Lerede esprime solidarietà a Lutzu: “Disprezzo per un’ azione vile e stupida”
Due bottiglie incendiarie sono state lanciate, l’11 settembre, nel giardino di Andrea Lutzu, funzionario quarantenne del Comune di Tortolì. Mentre sull’episodio indagano le forze dell’ordine guidate dal vice questore Cappetta, dalle pagine del proprio sito, l’amministrazione comunale tortoliese esprime solidarietà
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Vigili del fuoco in azione
Due bottiglie incendiarie sono state lanciate, l’11 settembre, nel giardino di Andrea Lutzu, funzionario quarantenne del Comune di Tortolì. Mentre sull’episodio indagano le forze dell’ordine guidate dal vice questore Cappetta, dalle pagine del proprio sito, l’amministrazione comunale tortoliese esprime solidarietà assoluta nei confronti del collega, vittima di questo atto intimidatorio.
“Atto spregevole da condannare senza riserve. Per quanto riguarda gli attentatori, meritano il disprezzo di tutta la comunità per un’azione vile e stupida. Il funzionario ha sempre svolto la sua professione con altissimo profilo, con una motivazione straordinaria tipica di chi ama il proprio lavoro e la città in cui ha scelto di vivere”. Lo ha dichiarato il sindaco Domenico Lerede, dopo aver appreso la notizia. “Non vi sono giustificazioni, quando si verificano questi episodi – ha aggiunto Domenico Lerede – è l’intera comunità ad essere offesa insieme ai suoi amministratori. Chiederemo una risposta decisa da parte dello Stato affinché siano sempre meno i casi in cui questi atti restano impuniti e siamo pronti a costituirci parte civile contro chi ha pensato di poter agire in questo modo ignobile”.
“I Comuni, – aggiungono tutti i componenti della Giunta municipale – sono il primo punto di riferimento istituzionale del cittadino, e sono impegnati nell’ascolto degli utenti. Gli amministratori in prima linea sono affiancati da collaboratori che svolgono il loro lavoro con dignità e affrontando momenti difficili per burocrazie e complessità della materia. Chi, nascosto nell’anonimato, turba queste dinamiche è un nemico dei cittadini”.
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Sa Casada: il “budino dei pastori” della Sardegna che nasce dal latte dei primi giorni

La Casada è un prodotto che non si trova nei negozi: viene preparata in casa, in corrispondenza della nascita degli agnellini, ed è un piatto tipico delle festività.
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Tra le eccellenze gastronomiche più antiche e autentiche della Sardegna c’è sa Casada (o Colostra), conosciuta anche come il “budino dei pastori”, un prodotto tradizionale preparato esclusivamente con il colostro, il latte delle pecore dei primi giorni di lattazione. La sua origine si perde nella notte dei tempi, da quando i pastori iniziarono ad allevare pecore e a caseificare il loro latte.

Foto di Tore Orrù
La particolarità di questo prodotto è strettamente legata al tipo di latte utilizzato: il colostro coagula in cottura, mentre il latte delle mungiture successive no, rendendo impossibile la produzione della Casada. Per questo motivo i pastori lo separano dal latte destinato al formaggio, evitando di alterarne il sapore.
La Casada è un prodotto domestico e stagionale, che non si trova nei negozi: viene preparata in casa, in quantità limitate, soprattutto tra novembre e aprile, in corrispondenza della nascita degli agnelli sardi, con picchi durante le festività di Natale e Pasqua.
Esistono due varianti principali: “sa casada”, cotta direttamente sul fornello con zucchero e scorza di limone, e “sa colostra”, cotta a bagnomaria con zucchero e cacao. Un elemento fondamentale nella preparazione è il tempo di cottura, che deve permettere al budino di essere abbastanza compatto da reggere il cucchiaino, senza però asciugarsi eccessivamente. La rapidità della coagulazione varia in base al momento della mungitura: più vicino al parto, più veloce sarà la cottura.
Nel 2025, la denominazione ufficiale inserita nell’elenco dei prodotti tradizionali PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali) è stata aggiornata da Casada a Casada – Colostra, riconoscendo così l’importanza del colostro nella preparazione di questo autentico simbolo della cultura pastorale sarda.
Si ringrazia per lo scatto Tore Orrù.
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