Lo sapevate? In Sardegna esiste uno dei deserti naturali più grandi (e belli) d’Europa
Ci troviamo nella Costa Verde, poco sotto Oristano, dalle parti di Arbus. Il deserto di Piscinas è grande circa cinque chilometri quadrati ed è un deserto in piena regola con alte dune di sabbia che dalla costa si estendono verso l’interno. Le dune, alte anche 100 metri, sono le più alte d’Europa.
Lo sapevate? In Sardegna esiste uno dei deserti naturali più grandi e belli d’Europa.
Ci troviamo nella Costa Verde, poco sotto Oristano, dalle parti di Arbus. Il deserto di Piscinas è grande circa cinque chilometri quadrati ed è un deserto in piena regola con alte dune di sabbia che dalla costa si estendono verso l’interno. Le dune, alte anche 100 metri, sono le più alte d’Europa. Un paesaggio di rara bellezza incastonato in una delle zone più affascinati della Sardegna: un territorio brullo, a tratti quasi montano, dove un tempo erano attive le miniere più importanti d’Italia.
Piscinas è raggiungibile da Arbus, che incontrate lungo la costa venendo da nord o dall’interno, da Guspini e Ingurtosu venendo da sud. Una strada sterrata ma facilmente percorribile anche dalle moto vi accompagnerà alle prime dune. Che sia terra di miniere ve lo dicono le antiche strutture, alcune ancora visitabili, che si incontrano lungo la strada.
Il deserto degrada fino al mare e la spiaggia è una delle più lunghe e belle della Sardegna. L’acqua è cristallina ma non adatta ai bambini perché diventa subito profonda. Si tratta di una zona spesso battuta dal vento di maestrale e se questo rende ancora più affascinate il paesaggio per il movimento delle dune, in realtà crea anche correnti fortissime e fare il bagno da queste parti può essere molto pericoloso. Per fortuna non è sempre così e se avete la fortuna di trovare una bella giornata vi sembrerà di stare in paradiso.
Tutta la zona circostante le dune è stato territorio di reintegro del cervo sardo. I volontari hanno fatto un gran lavoro e non è raro vedere i cervi che pascolano intorno: è più facile avvistarli al tramonto o all’alba.
La sabbia è finissima e assume diverse tonalità: bianca, dorata in contrasto con l’acqua trasparente.
Piscinas è uno dei luoghi selvaggi della Sardegna, un luogo ancora isolato, fortunatamente ancora integro nella sua bellezza.
Il periodo migliore per vedere Piscinas comincia verso Pasqua. Ad agosto è abbastanza affollato, mentre giugno e settembre sono senza dubbio i mesi perfetti: poca gente e possibilità di fare il bagno e godersi il posto in tranquillità.
Il tramonto a Piscinas è una delle cose più belle da vedere in Sardegna.
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Vista su Tortolì, drink superlativi e atmosfera lounge: il Quarto Piano Rooftop Bar, il cocktail bar con terrazza panoramica
Immaginate di trovarvi su una terrazza panoramica che vi permette di vedere Tortolì dall’alto, tra luci e colori. E immaginate anche di poter scegliere tra decine di gin e whisky.
Lunghe lingue di sabbia, con vista su acqua trasparente che sembra fondersi con il cielo estivo, ma anche insenature, spettacoli della natura, strisce di porfido rosso che costeggiano questo luogo da fiaba e tante chicche archeologiche: Tortolì, c’è poco da fare, è un gioiello della costa centro-orientale dell’Isola, un posto che scegliere per le proprie vacanze è d’obbligo.
Dopo una giornata a prendere il sole e una cena in uno dei locali di zona, decidiamo di fare rotta verso uno dei lounge bar più consigliati in zona: pare sia una vera e propria terrazza panoramica con vista su tutta Tortolì. Trovarlo non è difficile: il Quarto Piano Rooftop Bar è – come rivela il nome – al quarto piano dell’Hotel Orrì, lungo la strada principale della cittadina.
Un ascensore panoramico ci porta fin su e già questa è un’esperienza. È sera, siamo due coppie di amici e le luci della città, in un caleidoscopio di colori che ruba gli occhi, ci accompagnano lungo la salita.
Appena entrati, una ragazza ci accoglie con un sorriso: qui la parola d’ordine è relax e calore, con l’ospitalità al centro di tutto. Mi guardo intorno e quello che noto è la ricercatezza degli arredi. Tanti i colori presenti, che sembrano sposarsi alla perfezione l’uno con l’altro. La clientela è perlopiù over trenta, ma noto anche un uomo più grande che si gode un sigaro e un distillato al proprio tavolo. La ragazza che ci ha accolto ci racconta che una delle novità di quest’anno è la Cigar Experience, una sorta di percorso che unisce il gusto di fumare un buon sigaro mentre si sorseggia un rum o whisky.
Ci accomodiamo nella veranda esterna e qui abbiamo un pieno assaggio di quel che è il Quarto Piano Rooftop Bar: da sotto, le case della cittadina sembrano lontane e vicine allo stesso tempo, e la luce soffusa rende l’atmosfera di questo lounge bar serena, quasi angelica.
Notiamo subito che la carta dei vini – locali, nazionali e internazionali – mette d’accordo tutti ma è l’ampia scelta di gin che ci lascia incuriositi: quasi trenta etichette, molte di nicchia e arrivate da Brasile, Sudafrica, Vietnam, Canada, Giappone.
E ci sono anche drink studiati appositamente dal barman, oltre ai grandi classici. C’è addirittura una linea basata sui segni zodiacali. Capiamo subito perché questo è un punto di riferimento nel mondo dei cocktail: quando la sperimentazione crea risultati originali, è sempre un vantaggio…del resto osare è spesso la chiave per brillare.
Optiamo tutti per qualcosa di diverso. La mia amica sceglie il Libra – una rivisitazione del Negroni ma chiarificato –, perfettamente bilanciato e da qui il suo nome, e il suo compagno opta per il The Dalmore. Mentre mio marito sceglie una birra artigianale locale – qui l’unione tra Ogliastra e mondo intero è più riuscita che mai – io opto per il Virgo: il sapore dolce della crema alla banana si sposa perfettamente con quello del Rum Don Papa e il cubo verde di Midori al centro dà un effetto scenico sorprendente. Il lime dà quell’ultimo tocco lievemente acido che smorza la dolcezza della banana. Chiediamo qualche snack e rimaniamo piacevolmente colpiti dal fatto che ci siano anche delle prelibatezze vegetariane, adatte alla mia amica. Buttiamo l’occhio su un alto bonsai e la cameriera ci spiega che all’inizio era dentro, nella sala centrale, ma che ora sta prendendo un po’ d’aria fuori: ci sembra un ottimo modo per arricchire questa veranda da sogno, del resto le piante regalano serenità.
Mentre sorseggiamo, ci godiamo la musica dal vivo. Chiacchieriamo, ci guardiamo attorno cullati dalle note, e poi ci rendiamo conto che è tardi. Si è fatta mezzanotte, quasi.
Al momento di andare via, ripercorriamo la strada all’inverso e notiamo che tutti i membri dello staff sono sorridenti: uno di loro racconta la storia di un drink a un tavolo. Il loro entusiasmo è contagioso.
Scendiamo di nuovo e mentre siamo nell’ascensore panoramico, è chiara una cosa: abbiamo assaggiato drink unici, in un ambiente unico. Torneremo? Certo.
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