I sindaci ogliastrini a Cagliari: “Sanità al collasso, che venga nominato un nuovo direttore per l’Asl di Lanusei”

Si sono dati appuntamento a Cagliari, sotto al Palazzo del Consiglio Regionale, per chiedere a gran voce la nomina di un nuovo direttore generale per la Asl di Lanusei, posizione ancora vacante ( fatto gravissimo) dopo le dimissioni rassegnate a febbraio da Cugia
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Dopo la grande manifestazione in difesa della sanità pubblica tenutasi a Lanusei il 9 aprile e dopo numerosi incontri e conferenze sociosanitarie dedicate alle criticità della sanità pubblica in Ogliastra, questa mattina i sindaci del territorio si sono dati appuntamento a Cagliari, sotto al Palazzo del Consiglio Regionale, per chiedere soluzioni concrete e risolutive per la comunità messa in ginocchio ormai dai continui tagli alla sanità.
I primi cittadini ogliastrini hanno fatto sentire, ancora una volta, la propria voce e chiesto un intervento immediato da parte della Regione, affinché, in primis, provveda a nominare un nuovo direttore generale per la Asl di Lanusei, posizione incredibilmente ancora vacante dopo le dimissioni rassegnate a febbraio da Luigi Cugia.
Ricevuti a Palazzo dal Presidente del consiglio regionale Michele Pais, hanno portato, ancora una volta, all’attenzione della politica regionale i problemi in cui versa il territorio e le criticità del servizio ospedaliero. In sala anche il consigliere regionale Salvatore Corrias, da sempre in prima linea in questa battaglia in difesa della sanità territoriale.
I primi cittadini, capitanati dal sindaco di Lanusei Davide Burchi, si sono anche detti disponibili ad allargare la rosa dei nomi dalla quale attingere quello del prossimo direttore generale, purché si approdi a una decisione e di conseguenza a una nomina. Il Presidente della Regione Solinas, interpellato telefonicamente dal consigliere regionale Mula, ha rassicurato la compagine amministrativa ogliastrina, garantendo la nomina del dg a strettissimo giro.
Tra i 17 ( su 23) sindaci ogliastrini presenti, uno dei più risoluti è sembrato certamente Chicco Usai, il sindaco di Ussassai, proprio perché alla guida di una comunità che da troppo tempo sta patendo tagli e problematiche sanitarie: “Sono sindaco da un anno e mezzo e da un anno e mezzo non ho fatto altro che portare avanti questa battaglia, in un comune che oltretutto non ha ancora un medico e dove la guardia medica più vicina è distante la bellezza di 16 chilometri – ha spiegato Usai – La situazione è critica, ci sentiamo abbandonati, questa è l’ennesima volta che ci presentiamo in Regione a chiedere risposte e spero sia l’ultima: pretendiamo garanzie e appoggio”.
“Abbiamo ritenuto, di concerto, di dover tenere altissima l’attenzione sulla mancata nomina, dopo mesi, del direttore generale per il nostro territorio e sulle condizioni della sanità ogliastrina, che sta pagando un prezzo altissimo in questo momento. Siamo allo stremo per la mancanza in pianta organica del 40% dei medici, situazione resa ancora più grave dall’assenza di un timoniere”.

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(FOTO) Ieri la manifestazione per la Palestina a Punta la Marmora: la Sardegna si mobilita

“Nel terribile mutismo delle istituzioni, non ci resta altro che la mobilitazione visibile delle coscienze”, hanno ricordato gli organizzatori, sottolineando come ogni passo sulla montagna sia stato un atto di responsabilità civile.
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Ieri si è svolta una partecipata marcia di solidarietà per la Palestina, con appuntamento alle ore 10 a Tascusì, punto di partenza scelto dagli organizzatori per facilitare la partecipazione. La meta era la vetta di Punta la Marmora, nel cuore del Gennargentu, raggiunta da diversi versanti e percorsi.
Secondo il programma diffuso nei giorni scorsi, il percorso collettivo più seguito è stato quello dal versante desulese di Su Filariu, con possibilità di avvicinamento in auto fino alla sella Artillai, a supporto di chi aveva difficoltà nella camminata. Dopo il trasferimento in auto da Tascusì fino all’area di parcheggio di Su Filariu, la marcia è iniziata ufficialmente alle 11, con arrivo a Punta la Marmora alle 13.

Manifestazione Pro Palestina a Punta La Marmora
L’evento non aveva carattere politico-partitico ma era concepito come “una mobilitazione di persone, prima che di sigle politiche o entità associative, che comunque sarebbero benvenute”. Gli organizzatori hanno voluto sottolineare l’urgenza di “portare i nostri corpi, unendo visibilmente e amorevolmente le nostre coscienze, sulla vetta della montagna sarda”, come risposta al silenzio delle istituzioni di fronte alla crisi palestinese.
Molti partecipanti hanno espresso commozione e senso di responsabilità civile: “La condizione di estrema angoscia nella quale si svolge ormai da due anni la nostra vita quotidiana è vissuta da tutti noi come l’unico modo di ‘restare umani’”, ha detto uno degli organizzatori. Altri hanno osservato come la manifestazione rappresenti un gesto concreto di solidarietà: “Nel terribile mutismo delle istituzioni e quindi nella totale passività della politica, non ci resta altro che la mobilitazione visibile delle coscienze”.
L’iniziativa ha inoltre ricordato la situazione politica e diplomatica internazionale: “Dopo due anni (o dopo cento anni) di oscuramento della vicenda palestinese, compaiono brevi e clamorosi annunci di riconoscimento di uno Stato di Palestina, nella formula astratta di ‘Due popoli, due stati’”. Gli organizzatori hanno evidenziato la necessità di proseguire con il ripudio della guerra e la sospensione di forniture militari, definendolo un “obbligo tassativo prescritto dalla Costituzione”.
La manifestazione ha raccolto partecipanti provenienti da diversi comuni del territorio e ha rappresentato un momento di riflessione collettiva, camminando attraverso uno dei paesaggi più suggestivi della Sardegna, unendo natura, impegno civile e solidarietà internazionale.

Manifestazione Pro Palestina a Punta La Marmora
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