A Santa Maria Navarrese è stata adottata la decisione di chiudere il plesso scolastico, a seguito di una riscontrata positività al Covid-19.

A dare la notizia è stata l’Amministrazione comunale, attraverso una nota ufficiale.

Si legge nel messaggio: “Da lunedì in maniera prudenziale e precauzionale, in accordo con la direzione scolastica e con gli uffici di Igiene Pubblica abbiamo preso la decisone della chiusura per le scuole di Santa Maria Navarrese – infanzia, primaria e secondaria – per un caso di positività riscontrato tra i collaboratori scolastici.

Abbiamo immediatamente attivato il protocollo più rigido poiché la persona interessata ha avuto contatti con il personale dei vari istituti tra cui il plesso di Triei.

La chiusura è orientata a evitare che il virus si possa propagare nei nostri paesi, compromettendo mesi di dure battaglie che hanno permesso alle nostre comunità di ritornare a una situazione di normalità.

In questi casi la prudenza e la salute dei cittadini è per noi al primo posto. Siamo fiduciosi che per mercoledì la situazione di massima allerta possa risolversi, e che le scuole si possano riaprire in sicurezza.

Con la consapevolezza e il dispiacere di dover privare dei nostri ragazzi, la didattica in presenza, siamo fiduciosi che studenti e genitori comprendano l’urgenza di questa scelta”.

Una bottiglia in faccia, la ferita a un occhio e sette giorni di infortunio.

È successo ieri a un infermiere della clinica psichiatrica dell’Ospedale Sirai di Carbonia, aggredito brutalmente da un paziente, accompagnato dalle forze dell’ordine al nosocomio, durante un TSO.

“Una situazione ormai insostenibile per noi – ha detto Marco Zurru, dirigente del NurSind, sindacato delle professioni infermieristiche, e rappresentante RSU e RSL. Abbiamo più volte segnalato la realtà nella quale siamo costretti a lavorare: siamo un numero insufficiente di professionisti e siamo impauriti, senza tutele, ripetutamente aggrediti dai pazienti. Abbiamo chiesto più volte che ci venisse assegnata almeno una guardia giurata: niente è stato fatto. Siamo inascoltati. Ieri è avvenuta l’ennesima aggressione ai danni di un infermiere, colpito – durante un TSO – con un violento colpo di bottiglia in faccia, con conseguente trauma al viso e all’occhio e la rottura degli occhiali. Tutto questo è gravissimo, e poteva andare molto peggio”.

Gli infermieri, attraverso il rappresentante del NurSind, si dichiarano sotto pressione e tensione psicologica per la per la situazione al limite della tolleranza. “Siamo soli, isolati, e trattiamo pazienti aggressivi – ha proseguito Zurru – siamo anche in piena emergenza Covid e aggiungo che molto personale è andato in pensione, non sostituito. Altri si sono licenziati e altri ancora avevano contratti a tempo determinato. Mi chiedo, dopo tutto questo e tutte le nostre lettere, cosa stia aspettando la dirigenza a intervenire”.