Dalla Sardegna alla Francia per visitare la tomba del figlio morto giovane: la storia di Nonna Lidia Matta

E' una storia incredibile quella che ci ha raccontato Francesca Piu, 42 anni, di Capoterra, archeologa e guida turistica: un commovente viaggio di famiglia per esaudire il desiderio della nonna
“Il viaggio che ha segnato la vita della mia famiglia ha radici lontane, partendo dalla Sardegna, dove mio nonno, Giuseppe Scano meccanico specializzato, viveva e ha deciso di lasciare per migrare a Milano nel 1961, cercando un futuro migliore”.
E’ una storia incredibile quella che ci ha raccontato Francesca Piu, 42 anni, di Capoterra, archeologa e guida turistica: “Mia nonna, Lidia Matta, con grande coraggio, ha seguito il marito, affrontando un viaggio lungo e difficile con sei bambini piccoli, alla ricerca di una nuova vita. In quegli anni a Milano, la famiglia è cresciuta, e nel 1963 un’opportunità li ha portati a Roubaix, in Francia, grazie ai contatti delle sorelle che già vivevano lì”.
Nel dopoguerra infatti ci fu un’ondata migratoria che prese avvio intorno al 1953, un esodo massiccio. Si calcola che tra il 1953 e il 1971 abbiano lasciato l’Isola 180.000 persone in cerca di una vita migliore.
Il caso vuole che Francesca lavori spesso con turisti francesi e ha piacere di raccontare loro la storia della sua famiglia. “Un altro cambiamento importante per loro, ma anche l’inizio di una nuova vita, che ha visto crescere i figli tra scuola, attività didattiche, e l’integrazione con nuovi amici e parenti”. E tiene a precisare che la loro è stata una esperienza positiva di integrazione, sia in Lombardia che in Francia: “Una cosa curiosa che racconta mia nonna è che venivano chiamati “Ritals”, perché sul permesso di soggiorno c’era scritto rifugiati italiani”.

Dalla Sardegna alla Francia per visitare la tomba del figlio morto giovane: la storia di Nonna Lidia Matta
L’Isola però sempre nel cuore e da raggiungere appena si poteva: “Le estati trascorse in Sardegna, le vacanze dei grandi e le colonie per i più piccoli sono ricordi di una vita vissuta insieme che ha unito moltissimo la famiglia nonostante durante l’anno si vivesse in Paesi diversi”.
Poi la tragedia: “Nel tempo i più grandi hanno iniziato a lavorare, e anche Gavino, seguendo le orme del padre, è diventato meccanico. Ma il destino ha riservato anche momenti di dolore: nel 1967 (aveva 19 anni) un tragico incidente sul lavoro ha spezzato la sua giovane vita”.
La perdita di un figlio non si cancella e resta indelebile il dolore. Nel 1971 il ritorno in Sardegna per lavorare alla Remosa. Una scelta dovuta al lutto e al desiderio di tornare a casa, nell’Isola. “Per me mio zio per tanti anni è stato solo una figura raccontata, ma mai realmente conosciuta. Per questo abbiamo deciso di intraprendere un viaggio intergenerazionale a cui ha partecipato anche mia nonna che ha 94 anni”. Racconta Francesca che è stato un modo per esaudire il suo desiderio di tornare sulla tomba del figlio, scomparso così giovane mentre vivevano a Hem.

Dalla Sardegna alla Francia per visitare la tomba del figlio morto giovane: la storia di Nonna Lidia Matta
Una trasferta faticosa per una persona così anziana ma necessaria per una madre che ha perso un figlio e non può essere consolabile. “Era il suo modo di ricollegarsi al passato e prendersi cura della memoria di chi non c’è più. Un gesto che ci ha coinvolti profondamente, riscrivendo il nome sbiadito dalla pietra del tempo e posando fiori freschi. Il momento più commovente è stato quando mia nonna ha accarezzato la tomba, come se potesse sentire ancora la presenza di suo figlio, e ha lasciato una piccola foto sua e di mio nonno, ormai scomparso. Un’esperienza che non dimenticherò mai, resa ancora più speciale dalla presenza di zia Raffaella Kleinpoort e tutta la famiglia che ci ha accompagnato in questa bellissima esperienza di ritrovamento e di ricordo. Questo viaggio, che unisce la memoria del passato e la bellezza dei legami familiari, ha riscritto in modo indelebile la nostra storia”.
.

© RIPRODUZIONE RISERVATA