Sardi famosi: Tiberio “Ferribotte” Murgia, uno dei più popolari caratteristi del cinema italiano

Sardo di Oristano per una vita è stato identificato col siciliano geloso e acchiappafemmine, un ruolo che gli aveva inventato Monicelli per il film “I soliti ignoti”. Ripercorriamo la sua vita grazie a un vecchio pezzo del Corriere della Sera. Nato a Oristano
Sardo di Oristano per una vita è stato identificato col siciliano geloso e acchiappafemmine, un ruolo che gli aveva inventato Monicelli per il film “I soliti ignoti”.
Ripercorriamo la sua vita grazie a un vecchio pezzo del Corriere della Sera. Nato a Oristano il 5 febbraio del 1929 da una famiglia povera, Murgia inizia a lavorare fin da giovanissimo come manovale. A 20 anni è venditore ambulante de l’Unità. I dirigenti della locale sezione del partito intravedono in lui particolari doti politiche e lo inviano a Frattocchie, in provincia di Roma, dove ha sede la scuola nazionale per i dirigenti del partito. Al suo rientro, sei mesi dopo, diviene segretario dei Giovani Comunisti e si sposa. Dopo qualche tempo inizia a intrattenere una relazione con una compagna di partito, a seguito della quale, per lo scandalo destato, viene espulso dal Pci. Murgia emigra quindi in Belgio a Marcinelle. Anche lì stabilisce una relazione sentimentale con la moglie di un collega belga e scampa rocambolescamente alla morte nel disastro di Marcinelle. Murgia ritorna nella sua città natale ma è costretto a emigrare a Roma per sfuggire all’ira dei familiari di un’altra giovane donna che egli corteggia nonostante fosse già sposato. Nella Capitale inizia a lavorare come lavapiatti in una trattoria del centro (Il re degli amici) fin quando viene notato da un’assistente del regista Mario Monicelli, che lo invita in studio per un provino. Il regista toscano gli affida il ruolo di Ferribotte (storpiatura di ferry boat, il traghetto che unisce la Sicilia al continente), il gelosissimo e possessivo immigrato siciliano, nella banda di inesperti e pasticcioni malavitosi romani che, nel capolavoro della commedia all’italiana del 1958, I soliti ignoti, tenta di assaltare senza successo la cassaforte del Monte dei Pegni.
Murgia rimarrà fedele al personaggio e allo stereotipo caricaturale del siciliano per gran parte delle sue apparizioni cinematografiche che si articoleranno, con una certa regolarità, per tutti i 40 anni successivi, attraversando i principali generi popolari del nostro cinema recente. Essendo sardo, viene ovviamente doppiato, con cadenza sicula, da attori quali Renato Cominetti, Ignazio Balsamo e Michele Gammino. Il grande pubblico lo ricorda per la sua mimica facciale, gli occhi spesso socchiusi e le sopracciglia perennemente arcuate e folte, il capo leggermente rivolto all’indietro nella rappresentazione satirica di un siciliano diffidente e ostinato.
Lo stesso stereotipo sarà anche sfruttato in pubblicità: Tiberio Murgia infatti sarà per molti anni testimonial di una nota marca di caffè nei caroselli televisivi. Sempre nei panni di Ferribotte prende parte al sequel de I soliti ignoti (Audace colpo dei soliti ignoti) diretto da Nanni Loy nel 1960 e, sempre al fianco di Marcello Mastroianni e Vittorio Gassman, conclude la saga nel 1987 con il film di Amanzio Todini, I soliti ignoti vent’anni dopo.
Sempre per la regia di Mario Monicelli prende parte, nel ruolo secondario del soldato Nicotra, ne La grande guerra del 1959 e, al fianco di Monica Vitti, ne La ragazza con la pistola del 1968. Gli anni Sessanta lo vedono partecipare, sempre in ruoli di comprimario, in molte produzioni a carattere parodistico e alle commedie leggere tipiche del cinema italiano di quel periodo. Per la regia di Sergio Corbucci è al fianco di Totò ne Il giorno più corto del 1962 mentre nel 1961 aveva recitato a fianco di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia nel film L’onorata società. Nel 1966, per la regia di Vittorio De Sica, veste i panni di un detective ne Caccia alla volpe mentre nei primi anni settanta compare in diverse produzioni appartenenti al genere decamerotico, sotto la regia di Mariano Laurenti. Tiberio Murgia è morto il 10 agosto 2010 a 81 anni.
Migranti, duro scontro tra Cappellacci (Forza Italia) e Spanu (Pd)

«Mi rendo conto che l’onorevole Cappellacci sia già in campagna elettorale e utilizzi su un tema delicato e complesso slogan e giudizi superficiali e semplicistici». Così l’assessore degli Affari generali Filippo Spanu ha replicato agli attacchi del coordinatore regionale di Forza Italia Ugo Cappellacci sui recenti sbarchi che hanno interessato la Sardegna.
«Gli sbarchi dall’Algeria proseguono tutto l’anno, raddoppiano e continuano a pieno ritmo – ha dichiarato Cappellacci questa mattina -. Le politiche di questi anni hanno favorito un’immigrazione senza criteri e senza controlli ed un’accoglienza che è sempre meno ‘umanitaria’ e sempre più affaristica. Non si può pensare che l’unico modello di sviluppo proposto dalla Regione e dal Governo sia quello di vere e proprie ‘fabbriche dell’immigrazione’. Occorre uscire dall’ambiguità di una politica ‘sinistra’, che strizza l’occhio a questo fenomeno, che propone la cittadinanza facile con lo ius soli e che, in maniera folle, pensa di ripopolare la Sardegna con i migranti».
«La Giunta, sugli arrivi dei migranti attraverso il sistema Frontex – ha replicato l’assessore- ha chiesto e ottenuto dal Governo il rispetto delle regole e, come ha ribadito il presidente Pigliaru nel corso della recente visita del ministro dell’Interno Marco Minniti, abbiamo apprezzato l’impegno mantenuto dallo stesso Ministro di tenere salda la quota dei richiedenti asilo che spetta alla Sardegna entro il tetto stabilito, rispettando la proporzione con le altre regioni in relazione al numero di abitanti».
«Insieme al Governo e con l’indispensabile leale collaborazione del comune di Macomer – ha aggiunto Spanu – abbiamo dato contorni concreti all’idea di aprire, nell’ex struttura carceraria della cittadina del Marghine, un Centro permanente per i rimpatri destinato esclusivamente alle persone che arrivano dall’Algeria con gli sbarchi diretti. Il Cpr è uno strumento di deterrenza. Chi arriva in Sardegna in modo illegale deve sapere che sarà trasferito nel Cpr e poi in tempi rapidi rimpatriato. La struttura in queste settimane è al centro di un intervento di risanamento e ristrutturazione ma entro pochi mesi sarà pienamente operativa. Voglio ribadire con forza che in Sardegna non esiste alcuna gestione affaristica dell’accoglienza. Da tutte istituzioni, dalla Regione alle Prefetture ai comuni, in campo c’è invece il massimo impegno per costruire, soprattutto attraverso la rete Sprar, un sistema di accoglienza equilibrata e diffusa nel territorio».

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