A Lotzorai installati i contenitori per la raccolta delle deiezioni canine

“Non fare arrossire il tuo cane…” recitava così una nota campagna di sensibilizzazione verso i padroni per la raccolta delle deiezioni dei propri fidi amici a quattro zampe. Per aiutare i padroni in tali civili azioni quotidiane nel
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“Non fare arrossire il tuo cane…” recitava così una nota campagna di sensibilizzazione verso i padroni per la raccolta delle deiezioni dei propri fidi amici a quattro zampe.
Per aiutare i padroni in tali civili azioni quotidiane nel rispetto di tutti i cittadini, l’amministrazione comunale di Lotzorai ha acquistato due contenitori che sono stati installati nella centrale piazza Gramsci e nella dog beach in località Pollu.
A farlo sapre tramite il profilo social istituzionale del comune, il Sindaco Rubiu: “Sono recentemente stati installati due contenitori per le deiezioni animali. Speriamo che i cittadini possessori di animali li usino, garantendo ai bambini che giocano nelle aree verdi igiene e sicurezza. Lo stesso è stato fatto nella Dog Beach di Pollu”.

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Il timo sardo di Monte Armidda, tenace ed elegante come la Sardegna più autentica: tutte le sue proprietà

Conoscete le sue proprietà e per cosa veniva utilizzato nella medicina popolare della Sardegna?
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Tra i pendii aridi e ventosi dell’Ogliastra, là dove il maestrale modella la vegetazione e il profumo delle erbe pervade l’aria, cresce una pianta che racconta la Sardegna più autentica: il timo sardo (Thymus herba-barona). Presenza discreta ma preziosa delle montagne isolane, cresce con forza in particolare sulla cima di Monte Armidda, al confine tra Lanusei e Gairo — un luogo che ne porta persino il nome nel toponimo (“Armidda”, in sardo, significa proprio timo).
Il timo sardo, specie endemica di Sardegna e Corsica, sboccia tra maggio e settembre, colorando l’estate mediterranea. Cresce tra gli 800 e i 2000 metri di altitudine, creando tappeti profumati che resistono alla siccità e al vento. La sua fragranza intensa e balsamica lo rende una pianta molto apprezzata, tanto che dal suo nettare nasce un miele monoflora dal profumo unico, simbolo della macchia montana sarda.
Nella medicina popolare della Sardegna, il timo era considerato un dono prezioso della natura. Raccolto nei mesi estivi, veniva impiegato per le sue molteplici virtù curative: come sedativo e diaforetico, per calmare e favorire la sudorazione; come antielmintico, per combattere i parassiti intestinali; come decongestionante delle vie respiratorie, utile nei raffreddori e nelle tosse persistenti; e persino come rimedio contro la dissenteria e i disturbi gastrici.
L’infuso o il decotto di timo era un rimedio semplice ma efficace, tramandato di generazione in generazione, parte integrante del sapere erboristico isolano. Il timo di Monte Armidda non è solo una pianta aromatica: è un frammento di identità sarda, un legame tra natura, cultura e memoria. Il suo profumo racconta di pascoli assolati, di antichi rimedi, di una conoscenza del territorio che ancora oggi sopravvive nelle mani di chi custodisce i saperi della tradizione.

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