Giorni frenetici per le società, non solo sul fronte mercato, con le iscrizioni ai prossimi campionati scadute il 20 luglio. Si è iscritta la Castor che ora va a caccia di mister e giocatori. Iscrizione anche per il Tortoli, dove si cerca sempre di convincere Murino per la panchina. È circolato in questi giorni anche il nome di Bernardo Mereu, ma ancora non si sono avute conferme su queste voci. Continua il pressing del Muravera sul capitano Nieddu, attratto dalla esperienza in serie D. Piace Placentino (ex Lanusei), dovrebbero restare Simone Monni e Antonino D’Agostino, ai saluti Galasso.

Capitolo Lanusei: ufficiale il ritorno a casa di Mario Masia (ex Nuorese e Olbia). Presi i giovani Ladu (Virtus Castelfranco), Aramu (Selargius), Massidda, Sedilesu e Bollas, tutti del Taloro, Ankudinovas dall’Fc Tauras; Deligios, Fois, il bomber Pulina e poi Cocco sempre dal Ploaghe, Pili e Delrio dall’Arzachena. Sul mercato Bazzoni, Brundu, Deriu e Canzilla. Confermati Pistis e Caredda, va al Calangianus Cristian Viani. In forse il giovane Boi, che potrebbe rientrare al Barisardo. Sicuramente la squadra più attiva sul mercato quella di Francesco Loi. Ogliastrini che il 25 luglio sfideranno il Cagliari di Rastelli a Villacidro in amichevole.

Emilio Lai dovrebbe essere il nuovo presidente del Girasole, squadra che disputerà regolarmente il prossimo campionato di Promozione. Tutto tace sul fronte allenatore e giocatori, se non per le partenze “eccellenti” di Carlo Mascia, Edoardo Murgia e Gabriele Murru con destinazione il Barisardo di Tore Mereu. La squadra del nuovo presidente Luca Congiu, è a caccia di una punta dopo l’addio di Salerno, su di lui la Baunese e il Girasole. Piace Diego Flumini. Si cerca anche un terzino, il nome è quello di Carmine Enrico, ex Girasole, che interessa pure al Tortoli. Colpo di scena in casa Cannonau Jerzu: Ganadu lascia i biancoverdi e passa al Lanusei, dove farà il secondo a Maurizio Floris e il titolare in juniores. La squadra di Cannas quindi torna alla ricerca di un titolare per la propria porta, dopo aver chiuso per il secondo: in arrivo Agus dal Tertenia. Serve un difensore centrale: il sogno è sempre Pili dell’Idolo Arzana. A proposito di Tertenia, la squadra di mister Melis piazza il colpo Mirko Langiu, ex Jerzu e Cardedu. Sempre in Seconda, al Lotzorai quasi ufficiale la nomina di Paolo Senes quale nuovo Mister. La società punterà su giovani e su calciatori locali. La Pol. Villagrande cerca un uomo per reparto: piacciono il centrale Usai (ex Talana) e la punta Scudu (ex Fonni).

Ancora non si fanno nomi per il centrocampista che dovrà sostituire Staffa, passato al Cannonau. Aspetta di sapere in quale girone di Prima categoria sarà inserito, il Seui per ufficializzare il nome del nuovo allenatore e piazzare i primi colpi: si punta alla conferma di Walter Laconi, piacciono il portiere Usai e il centravanti Erik Scudu. Un ex Seui, Emanuel Piroddi, a giorni firmerà con il Guspini (Promozione). Insolia è un nuovo giocatore dell’Fc Arbatax, dove resterà per un’altra stagione Cao. L’Idolo Arzana è ad un passo da El Trenza Pischedda (Barisardo), si cerca una punta da affiancare a Lancioni e i nomi sono sempre i soliti, Medda e Cireddu del Villasimius, Sedda dell’Ichnos. Potrebbe finire al Cus Cagliari il difensore Paolo Piras (ex Jerzu e Barisardo). Torna ad Esterzili il centrocampista Riccardo Depau, e si cerca un portiere: fatto un primo sondaggio per Usai.

Inizierà la preparazione con il Lanusei, il giovane talentino villagrandese Renato Mereu. Richieste per Edoardo Bonicelli (Tonara e Idolo), Ivano Lotto (Idolo), Luca Serra (Cus Cagliari), Marco Nieddu (Serramanna), Marcello Pilia (Lotzorai), Farinola (Girasole), Roberto Canzilla (La Palma), Michele Salis (Osini, Idolo, Seui).

È già difficile immaginare come fossero i luoghi in cui viviamo cento o duecento anni fa, figuriamoci pensarli com’erano centinaia di milioni di anni fa! Per capire com’era l’Ogliastra all’inizio del periodo Permiano, circa 295 milioni di anni fa, ci aiuta il paleontologo Daniel Zoboli, del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche dell’Università di Cagliari.

«Verso la fine dell’era paleozoica, più di 300 milioni di anni fa, l’area che diventerà la Sardegna era completamente emersa dal mare e faceva parte di una gigantesca catena montuosa, la cosiddetta “catena Varisica”, che si estendeva attraverso la paleo-Europa», spiega Zoboli.

Insomma, la Sardegna non era affatto come la conosciamo oggi: niente massicci calcarei del Supramonte, niente dei celebri tacchi ogliastrini. Questi si sarebbero formati solo circa 150 milioni di anni più tardi, durante l’era mesozoica.

All’inizio del Permiano, la catena Varisica era ormai quasi del tutto spianata. Al suo posto si estendevano laghi, paludi e pianure in cui i fiumi depositavano sabbie e ciottoli erosi dai rilievi circostanti e dai vulcani attivi dell’epoca. In altre parole, la Sardegna viveva un intenso ciclo vulcanico: lave e tufi cineritici ricoprivano il territorio, creando un paesaggio sorprendentemente dinamico.

Nei luoghi che oggi ospitano Escalaplano, Perdasdefogu, Seui e Seulo, si aprivano vaste zone umide. Qui una vegetazione lussureggiante di felci arboree ed equiseti cresceva rigogliosa, mentre nelle acque dolci nuotavano pesci palaeoniscidi, sarcopterigi, piccoli squali d’acqua dolce e anfibi branchiosauri, simili a salamandre e lunghi circa dieci centimetri.

«I paleontologi hanno riconosciuto tre specie di questi piccoli anfibi: Melanerpeton eisfeldi, Apateon kontheri e Apateon flagrifer», racconta Zoboli. «Sono specie già note in Francia e Germania, e ci mostrano come, milioni di anni fa, l’area sarda fosse collegata al resto dell’Europa. Alcuni fossili si possono ammirare al Museo Aquilegia di Masullas, mentre circa un centinaio di esemplari sono conservati all’Università di Milano e al Museo di Storia Naturale di Schleusingen, in Germania».

La vita in questi laghetti non era sempre tranquilla. L’attività vulcanica e periodiche carenze di ossigeno nell’acqua provocavano vere e proprie morie di massa. «Queste piccole catastrofi sono registrate nei livelli fossiliferi, dove troviamo concentrazioni anomale di branchiosauri», spiega lo studioso.

Oggi, quegli antichi bacini lacustri e le loro straordinarie faune d’acqua dolce ci parlano attraverso le rocce e i fossili della “Formazione di Riu su Luda”, visibile soprattutto nel bacino di Perdasdefogu. Un mosaico di vita e catastrofi che ci ricorda quanto il nostro paesaggio sia cambiato nel tempo… e quanto fosse affascinante, milioni di anni fa.