Accadde oggi. L’8 settembre 1981 la performance di Maria Lai “Legarsi alla montagna”: il VIDEO di Tonino Casula
(VIDEO) 40 anni fa, la performance artistica "Legarsi alla montagna" trasformò per sempre Ulassai rendendola museo a cielo aperto, un luogo magico in cui la natura si fonde alla perfezione con l'anima di chi la vive. In ricordo di quella occasione, il docufilm a cura di Tonino Casula
canale WhatsApp
Era proprio l’8 settembre di 39 anni fa, quando l’infinita Maria Lai e tutta la comunità lasciarono un segno indelebile nella nostra terra.
La performance artistica “Legarsi alla montagna” trasformò per sempre Ulassai rendendola museo a cielo aperto, un luogo magico in cui la natura si fonde alla perfezione con l’anima di chi la vive.
In ricordo di quella occasione, il docufilm a cura di Tonino Casula:
https://www.youtube.com/watch?v=0rVoN64Fz-o&t=297s&ab_channel=toninocasula
Fonte Ulassai Turismo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Un presepe tra le macerie: a Tortolì la Natività diventa messaggio di pace e speranza per chi vive la guerra

La scena della Natività è ambientata tra le rovine di un edificio distrutto, con macerie, muri spezzati e cemento crollato a fare da sfondo alla nascita di Gesù. Il messaggio della parrocchia di San Giuseppe è chiaro (e bellissimo): Dio non sceglie luoghi sicuri e protetti, ma entra nelle ferite del mondo.
canale WhatsApp
Nella parrocchia di San Giuseppe di Monte Attu, a Tortolì, il presepe realizzato quest’anno si distingue per il suo forte valore simbolico e per il messaggio profondamente attuale che intende trasmettere. La scena della Natività è ambientata tra le rovine di un edificio distrutto, con macerie, muri spezzati e cemento crollato a fare da sfondo alla nascita di Gesù.
Il significato dell’allestimento è stato spiegato dalla parrocchia stessa attraverso i propri canali social, dove viene sottolineato come il presepe sia dedicato a tutte le persone che oggi vivono nei drammatici teatri di guerra. In questo contesto di devastazione, la Sacra Famiglia diventa segno di speranza e di luce.
Maria è rappresentata con un’espressione di dolcezza e raccoglimento, mentre custodisce la vita anche in mezzo alle rovine. Giuseppe appare vigile e forte, presenza silenziosa che protegge quel fragile spazio di pace. Al centro della scena c’è il Bambino Gesù, deposto nella mangiatoia il 25 dicembre, avvolto da una luce che contrasta con l’oscurità delle macerie, a indicare che Dio nasce proprio dove tutto sembra perduto.
Anche gli altri elementi dell’allestimento hanno un valore simbolico: il muschio che cresce tra i detriti, le travi spezzate e i muri crollati richiamano una vita che resiste, una storia ferita che attende redenzione, una pace possibile anche nel dolore.
Il messaggio, come spiegato dalla parrocchia stessa sui social, è chiaro: Dio non sceglie luoghi sicuri e protetti, ma entra nelle ferite del mondo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
