Lo sapevate? Il lancio della monetina alla Fontana di Trevi è diventato un rito per i turisti che visitano Roma

Lo sapevate? Il lancio della monetina alla Fontana di Trevi è diventato un rito per i turisti che visitano Roma. Ieri abbiamo visto la prima puntata della storia della meravigliosa Fontana di Trevi. Oggi andremo a ripercorrere storicamente e artisticamente
Lo sapevate? Il lancio della monetina alla Fontana di Trevi è diventato un rito per i turisti che visitano Roma.
Ieri abbiamo visto la prima puntata della storia della meravigliosa Fontana di Trevi. Oggi andremo a ripercorrere storicamente e artisticamente quelli che sono stati gli studi e i progetti definitivi che portarono poi alla costruzione di questa incredibile struttura, uno dei monumenti più famosi di Roma nel mondo. Andremo alla scoperta anche di quello che è diventato un rito, da compiersi per i turisti dai bordi della vasca della fontana che attira ogni anno milioni di visitatori e curiosi.
Dopo varie vicissitudini e una serie di progetti bloccati o annullati, fu papa Clemente XII, nel 1731, a riprendere in mano le sorti della piazza e della fontana. Il Papa bandì un importante concorso per la costruzione di una grande mostra d’acqua.
Il bando venne vinto da Nicola Salvi. Il progetto di Salvi venne scelto anche perché più economico rispetto agli altri. La costruzione della fontana fu incominciata nel 1732, e Clemente XII la inaugurò nel 1735, con i lavori ancora in corso. Nel 1740, però, la costruzione della fontana venne ancora una volta interrotta, per riprendere solo due anni più tardi. Tra le cause dei lunghissimi tempi di realizzazione dell’impresa, oltre all’indubbia grandiosità dell’opera, vi furono il notevole aumento dei costi e quindi dei fondi necessari, e le liti frequenti tra il Salvi e Giovanni Battista Maini, lo scultore incaricato dell’esecuzione della fontana. Nessuno dei due vedrà la conclusione dell’opera: Nicola Salvi morì nel 1751 e il Maini l’anno dopo. Ma anche il papa non vide l’opera finita (e forse per questo volle inaugurarla in anticipo), e così il successore Benedetto XIV (che forse per lo stesso motivo pretese una seconda inaugurazione nel 1744).
La prima fase dei lavori terminò nel 1747, quando vennero completate le statue e le rocce posticce. A Giuseppe Pannini fu affidato l’onere di portare finalmente l’opera a compimento, ma fu rimosso dal suo incarico a causa delle variazioni da lui eseguite sul progetto originale: i lavori subirono un ulteriore ritardo. Nel 1759 l’incarico fu affidato allo scultore Pietro Bracci, aiutato dal figlio Virginio. La fontana viene finalmente ultimata dopo l’esecuzione del complesso scultoreo centrale, durante il pontificato di papa Clemente XIII. La sera del 22 maggio 1762, giorno di domenica (dopo trent’anni di cantiere), l’opera fu finalmente restituita al pubblico in tutta la sua maestosità (e il papa la inaugurò per la terza volta).
La tradizione più conosciuta della Fontana di Trevi è legata al lancio della monetina: compiendo questo atto a occhi chiusi, voltando le spalle verso palazzo Poli, ci si propizierebbe un futuro ritorno nella città. Le origini della tradizione potrebbe derivare dall’antica usanza di gettare nelle fonti sacre oboli o piccoli doni per propiziarsi la divinità locali, come per i pozzi dei desideri. L’introduzione del lancio della monetina nella fontana di Trevi è attribuita all’archeologo tedesco Wolfgang Helbig che soggiornò tra fine Ottocento e inizio Novecento a Roma.

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