Nel cuore di Arbus si trova un’opera d’arte che racconta con colori e dettagli straordinari una delle tradizioni più suggestive della Sardegna: Sa Ramadura. Questo murale, realizzato dal talentuoso artista Mauro Patta, è un omaggio visivo al rito che si svolge in occasione della festa di Sant’Antonio, un evento profondamente radicato nella cultura locale.

Sa Ramadura è un’antica usanza sarda che consiste nello spargere petali di fiori profumati lungo il percorso del santo, trasportato su un carro trainato da buoi. Il tappeto floreale, preparato con cura e dedizione dai fedeli, trasforma le strade in un sentiero sacro, profumato e colorato, un simbolo di purezza e benedizione.

L’associazione Ramadura Arbus svolge un ruolo fondamentale nel mantenere viva questa tradizione, organizzando ogni anno la preparazione del percorso e coinvolgendo la comunità locale in un rito che unisce fede, arte e identità culturale.

Mauro Patta, artista di fama nel panorama della street art sarda, ha saputo immortalare con il suo murale la bellezza e la solennità di Sa Ramadura. L’opera, realizzata con la sua inconfondibile tecnica iperrealista, cattura l’essenza della tradizione attraverso un’immagine intensa e dettagliata.

La scena raffigurata nel murale ritrae donne in abiti tradizionali nell’atto di spargere petali, con espressioni che trasmettono tutta la dedizione e il rispetto per questo rito. La composizione cromatica e la maestria dell’artista rendono l’opera quasi fotografica, creando un effetto di grande impatto visivo. Questo murale è diventato un punto di riferimento per abitanti e visitatori, attirando fotografi e turisti da tutta la Sardegna e non solo.

Il murale “sa Ramadura” di Mauro Patta ( pH profilo instagram Patta Artist)

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Nello scatto incantevole di Cristian Mascia, realizzato alla Stazione dell’Arte di Ulassai, la realtà si fonde con la poesia.

I bambini della scultura di Maria Lai sembrano allungare le mani per giocare con la super luna, che illumina il cielo ogliastrino e abbraccia il paesaggio con la sua luce argentata.

L’opera, un monumento-scultura alto 5,5 metri, è ispirata a “Il topo e la montagna”, la fiaba che Antonio Gramsci scrisse dal carcere per il figlio Delio: un racconto di solidarietà, ingegno e speranza che si intreccia perfettamente con la visione poetica di Maria Lai.