata la sede definitiva nel Palazzo Montecitorio.
I lavori di ampliamento del palazzo furono affidati all’architetto palermitano Ernesto Basile, che costruì un nuovo edificio alle spalle dell’originale. Basile mantenne infatti solo la parte frontale del palazzo berniniano, riducendo il cortile e demolendo le ali e la parte posteriore, innalzando, sulla piazza del Parlamento, il nuovo corpo con quattro torri angolari rivestite in mattoni rossi e travertino. All’interno collocò l’aula delle sedute, illuminata da un lucernario in vetro colorato in stile liberty, il famoso Velario di Giovanni Beltrami.
Sotto il velario fu posto un fregio pittorico, che circonda l’aula in alto, di Aristide Sartorio, dedicato alla storia del popolo italiano.
A Basile si deve anche il grande salone detto “Transatlantico”, lungo e imponente, caratterizzato da un pavimento in marmo siciliano, che deve la curiosa denominazione all’arredo tipico delle grandi navi d’inizio Novecento.
Palazzo Montecitorio è un edificio storico che si affaccia su piazza del Parlamento da un lato e su piazza di Monte Citorio dall’altro, in cui ha sede la Camera dei deputati della Repubblica Italiana.

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