Olbia, trovato il relitto dell’Alemax II: dentro potrebbe esserci il corpo di Mandi

Si cerca Mandi nella cabina del peschereccio affondato a Capo Figari. Per settimane, la sua sorte è rimasta avvolta in mistero, ma ora sembra che l'inchiesta abbia finalmente fatto un passo avanti.
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Un tragico incidente marittimo avvenuto al largo di Capo Figari ha tenuto in ansia la comunità di Olbia la notte del 10 agosto scorso, quando il peschereccio Alemax II è stato coinvolto in una collisione con il traghetto Sharden, un evento che ha portato all’affondamento della nave e alla scomparsa del marittimo senegalese Mandi Diome.
Per settimane, la sua sorte è rimasta avvolta in mistero, ma ora sembra che l’inchiesta abbia finalmente fatto un passo avanti.
Dopo meticolose ricerche, gli investigatori della Guardia Costiera di Olbia hanno individuato il relitto dell’Alemax II a una profondità di circa 90 metri. Questa scoperta rappresenta un punto di svolta nella tragedia e potrebbe fare luce sul destino di Mandi Diome, conosciuto da tutti come Mandi.
La ricerca del relitto è stata resa possibile grazie all’impiego di un sofisticato robot subacqueo. Questo dispositivo è stato inviato in profondità e, dopo numerosi tentativi, è riuscito a individuare i resti della nave, che giacevano sepolte sotto un intricato groviglio di cime e reti da pesca. Tuttavia, sorge una nuova sfida, in quanto il robot non può accedere alla cabina del peschereccio senza rischiare di rimanere intrappolato nelle profondità marine.
La domanda che ora sorge spontanea è se il corpo di Mandi Diome sia all’interno della cabina, come testimoniano le informazioni raccolte dopo l’incidente. Testimoni oculari hanno affermato che Mandi si trovava nella cabina al momento della collisione e dell’affondamento dell’Alemax II. La risposta a questo interrogativo potrà essere ottenuta solo una volta che il relitto sarà recuperato.
Il sollevamento dell’Alemax II si prospetta come estremamente impegnativo. La Guardia Costiera di Olbia sta valutando attentamente tutte le possibili soluzioni per portare in superficie il peschereccio e, con esso, forse le risposte tanto attese sulla scomparsa di Mandi Diome.
La comunità resta in attesa delle prossime fasi dell’operazione di recupero e spera che essa possa finalmente portare la luce su ciò che è accaduto quella tragica notte di agosto e garantire giustizia a Mandi Diome e alla sua famiglia.

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A Porto Torres c’è ancora la casa dove visse Andrea Parodi. Ci vive il figlio ed è bellissima

La sua voce e la sua eredità continuano a vivere, e quella casa a Porto Torres rimane un piccolo santuario del suo talento e del suo spirito sardo.
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Lo sapevate? A Porto Torres, città natale di Andrea Parodi, c’è ancora la sua casa, oggi abitata dal figlio Luca e dalla sua famiglia. Un luogo che conserva il ricordo di una voce unica, capace di raccontare la Sardegna con intensità e passione.
Andrea Parodi, fondatore dei Tazenda e voce simbolo dell’isola negli ultimi trent’anni, ha segnato la storia della musica sarda: dal successo a Sanremo con “Spunta la luna dal monte” alla collaborazione con Fabrizio De André, fino alle ultime note insieme a Noa e Al Di Meola.
Diplomato capitano di lungo corso, il mare avrebbe potuto essere il suo palco alternativo, ma la musica lo ha scelto come protagonista. Il suo ultimo concerto risale al 22 settembre 2006 all’Anfiteatro Romano di Cagliari, pochi giorni prima che il tumore lo portasse via il 17 ottobre.
La sua voce e la sua eredità continuano a vivere, e quella casa a Porto Torres rimane un piccolo santuario del suo talento e del suo spirito sardo.

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