In Sardegna officine artigiane in crisi a causa di concorrenza sleale, abusivismo e mancanza di liquidità delle famiglie.
Tra il 2015 e 2016 chiuso l’1,37% del comparto. Folchetti (Confartigianato): “Evitate gli abusivi: danneggiano economia e ambiente”. Ma ci sono le proposte anticrisi. Per il settimo anno consecutivo il settore artigiano delle autoriparazioni della Sardegna registra un segno negativo, tra apertura e chiusura
Tra il 2015 e 2016 chiuso l’1,37% del comparto. Folchetti (Confartigianato): “Evitate gli abusivi: danneggiano economia e ambiente”. Ma ci sono le proposte anticrisi.
Per il settimo anno consecutivo il settore artigiano delle autoriparazioni della Sardegna registra un segno negativo, tra apertura e chiusura delle imprese che si occupano della manutenzione e riparazione di veicoli. Situazione economica congiunturale, abusivismo, concorrenza sleale e mancanza di liquidità delle famiglie hanno portato il comparto a perdere, tra il 2015 e il 2016, l’1,37% (29 aziende) per registrare, così, alla fine dello scorso giugno, 2.513 imprese in totale, percentuale ridotta rispetto al 2014 sul 2015 quando il calo registrato fu dell’1,9%. Sono questi i dati del dossier sull’Autoriparazione, elaborato dall’Osservatorio MPI Confartigianato Lombardia per Confartigianato Sardegna (dati Istat e Unioncamere consolidati al 1 luglio 2016).
“Il comparto dell’autoriparazione, seppur penalizzato dalla situazione generale del mercato, nonostante i numeri ancora non positivi, sta
reagendo contenendo il più possibile i danni e i costi – afferma Maria Carmela Folchetti, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – il
sistema auto è notoriamente penalizzato e oggi i veicoli, con la casa, sono il prodotto più tartassato in assoluto. Sia dal punto di vista economico che da quello legislativo, nonostante sia quello che più rispetta le tante e rigide normative in materia di sicurezza e ambiente”.
Situazione peggiorata anche a livello territoriale: a Cagliari le imprese hanno subito un calo dell’1,06% arrivando a 1.023 imprese; a Sassari se ne registrano 819 con un calo dello 0,85%; a Nuoro sono 454 con una perdita dell’1,73%% mentre Oristano, con 217 imprese, la flessione registrata è stata del 3,98%. A livello nazionale il decremento registrato è stato dell’1,12%.
“In ogni caso i dati sono negativi – continua la Folchetti – e ci dicono come l’economia del settore, purtroppo, stenti a ripartire al contrario del lavoro nero, sommerso e irregolare che cresce, di giorno in giorno, arrivando a livelli intollerabili. Tutto ciò nonostante l’attività di controllo esercitata dagli organi competenti”. “Su questa “piaga” da parecchi anni portiamo avanti pubbliche battaglie – riprende la Presidente – invitando colleghi artigiani e cittadini a fare fronte comune per combatterla. I danni che questa provoca non solo economici ma alimentano un mercato fuori dalle regole e assolutamente fuori controllo”.
Per Confartigianato Imprese Sardegna, prima di tutto, è necessario ricordare alle aziende quali siano le norme da rispettare, con informazioni e formazione e, successivamente, effettuare controlli tecnici a tappeto per la verifica del rispetto delle regole con l’obiettivo di colpire gli abusivi. Tutto ciò unito a un appello ai negozi di autoforniture affinché pongano maggiore attenzione nella vendita dei prodotti destinati alla sicurezza dei mezzi, soprattutto quando non vengono venduti alle imprese del settore.
Ma quali sono le cause che hanno portato all’abusivismo incontrollato? La crisi economica ha generato un mercato parallelo alimentato spesso
da ex dipendenti di aziende che hanno chiuso o ridimensionato il personale, quello attivato da cittadini extracomunitari ma anche da attività in nero rese possibili soprattutto per la facilità con la quale si possono reperire i mezzi di ricambio, sia nei negozi di autoforniture che tramite internet.
