Lo sapevate? In via Nomentana c’è una targa che ricorda il grande cantante Rino Gaetano

Lo sapevate? In via Nomentana c’è una targa che ricorda il grande cantante Rino Gaetano. A Roma, in via Nomentana Nuova, al civico 53 c’è una targa che ricorda l’autore di “Gianna” e “Ma il cielo è sempre più blu”,
Lo sapevate? In via Nomentana c’è una targa che ricorda il grande cantante Rino Gaetano.
A Roma, in via Nomentana Nuova, al civico 53 c’è una targa che ricorda l’autore di “Gianna” e “Ma il cielo è sempre più blu”, che in quel palazzo ha vissuto fino al 1981, anno della sua morte. Qui il ricordo del suo bellissimo periodo romano, la famiglia, gli amici, il bar e la musica.
La targa, inaugurata nel 2011, a trent’anni dalla sua scomparsa, si trova all’angolo con via Val d’Ossola, nel quartiere Delle Valli, zona Monte Sacro, e recita «Qui è vissuto dal 1970 al 1981 Rino Gaetano, grande autore e interprete della canzone italiana. Ma il cielo e sempre più blu».
Al civico 53 la madre di Rino, Maria, che lì faceva la portinaia, viveva dal 1970 con il marito e il resto della famiglia, il figlio, e la sorella maggiore di Rino, Anna. La mamma era una donna amorevole. Per consentire al figlio di suonare era andata via da via Cimone, dove abitavano, perché lì non era possibile esercitarsi in casa. Per un po’ abitarono nel sottoscala, poi presero un appartamento sopra, per stare più comodi.
Rino Gaetano, all’anagrafe Salvatore Antonio Gaetano viene ricordato per la sua voce ruvida, per l’ironia e i profondi testi caratteristici delle sue canzoni, nonché per la denuncia sociale spesso celata dietro testi apparentemente leggeri e disimpegnati.
Nacque a Crotone il 29 ottobre del 1950 in una famiglia originaria della cittadina limitrofa di Cutro. In famiglia era spesso chiamato “Salvatorino”, ma la sorella preferiva il diminutivo Rino che, con il tempo, soppiantò nell’uso il nome di battesimo.
Nel marzo del 1960, quando l’artista aveva appena dieci anni, la famiglia si trasferì a Roma per motivi legati al lavoro dei genitori.
Si stabilirono nel quartiere di Monte Sacro. Gaetano morì il 2 giugno 1981, da lì a poco si sarebbe dovuto sposare con Amelia, la sua fidanzata. Stavano finendo di costruire casa a Mentana. Una bella villetta con la terra intorno.
Il 4 giugno si tennero i funerali nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù, quella in cui Gaetano avrebbe dovuto sposarsi. Ci fu una grande partecipazione, dal quartiere, come dagli amici più cari.
Era un ragazzo con un’intelligenza viva e un grande estro, ma non si metteva mai in mostra. In gruppo al bar del Barone, lì vicino, dove si vedeva con Bruno Franceschelli, non amava stare al centro dell’attenzione. Per lui parlavano i suoi dischi.
Ancora oggi, a via Nomentana 355, un altarino popolare, fatto di foto sbiadite, frasi ricordo e fiori secchi, ricorda il punto in cui Rino si schiantò contro un camion. Probabilmente per un collasso, perse conoscenza e invase la corsia opposta. L’impatto non fu però mortale. il cantautore doveva essere operato d’urgenza, ma ben cinque ospedali rifiutarono il suo ricovero perché non avevano posto o non erano attrezzati.
Per uno strano caso del destino le parole de La ballata di Renzo, una canzone scritta da lui oltre dieci anni prima si rivelarono profetiche. Il brano racconta la storia di un ragazzo di nome Renzo che muore dopo un incidente perché non accolto dagli ospedali nei quali fu portato.

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