Quando la Sardegna pativa la siccità, in passato si ricorreva a un rito segreto che veniva praticato solo da uomini e rigorosamente durante la notte di plenilunio.

La pratica, che pare risalire al prenuragico, è terminata, secondo le fonti, all’inizio del 900.

In cosa consisteva il rito? In una notte di novilunio, un gruppo dispari di uomini prelevava dal cimitero del villaggio un numero dispari di crani che venivano legati tra di loro e appesi a un cespuglio nei pressi di un fiume o di un torrente, oppure immersi in una vasca d’acqua.

Quando la pioggia iniziava a cadere con vigore, gli uomini riportavano i teschi all’ossario. Il mancato recupero dei teschi avrebbe comportato un terribile nubifragio con gravi danni alle colture e alle persone.

Testimonianza del rito anche in Ogliastra, come raccontato dalla scrittrice Simonetta Delussu nel suo libro “Stregoneria in Sardegna”.

Un matrimonio che profuma di storia e tradizione: tra le antiche pietre del Nuraghe Nolza, nel cuore di Meana Sardo, Chiara Carboni ed Enrico Zedde hanno scelto di coronare il loro amore.

Foto dal profilo FB Nuraghe Nolza: Percorso Archeo-Etnografico Meana

La cerimonia, celebrata in uno degli scenari archeologici più suggestivi della zona, ha unito l’intimità di un giorno speciale al fascino senza tempo della civiltà nuragica.

Foto dal profilo FB Nuraghe Nolza: Percorso Archeo-Etnografico Meana

«Siamo davvero felici che abbiano scelto questo luogo unico, tanto importante anche per loro, per suggellare un momento così significativo», raccontano dalla cooperativa Ortuabis, che cura la gestione del sito archeologico.

Foto dal profilo FB Nuraghe Nolza: Percorso Archeo-Etnografico Meana

Un’unione che non resterà impressa soltanto nei ricordi degli sposi e degli invitati, ma che entra a far parte anche della storia del Nuraghe Nolza, dimostrando come gli spazi della memoria possano diventare palcoscenici vivi e pulsanti per nuove storie d’amore.