Un Comune al giorno, paesi di Sardegna: Sadali

Oggi siamo a Sadali, un gioiello incastonato tra il sud Sardegna e le Barbagie, in quella porzione centro-orientale dell’Isola dove l’acqua non è solo elemento naturale, ma parte essenziale del paesaggio e dell’identità del territorio.
canale WhatsApp
Sadali, dove l’acqua racconta la Sardegna più autentica.
Un Comune al giorno, paesi di Sardegna: Sadali. Oggi ci troviamo a Sadali, un piccolo tesoro nascosto tra il Sud Sardegna e le Barbagie, nella parte centro-orientale dell’isola, dove la natura domina incontrastata e l’acqua non è solo una presenza fisica, ma un elemento profondo che definisce il paesaggio, la cultura e l’identità di questo territorio unico. A Sadali tutto parla di natura: il tempo sembra rallentare, i silenzi sono interrotti soltanto dallo scorrere limpido dei ruscelli che attraversano il paese, dai suoni discreti del bosco, dal vento che si insinua tra le case in pietra. È una bellezza autentica e selvaggia, intatta, modellata nei secoli da una storia antichissima e da una geografia che affascina per la sua purezza. Qui l’ambiente non è sfondo, ma protagonista: una presenza viva, intensa, che avvolge chi arriva e invita a fermarsi, ad ascoltare, a riscoprire il valore del silenzio e delle cose essenziali.
Adagiato su un altopiano calcareo noto come Su Taccu, Sadali si arrampica oltre i 700 metri d’altitudine. Questa terrazza naturale spalanca lo sguardo verso la Barbagia di Seulo, lasciandosi alle spalle le dolci colline del Sarcidano. Il borgo, di origini medievali, conta poco meno di mille abitanti ed è circondato da fitte distese di lecci, roveri, sughere e macchia mediterranea che abbracciano l’abitato come una corona verde. L’inconfondibile Flumendosa ne accresce il fascino, mentre l’altopiano brullo, oggi solo parzialmente boscato, un tempo era completamente avvolto da foreste lussureggianti.
Questo territorio, segnato da una profonda stratificazione storica, fu abitato sin dalla civiltà nuragica. A pochi passi dal paese si trova il nuraghe Accodulazzo, custode silenzioso di un tempo remoto: tra le sue rovine sono stati rinvenuti frammenti di ossidiana, ceramiche preistoriche e reperti risalenti all’epoca romana, testimonianza di una continuità abitativa che attraversa i millenni.

Sadali
Ma è l’acqua la vera protagonista del paesaggio. Il Su Taccu custodisce un’immensa riserva sotterranea che alimenta innumerevoli sorgenti, torrenti e cascate. Tra queste, su Stampu de su Turrunu rappresenta una meraviglia della natura: un triplice fenomeno carsico dove inghiottitoio, grotta e risorgiva si fondono in un capolavoro geologico con cascata e laghetto incantato. Il percorso per raggiungerlo attraversa le misteriose grotte Is Janas, secondo la leggenda dimora di tre fate: un mondo sospeso nel tempo, dove il visitatore si muove tra sei ambienti scolpiti da stalagmiti, stalattiti, colonne naturali, drappeggi marmorei e colate ocra che sembrano tessute dalla mano di un artista millenario.
Un’altra unicità assoluta di Sadali è la sua cascata urbana: la cascata di San Valentino. È l’unico caso in tutta la Sardegna di una rapida che scorre all’interno di un centro abitato, generata da sorgenti perenni. Il suo nome è legato all’antica parrocchiale di San Valentino, attorno alla quale nacque il borgo già prima del 1335. L’acqua scivola giù lungo un costone verde, per poi sprofondare in un’apertura sotterranea chiamata sa bucca manna – la grande bocca – che può essere esplorata attraverso un suggestivo sentiero. Nei secoli passati, la forza di quest’acqua alimentava i mulini del paese: uno di essi, risalente al XVII secolo, si trova a pochi passi dalla cascata e conserva ancora intatti gli strumenti di lavoro di un tempo.

La cascata
La chiesa di San Valentino è un unicum: l’unico santuario in Sardegna dedicato al celebre martire romano del III secolo. L’edificio, di origine tardo bizantina, ospita un pregiato altare ligneo seicentesco. Altre testimonianze di fede e arte sono le chiese di Sant’Antonio, dove si celebrano i tradizionali fuochi a metà gennaio, Santa Maria, databile tra il XV e il XVI secolo, e Sant’Elena Imperatrice.
Nel cuore del paese si trova un piccolo scrigno di memoria: la casa museo Sa Omu ‘e zia Cramella, abitazione di fine Ottocento trasformata in spazio espositivo. In quattro sale si susseguono arredi originali e strumenti della tradizione contadina e artigianale, raccontando con discrezione e autenticità la vita quotidiana di un tempo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA