«Non guardare mai gli altri, fai sempre ciò che ritieni giusto»: ecco il motto della signora Maria Lobina, nuova centenaria di Seui.

Sì, perché la signora Maria, il 4 gennaio, ha soffiato su cento candeline. Cento albe viste sorgere, albe piene di saggezza, di forza e di coraggio, come ci insegna la sua storia.

Con il figlio Gianni Lai

Primogenita di cinque figli in una famiglia di agricoltori, frequenta la scuola elementare fermandosi alla quarta. Quando la miseria permea l’aria, durante la seconda guerra mondiale, fa di tutto per non far mancare nulla ai suoi cari: Maria è una gran lavoratrice, su questo non c’è alcun dubbio.

Alla fine degli anni Cinquanta, Maria Lobina sposa Raimondo Lai e da questo amore nascono tre figli maschi. Lavoro duro, pochi soldi ma sempre clima sereno e dignità al primo posto – come ci racconta il figlio Gianni. Vedova sin dall’età di settant’anni, è autosufficiente fino ai 90. Adesso? È lucida e sempre pronta a dispensare consigli e a distribuire insegnamenti. Gli stessi che lei, con la dura vita vissuta, ha imparato decenni fa.

Sabato 15 novembre alle 16.30, nella Biblioteca Angelino Usai di Lanusei, Beniamino Zuncheddu presenterà il libro Io sono innocente (De Agostini Libri), scritto insieme al suo avvocato Mauro Trogu.

Con lui dialogheranno il giornalista Francesco Manca e l’avvocata Battistina Pisanu. Il volume ripercorre la storia del pastore di Burcei, vittima di uno dei più gravi errori giudiziari italiani.

Arrestato nel 1991 e condannato all’ergastolo per una strage che non aveva commesso, Zuncheddu ha trascorso quasi trentatré anni in carcere proclamandosi sempre innocente. Solo molti anni dopo, grazie alla determinazione di un giovane avvocato, è emersa la verità: le prove contro di lui erano fragili e i riconoscimenti incerti.

Io sono innocente è il racconto di una vita spezzata e di una giustizia che ha saputo infine correggere il proprio errore, ma troppo tardi, dopo decenni di silenzio e dolore.

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