Specchi d’epoca, stucchi originali e un soffitto che incanta: dove ci troviamo?

Aperto nel 1875, è uno di quei posti che non si visitano semplicemente per un caffè: qui si entra per respirare un secolo e mezzo di memorie, incontri e racconti. Lo avete riconosciuto?
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C’è un angolo di Nuoro in cui il tempo sembra aver deciso di fermarsi. È il Caffè Tettamanzi, noto anche come Bar Majore, un locale che non è solo un bar, ma un frammento vivo di storia cittadina. Aperto nel 1875 lungo il corso Garibaldi, è uno di quei posti che non si visitano semplicemente per un caffè: qui si entra per respirare un secolo e mezzo di memorie, incontri e racconti.
Il fondatore fu un ebanista piemontese, Antonio Tettamanzi, arrivato a Nuoro per un lavoro prestigioso: realizzare il coro ligneo della nuova cattedrale. Il suo talento lasciò tracce anche oltre la chiesa, perché nel caffè ancora oggi si ammirano gli stucchi originali e alcuni specchi d’epoca, testimoni silenziosi di chiacchiere e sguardi passati. Non mancava nemmeno un tocco di modernità per l’epoca: un grande biliardo, il primo della città, costruito con le sue mani.
Il Tettamanzi non tardò a diventare il punto di ritrovo privilegiato dell’intellighenzia nuorese: qui sostava quotidianamente Sebastiano Satta e, con lui, quel gruppo di pensatori e poeti che diedero a Nuoro il soprannome di “Atene Sarda”. Persino la letteratura lo ha immortalato: Salvatore Satta lo descrive ne Il giorno del giudizio, con i suoi divani rossi che ricordavano i caffè veneziani; Grazia Deledda, in Cosima, lo evoca come luogo di meraviglia, con le sue porte vetrate e i riflessi degli specchi.
Non erano solo i nuoresi ad affezionarsi al locale. Nell’estate del 1892, lo scrittore Antonio Nani ne rimase affascinato, annotandone l’atmosfera raffinata nel suo diario di viaggio. Da allora, generazioni di viaggiatori hanno continuato a sedersi ai suoi tavolini, cercando quell’alchimia unica di tradizione e intimità.
Oggi, il Caffè Tettamanzi non ha perso la sua vocazione culturale: oltre a essere un ritrovo per chi ama il gusto lento del caffè e della conversazione, ospita mostre artistiche e fotografiche, reinventando la sua identità senza mai tradire le origini.
Il riconoscimento ufficiale non è mancato: nel 2017, il MiBACT lo ha dichiarato bene di interesse culturale storico-artistico, e da tempo fa parte dei locali storici d’Italia.
Sedersi al Tettamanzi significa quindi non solo gustare un espresso, ma assaporare una pagina di storia nuorese: un caffè che è, a tutti gli effetti, un piccolo museo dell’anima cittadina.

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