AIPA

Nel paese ogliastrino di Perdasdefogu, ospitata nei locali della biblioteca dal comune del paese ha sede l’A.I.P.A. L’associazione italiana pro adozioni inizia a operare a titolo di volontariato nel 1982 , dieci anni più tardi eretta a Ente Morale ottiene l’autorizzazione ministeriale per le pratiche di adozione internazionale con i paesi di: India, Cambogia, Nepal, Brasile ,Messico, Bielorussia, Moldavia, Romania, Kenia e Repubblica Democratica del Congo.

Con sede principale a Roma l’A.I.P.A. nel corso degli anni ha ramificato la sua presenza sul territorio nazionale, approdando nel 2004 in Ogliastra, ed è oggi sede autonoma in tutte le fasi del procedimento adottivo. Grazie a questa autonomia le coppie possono evitare i viaggi nella capitale abbattendo lo svantaggio che crea l’insularità e godere di un costante riferimento con la responsabile, la psicologa Manuela Deiana. La referente, oltre a gestire le procedure e a sostenere psicologicamente le coppie nel percorso organizza due convegni all’anno, ai quali partecipano esperti nella tematica, aspiranti coppie adottive, famiglie adottive e i bambini.

La partecipazione di questi ultimi è emozionantissima, molti di loro, per esempio, si rincontrano dopo l’esperienza in istituto con grandi esplosioni di gioia. La rilevanza di questi meeting, risiede nel creare un terreno fertile dove le coppie possano raccontare le loro esperienze e difficoltà vissute in prima persona. I coniugi che si trovano ad adottare, spesso raccontano di immaginarsi come dei “salvatori” che prelevano il piccolo da una triste realtà; ma gli istituti, nonostante i grandi dormitori, sale scarne di giochi e grandi mense, in cui spesso manca l’essenziale, rappresentano il mondo del bambino, ciò che egli conosce e a cui è legato. Il “portarli via per salvarli” spesso è una concezione errata, il bambino farà fatica ad abbandonare quel mondo per un altro sconosciuto e temuto ma presentato loro come fantastico e idoneo per la loro crescita psicologica.

Quali sono i problemi principali che si trova ad affrontare un bambino appena arriva in Italia? L’inserimento scolastico potrebbe creare delle difficoltà, e dovrebbe essere affrontato in maniera graduale; quando il bambino viene portato in classe, in presenza dei suoi compagni e della sola maestra, potrebbe scambiare la scuola per un istituto, e temere un nuovo abbandono. “Ci sono poi le difficoltà con la lingua” dicono le coppie “i bambini brasiliani solitamente riescono ad ovviare a questo problema grazie alla similarità della loro lingua col sardo, ciò crea una più semplice forma di comunicazione con noi genitori”.

Nato tra i pascoli della Sardegna, il Gioddu emerge come un tesoro caseario dalle radici antiche e dal sapore unico. Questo latte fermentato, chiamato anche Miciuratu, Mezzoraddu o Latte Ischidu a seconda delle località, è una prelibatezza proveniente dalla pecora o dalla capra di razza sarda.

Il processo di creazione inizia con un latte filtrato, portato all’ebollizione o eventualmente pastorizzato, e delicatamente raffreddato a circa 40°C. A questo punto, il latte è pronto per essere trasformato in Gioddu, e il segreto sta nell’inoculare circa il 2% di Gioddu ottenuto precedentemente o con colture di fermenti lattici provenienti dallo stesso prodotto.

L’incubazione avviene a una temperatura intorno ai 40°C, permettendo ai fermenti lattici di unirsi armoniosamente fino alla coagulazione. Il risultato è una prelibatezza dal colore bianco porcellanato, con una consistenza cremosa e un sapore acidulo che porta con sé l’identità del latte di pecora o capra. Il Gioddu può essere gustato sia a coagulo intero che a coagulo rotto, offrendo una varietà di esperienze sensoriali.

Con sinonimi che danzano tra le bocche degli abitanti sardi, il Gioddu è unico nel panorama italiano, e rappresenta la sola varietà di latte fermentato con origini nel Belpaese. La sua consistenza più densa rispetto allo yogurt vaccino e la presenza di fermenti “autoctoni” conferiscono a questo prodotto una personalità distintiva.

La leggenda narra di un pastore che, per caso, scoprì il Gioddu dimenticando un secchio di latte ovino nella stalla. Da quel momento, la tradizione si è tramandata, e oggi il Gioddu si ricava con cura riscaldando e raffreddando il latte, aggiungendo fermenti che sono un segreto custodito gelosamente da ogni famiglia.

La pasta granulosa e quasi liquida, dal colore bianco panna, è arricchita da fermenti lattici vivi e principi nutritivi facilmente assimilabili, regalando al Gioddu un elevato valore dietetico. Con un sapore più intenso e acidulo rispetto allo yogurt nazionale, il Gioddu è un autentico tesoro culinario che può essere apprezzato da solo o addolcito con un tocco di miele.

Così, il Gioddu non è solo un latte fermentato, ma una sinfonia di sapori che racconta la storia e le radici della Sardegna con ogni delizioso sorso.