Lo sapevate? A Roma esiste un vero e proprio “quartiere paese” dentro la città

Lo sapevate? A Roma esiste un vero e proprio “quartiere paese” dentro la città. A Roma esiste un vero e proprio quartiere paese all’interno della cerchia urbana: si tratta della Garbatella, tra via Ostiense e via Cristoforo Colombo, una sorta
Lo sapevate? A Roma esiste un vero e proprio “quartiere paese” dentro la città.
A Roma esiste un vero e proprio quartiere paese all’interno della cerchia urbana: si tratta della Garbatella, tra via Ostiense e via Cristoforo Colombo, una sorta di borgo a se stante, staccato dai rioni centrali di Roma turistici e da tutte le altre zone della città molto più caotiche. La Garbatella nacque come borgata-giardino nel 1920 per creare degli alloggi a bassa densità edilizia e circondati dal verde per il ceto operaio che lavorava nel vicino polo industriale di via Ostiense. L’architettura utilizzata è il barocchetto e si rifà all’architettura romana minore del ‘500 e del ‘700. La Garbatella oggi è ancora un quartiere dall’animo popolare, e se ci andate a passeggiare non vi sembrerà di essere a Roma, ma in una piccola cittadina fatta di villette con giardino. Uno dei posti dove la romanità è ancora presente e verace.
Il nuovo quartiere fu fondato negli anni venti.
Dopo la prima guerra mondiale Roma visse una fase di grande sviluppo edilizio, paragonabile per alcuni versi a quella del secondo dopoguerra. Il re Vittorio Emanuele III posò la prima pietra in piazza Benedetto Brin, il 18 febbraio del 1920: l’iscrizione che commemora quel giorno è murata nell’edificio centrale della piazza.
Il progetto edilizio fu intrapreso in un’area allora semi disabitata e coperta da vigne e pascoli per pecore.
Dal punto di vista politico la Garbatella era, ed è tuttora, una zona storicamente “rossa” ed operaia: la Resistenza partigiana trovò qui un appoggio incondizionato, al pari dei quartieri Ostiense e Portuense e del rione Testaccio. La Garbatella è tradizionalmente suddivisa in lotti, occupati da costruzioni che circondano cortili e giardini, i quali, soprattutto in passato, erano punti di ritrovo per la popolazione, con lavatoi e stenditoi, botteghe e cantine, sedie e muretti. L’assetto architettonico della zona è un compromesso tra l’estetica e la pratica: le abitazioni sono collocate, almeno nel nucleo storico, in villini o palazzine di tre piani al massimo, con grande cura per i dettagli e per la diversificazione degli stili.
L’architettura della Garbatella fu inizialmente improntata al modello inglese delle città giardino (Garden city movement).
L’origine del nome Garbatella è tuttora oggetto di discussione: secondo un’ipotesi molto diffusa, il quartiere prenderebbe il nome dall’appellativo dato alla proprietaria di un’osteria, la “Garbata Ostella”, successivamente sincopato in “Garbatella. Una seconda ipotesi sul nome “Garbatella” vuole, invece, che derivi dall’amenità del luogo; mentre un’ultima interpretazione, con qualche fondamento scientifico, fa riferimento al tipo di coltivazione della vite detto “a barbata” o “a garbata”.
Il film Caro diario di Nanni Moretti omaggia la zona con la passeggiata in Vespa del protagonista per le strade della Garbatella, “il quartiere che mi piace più di tutti”.

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