“Gli artigiani regolari – spiega la Folchetti – devono rispettare regole precise che tutelano consumatori e cittadini, come quelle per lo smaltimento degli olii, dei liquidi, delle batterie, del materiale sostituito. Chi lavora in nero, come e dove smaltisce?”.
reagendo contenendo il più possibile i danni e i costi – afferma Maria Carmela Folchetti, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – il
sistema auto è notoriamente penalizzato e oggi i veicoli, con la casa, sono il prodotto più tartassato in assoluto. Sia dal punto di vista economico che da quello legislativo, nonostante sia quello che più rispetta le tante e rigide normative in materia di sicurezza e ambiente”.
da ex dipendenti di aziende che hanno chiuso o ridimensionato il personale, quello attivato da cittadini extracomunitari ma anche da attività in nero rese possibili soprattutto per la facilità con la quale si possono reperire i mezzi di ricambio, sia nei negozi di autoforniture che tramite internet.
“Un’azienda del settore delle autoriparazioni – continua la Presidente– spende mediamente 1.000 euro all’anno per lo smaltimento, ma garantisce un percorso trasparente. Non è un problema piccolo, che i cittadini per primi dovrebbero comprendere: vale la pena risparmiare qualche decina di euro e ritrovarsi centinaia di piccole discariche abusive sparse sul territorio”?La soluzione sarebbe una regolamentazione delle vendita dei prodotti, separando lo scontrino dalla fattura e applicando lo sconto su queste
ultime. Ci sono negozi che hanno realizzato addirittura ingressi diversi tra clienti professionali e gli altri. Piccole cose che darebbero un contributo ad abbassare la soglia dell’abusivismo.
Però la crisi si combatte anche con idee concrete per sostenere il settore. “Da qualche mese il Governo ha in mano una proposta per la detrazione fiscale del costo dei tagliandi di manutenzione programmati – conclude la Folchetti – se fosse approvata sarebbe una importante opportunità per fare fronte comune contro la crisi: agli utenti verrebbe data l’opportunità di tenere sempre in buono stato la macchina e alle imprese di lavorare, con evidenti, conseguenti vantaggi sulla sicurezza stradale e sull’ambiente. Un po’ come avviene con i bonus per l’edilizia”.
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ultime. Ci sono negozi che hanno realizzato addirittura ingressi diversi tra clienti professionali e gli altri. Piccole cose che darebbero un contributo ad abbassare la soglia dell’abusivismo.
Lo sapevate? Il satiro dei nuraghi è una rara farfalla che vive solo in Sardegna
Sono numerose le specie animali, tra mammiferi, molluschi, anfibi, rapaci, insetti, splendide farfalle e aracnidi, che vivono soltanto in Sardegna (o al al limite in Corsica, nell'arcipelago dell'Isola d'Elba e in pochissime altre zone del Mediterraneo). Una di queste è il satiro dei nuraghi: scopriamo di che cosa si tratta.
Lo sapevate? Il satiro dei nuraghi è una rara farfalla che vive solo in Sardegna.
Sono numerose le specie animali, tra mammiferi, molluschi, anfibi, rapaci, insetti, splendide farfalle e aracnidi, che vivono soltanto in Sardegna (o al al limite in Corsica, nell’arcipelago dell’Isola d’Elba e in pochissime altre zone del Mediterraneo). Una di queste è il satiro dei nuraghi: scopriamo di che cosa si tratta.
Il satiro dei nuraghi (nome latino Maniola nurag) è un lepidottero diurno appartenente alla famiglia Nymphalidae. Questa elegante e piccola farfalla è endemica della Sardegna, dove lo si può osservare solo in alcune zone: nelle catene dei Sette Fratelli, del Gennargentu e del Limbàra.
Questo in quanto il suo habitat si trova sopra i quattrocento metri di altitudine, dove ama volare radente il suolo tra la macchia mediterranea, i boschi e i corsi d’acqua. I bruchi dell’insetto in questione, si nutrono sulla Festuca Morisiana, una pianta graminacea presente solo nell’Isola. Nonostante il suo habitat sia abbastanza ristretto e delimitato, attualmente la specie non è a rischio di estinzione. Il satiro nuragico è di piccola dimensione, il suo colore varia dall’arancio al marrone e presenta una caratteristica macchia scura, denominata ocello, nell’apice anteriore delle ali. Queste hanno un’apertura alare dai 3 ai 4,5 centimetri, e solitamente a raggiungere la dimensione maggiore è la femmina che ha anche un colorazione più chiara rispetto al maschio.
