Ogliastra, il punto nascita chiuso da quasi quattro anni: il comitato “Giulemanidallogliastra” chiede risposte concrete

Quasi quattro anni di sospensione per il punto nascita dell’Ogliastra. Il comitato “Giulemanidallogliastra” torna a denunciare la situazione con una lettera aperta alla politica: nascere nel proprio territorio è un diritto, non un favore. Il Comitato chiede certezze concrete: una data di riapertura, personale qualificato, protocolli chiari per le emergenze materno-infantili e un cronoprogramma pubblico con responsabili e tappe. Oppure la chiarezza sul fatto che la struttura non riaprirà, assumendosi la responsabilità davanti agli ogliastrini.
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Quasi quattro anni. Tanto dura ormai la sospensione temporanea del punto nascita dell’Ogliastra. Un tempo sufficiente a trasformare la vita quotidiana in una lunga marcia tra ambulanze, trasferimenti e incertezze, mentre intere famiglie valutano se restare o partire.
A sollevare di nuovo la questione è il coordinamento “Giulemanidallogliastra”. In una lettera aperta alla politica, il Comitato non chiede favori: ricorda un diritto fondamentale, quello di nascere nel proprio territorio, e denuncia le conseguenze di servizi essenziali assenti. Spopolamento, villaggi che si svuotano, case che diventano silenziosi testimoni di un presente senza futuro.
Il Comitato non si limita alle parole: chiede certezze concrete. Una data di riapertura, personale qualificato, protocolli chiari per le emergenze materno-infantili, mezzi adeguati. E un cronoprogramma pubblico, con nomi e responsabilità. Oppure, sostiene, la politica dovrebbe avere il coraggio di dire chiaramente che la struttura non riaprirà, assumendosi la responsabilità di fronte alla comunità.
In fondo, la questione va oltre la polemica: è una scelta sul destino dell’Ogliastra. Continuare a negare i servizi essenziali significa accettare che un territorio scompaia lentamente, pezzo dopo pezzo, nascita dopo nascita. Dare priorità ai diritti fondamentali non è solo giustizia sociale: è investire sul futuro di un’intera comunità.

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A Jerzu una domenica in rosa: oltre 800 donne in marcia per la Pink Parade e la ricerca contro i tumori

Un fiume rosa ha invaso Jerzu ieri mattina, trasformando Sant'Antonio in un grande simbolo di solidarietà e speranza.
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Un fiume rosa ha invaso le strade di Jerzu domenica mattina, trasformando il borgo ogliastrino in un grande simbolo di solidarietà e speranza. Più di 800 donne, arrivate da ogni angolo dell’Ogliastra, hanno partecipato alla Pink Parade, la camminata benefica a sostegno della ricerca contro i tumori femminili, promossa da PittaRosso e Fondazione Umberto Veronesi, con l’organizzazione del Team sui Tacchi con Patry.

Foto di Morena Rigamonti
L’appuntamento, ospitato quest’anno a Jerzu dopo il successo della precedente edizione a Lanusei, ha colorato di energia e determinazione l’area di Sant’Antonio, dove è partita una marcia che è molto più di un evento sportivo: è un messaggio di forza collettiva.

Foto di Morena Rigamonti
Il rosa, colore simbolo della manifestazione, rappresenta la forza di chi ha combattuto una battaglia difficile, la solidarietà di chi cammina accanto a chi ancora lotta e la speranza di chi non si arrende mai. Donne di tutte le età, insieme a famiglie, bambini e associazioni locali, hanno camminato fianco a fianco con un unico obiettivo: sostenere la ricerca scientifica e diffondere la cultura della prevenzione.
Applausi, musica, sorrisi e tanta emozione hanno accompagnato la camminata, che si è conclusa tra abbracci e parole di incoraggiamento, in un clima di profonda partecipazione.

Foto di Francesca Carta
Con questa edizione, Jerzu conferma la sua vocazione a essere cuore pulsante della solidarietà ogliastrina, dove la comunità si unisce per dare forza alla scienza e speranza a chi combatte ogni giorno. Una giornata di coraggio, comunità e gratitudine: quando il rosa diventa il colore della vita.

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