Una nuova vita per un bene confiscato: la biblioteca “Cristiano Censi” come simbolo di rigenerazione culturale.
Nel cuore pulsante di Roma, un importante passo verso la valorizzazione dei beni confiscati alla criminalitĂ organizzata è stato compiuto con l’approvazione da parte della Giunta Capitolina della concessione d’uso gratuito dell’immobile situato in via della Mercede 12A.
Questo edificio, che ha una storia segnata dall’illegalitĂ , sarĂ trasformato dall’associazione Teatro Azione, risultata vincitrice della procedura pubblica indetta dal Dipartimento Valorizzazione del Patrimonio e Politiche Abitative, in un prezioso polo culturale e spazio di legalitĂ : la Biblioteca “Cristiano Censi”.
La Biblioteca porta il nome di Cristiano Censi, fondatore nel 1983, insieme a Isabella Del Bianco, della storica scuola di recitazione romana Teatro Azione. Quest’ultimo ha l’obiettivo di rispondere a esigenze culturali e civiche attraverso un progetto che si distingue per la sua aspirazione alla rigenerazione morale e civile. La biblioteca non sarĂ solamente un luogo di consultazione e lettura, bensì un presidio culturale dedicato alla memoria e all’educazione civica.
All’interno di questa iniziativa, speciale attenzione sarĂ riservata a due sezioni: una dedicata agli autori italiani del Novecento, spaziando da Pirandello a De Filippo, da Dario Fo a Carmelo Bene, e l’altra focalizzata sulle correnti europee moderne, comprendendo nomi illustri come Brecht, Beckett, Ionesco, Pinter, Genet e Lorca. Ciò costituirĂ una panoramica significativa della scena teatrale del XX secolo, rendendo la biblioteca un punto di riferimento per studiosi, appassionati e semplici curiosi del teatro.
Teatro Azione, che gestirà direttamente la biblioteca, prevede inoltre un ricco calendario di eventi civico-culturali. Questi saranno incentrati su temi cruciali quali rappresentanza, partecipazione democratica ed etica pubblica, che si intrecciano con la lunga tradizione dell’associazione nella formazione artistica e umana.
La Biblioteca “Cristiano Censi” si configurerà quindi come una biblioteca pubblica e gratuita, specializzata nelle arti performative e visive, drammaturgia, letteratura e comunicazione. Gli organizzatori sognano di riconnettere la cultura alla formazione civica, trasformando un bene confiscato, simbolo dell’illegalità , in un luogo di conoscenza e dialogo. Al suo interno, gli utenti troveranno oltre 1000 volumi che spaziano da testi teatrali a saggi di psicologia, regia e comunicazione, molti dei quali sono rari o in lingua originale, dimostrando così l’impegno per l’accessibilità culturale.
Ma non finisce qui. La Biblioteca custodirà anche materiali storici di notevole valore documentale, tra cui numeri originali della rivista di critica teatrale Il Dramma, risalenti agli anni Trenta e Quaranta del Novecento, e una selezione della rivista Sipario degli anni Sessanta e Settanta. Questi periodici rappresentano fondamentali punti di riferimento per la storia del teatro italiano. Inoltre, il patrimonio include volumi rari e fragili risalenti al fine Ottocento e inizio Novecento, accanto a manoscritti di autori che testimoniano l’evoluzione creativa e pedagogica della scuola negli ultimi quarant’anni.
L’iniziativa rappresenta anche un chiaro esempio di politica pubblica virtuosa, poiché Roma Capitale prosegue il proprio impegno per valorizzare i beni confiscati, restituendoli alla collettività come spazi di crescita culturale e coesione sociale. L’immobile di via della Mercede diventa pertanto un simbolo palpabile di rigenerazione culturale ed etica. Da un passato segnato dall’illegalità , emerge un futuro dedicato alla bellezza, alla legalità e alla cultura.
Andrea Tobia Zevi, assessore al Patrimonio e alle politiche abitative, ha sottolineato l’importanza di questo intervento. Ha parlato della creazione di spazi sociali, recuperati e restituiti alla comunitĂ , che generano bellezza e promuovono il pensiero critico. La Biblioteca “Cristiano Censi” diverrĂ un luogo di incontro e conoscenza, una nuova pagina nella storia di Roma, dove cultura e teatro si intersecano con la memoria e l’identitĂ civica.
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