Filtrano praticamente la metà di quanto dichiarato nei documenti, il 36% contro il 95% richiesto dalla norma. Si tratta di almeno 55 milioni di dispositivi di protezione individuale che proteggono meno di quanto ammesso. Le mascherine Ffp2 sono state importate dalla Cina ed è solo l’ultimo caso di dispositivi non a norma arrivati in Italia negli ultimi mesi come riporta il quotidiano la Repubblica.
Il lotto incriminato è a Roma, ma è già successo anche a Pomezia, Ciampino, Brindisi, Bergamo e Como. Su 553 milioni di dispositivi di protezione individuale arrivati dall’estero il 10% sarebbe irregolare, con proprietà filtranti molto inferiori rispetto a quelle indicate sui documenti di accompagnamento. I Nas finora ne hanno sequestrati sei milioni.
Per fronteggiare l’emergenza per la mancanza di dispositivi di protezione individuale il governo Conte aveva deciso di consentire l’importazione di mascherine dall’estero anche se sprovviste del marchio Ce di conformità alle direttive europee basandosi su quanto affermato sui documenti di accompagnamento.
Rubrica. Interviste ai cittadini. Di cosa avrebbe bisogno il tuo quartiere per migliorare?
È nata una nuova rubrica dove intervisteremo, cittadini che vogliano presentare la propria zona o quartiere e proporre, segnalare iniziative, idee, progetti per migliorare, un pezzetto alla volta la città. Abbiamo incontrato Stefano Molini, nato e cresciuto a Viale Marconi.
Rubrica. Interviste ai cittadini. Di cosa avrebbe bisogno il tuo quartiere per migliorare?
Stefano Molini: “viale Marconi potrebbe essere la Silicon Valley di Roma”.
È nata una nuova rubrica dove intervisteremo, cittadini che vogliano presentare la propria zona o quartiere e proporre, segnalare iniziative, idee, progetti per migliorare, un pezzetto alla volta la città. Abbiamo incontrato Stefano Molini, nato e cresciuto a Viale Marconi.
È nata una nuova rubrica dove intervisteremo, cittadini che vogliano presentare la propria zona o quartiere e proporre, segnalare iniziative, idee, progetti per migliorare, un pezzetto alla volta la città.
Viale Marconi è un’area del Municipio XI di Roma Capitale. La zona si estende sul quartiere Portuense e confina con le zone urbanistiche Gianicolense, Ostiense e Valco San Paolo.
Abbiamo incontrato Stefano Molini, nato e cresciuto proprio qui.
Stefano, ci porti nel punto di Viale Marconi che preferisci?
“Certo, è il ponte della Scienza, dal quale possiamo ammirare il fantastico Gazometro di Roma. Questo ponte è intitolato ad una donna unica, immensa, straordinaria: Rita Levi Montalcini. Ogni volta che passo qui davanti mi piange il cuore perché purtroppo la targa intitolata a suo ricordo è spesso imbrattata dai soliti incivili. Si inizia dalle piccole cose ed andrebbe risistemata”.
Quale altro posto ami della tua zona?
“Il Teatro India, già 20 anni fa è stato riqualificato ed è un posto assolutamente straordinario, mentre invece, più avanti, troviamo ciò che resta dell’ex industria Mira Lanza. È un luogo che oggi è abbandonato al degrado, all’incuria.” (Qui dopo l’Unità d’Italia si stabilirono nella riva destra del Tevere i grandi stabilimenti Mira Lanza, Molini Biondi, Società anonima Oliere, la raffineria della Purfina, favoriti dalla vicinanza della ferrovia e del Tevere, ndr).
“Ci sono dei progetti di riqualificazione, ma quello che vorrei sapere è: quando avverrà? Quando verrà creato il Parco Papareschi che i cittadini del quartiere attendono da quarant’anni?”.
Stefano usa come esempio il Parco Marconi, che ha restituito notevole prestigio al territorio e luogo del quale Vistanet ha già parlato in un precedente articolo.
A parte segnalare ciò che manca, quale potrebbe essere un’iniziativa costruttiva che possa migliorare questo posto?
“Io ho un sogno: viale Marconi è la zona che ospita vie che sono dedicate a inventori, scienziati, innovatori di tutte le epoche. Con i tempi che corrono, assistiamo alla chiusura di molti negozi. Sarebbe bello se questi negozi divenissero la sede di nuove start up innovative, di giovani imprenditori, il quartiere diventerebbe una sorta di Silicon Valley di Roma”.
A telecamere spente Stefano continua comunque a fare le sue considerazioni: “sarebbe bellissimo che a piazza della Radio sorgesse il museo della Radio, genesi delle comunicazioni di massa”.
Ci sarebbe da parlare per ore e riteniamo che sia necessaria una narrazione volta in chiave positiva dove le persone, le associazioni, i comitati possano attivamente lavorare in un gioco di squadra volto all’evoluzione di Roma.
Roma è un’infinita fonte di aneddoti, vicende, storie, leggende. Costantino Maes è tra i pubblicisti che all'inizio del '900 si sono dedicati più assiduamente alle curiosità romane, cercando storie molto particolari ma…
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