La specie si riproduce solo una volta all’anno, solitamente le femmine attendono le piogge autunnali per deporre le uova sulle piante nutrici. L’esemplare adulto vola a tarda primavera, quando le temperature sono meno rigide sui massicci sardi, da fine maggio fino a settembre in base alle condizioni climatiche propizie. E proprio in questo periodo, potrete osservare nelle campagne sarde lussureggianti il satiro nuragico “danzare” inneggiando alla forza vitale della natura.
Oltre al satiro nuragico in Sardegna esistono 36 specie animali rarissime.
Sono numerose le specie animali, tra mammiferi, molluschi, anfibi, rapaci, insetti, splendide farfalle e aracnidi, che vivono soltanto in Sardegna (o al al limite in Corsica, nell’arcipelago dell’Isola d’Elba e in pochissime altre zone del Mediterraneo). Scopriamo quali sono e di che cosa si tratta.
Alcune di queste specie sono famose, come i cavallini della Giara, gli asini albini dell’Asinara, i mufloni e il cervo sardo, tante altre invece sono poco conosciute.
Ecco l’elenco completo: sono l’orecchione sardo (un pipistrello della famiglia dei Vespertilionidi endemico della Sardegna), il ragno nuragico (il ragno botola nuragico, Amblyocarenum nuragicus Decae è un ragno della famiglia Nemesiidae, endemico della Sardegna, la cui scoperta è stata annunciata nel 2014), il panfago sardo (una grossa cavalletta endemica esclusiva della Sardegna, dal corpo massiccio, dall’aspetto poco agile e pesante), la cicindela di Carloforte (Cicindela capestris saphyrina un piccolo coleottero di un colore blu elettrico con piccole macule di giallo sbiadito, unico al mondo), l’astore sardo (un uccello rapace della famiglia Accipitridae, endemico della Sardegna e della Corsica), l’algiroide nano (l’algiroide nano o algiroide di Fitzinger è un rettile della famiglia Lacertidae, diffuso in Sardegna e Corsica), la zygaena orana sardoa (un lepidottero eteroneuro appartenente alla famiglia Zygaenidae, falena diurna), il cervo sardo (mammifero ruminante dell’ordine degli Artiodattili), la formicaleone (i Mirmeleontidi, generalmente noti come formicaleoni, sono una famiglia di insetti appartenenti all’ordine dei neurotteri), la Vanessa sarda (una specie di farfalla endemica della Sardegna e della Corsica), la lucertola di Bedriaga (un rettile della famiglia Lacertidae; è l’unica specie del genere Archaeolacerta ed è un endemismo sardo-corso; l’epiteto specifico è un omaggio al nome dell’erpetologo russo Jacques von Bedriaga), il Calicnemi Sardiniensis (un coleottero appartenente alla famiglia degli Scarabeidi), il famoso cavallino della Giara e il cinghiale sardo, la Tropinota paulae (altro coleottero appartenente alla famiglia degli Scarabeidi).
Lo Spermophorides Baunei (un tipo di ragno), la volpe sarda, il gatto selvatico sardo, il geotritone del Monte Albo , il Geotritone del Supramonte, il Geotritone dell’Iglesiente (o di Genè), il geotritone imperiale, questi ultimi tutti anfibi, la raganella sarda (altro anfibio, questo dell’ordine degli Anuri), l’asino dell’Asinara, Discoglossus sardus (un rospo, un anfibio anuro della famiglia Alytidae, presente in Sardegna, in Corsica, nell’Arcipelago Toscano e in alcune isole minori), la lepre sarda, Melolontha Sardiniensis (un coleottero appartenente alla famiglia degli scarabaeidae).
Il muflone europeo, Netocia sardea (altro coleottero della famiglia degli scarabaeidae), Podarcis tiliguerta (la lucertola tirrenica o tiliguerta, un rettile della famiglia Lacertidae), il geotritone imperiale del Sarrabus, altro anfibio, la mantide di Galvagni (insetto mantoideo della famiglia Mantidae, endemico della Sardegna), il satiro dei nuraghi (di cui abbiamo parlato sopra).
Lo splendido sparviero sardo (un uccello rapace della famiglia Accipitridae, endemico della Sardegna e della Corsica), il tritone sardo, altro anfibio, e la marmorana serpentina (un mollusco gasteropode terrestre della famiglia Helicidae, endemico della Sardegna e della Corsica).
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