Esiste un primo piatto allo zafferano che si prepara solo in uno specifico paese della Sardegna: di che si tratta?

Vi state chiedendo di che si tratta? All’apparenza è un semplice primo, ma dietro quei sottilissimi tagliolini c’è un mondo fatto di tradizione, ritualità e sapienza femminile tramandata da generazioni. Oggi vi raccontiamo tutto
C’è un piatto che non troverete nei ristoranti di tutta l’isola, né lungo le coste affollate d’estate. Un piatto che sa di casa, di gesti antichi, di sapori profondi: è Su Succu, tesoro culinario che parla la lingua di un solo paese, Busachi, nel cuore della Sardegna.
Vi state chiedendo di che si tratta? All’apparenza è un semplice primo, ma dietro quei sottilissimi tagliolini c’è un mondo fatto di tradizione, ritualità e sapienza femminile tramandata da generazioni. La preparazione prevede una pasta fresca finissima, cotta lentamente in un brodo di carne – in origine di pecora – insaporito con zafferano e completato dal tocco inconfondibile del casu axedu, un formaggio acido tipico sardo che, a contatto con il calore, si scioglie e abbraccia ogni ingrediente con la sua cremosità pungente.
Su Succu non è solo una ricetta: è identità, appartenenza, memoria viva. Tanto che persino l’Accademia della Cucina Italiana ne ha riconosciuto il valore come espressione autentica della cultura gastronomica del territorio.
Ma c’è un momento dell’anno in cui tutto questo prende vita in un modo ancora più intenso: ad agosto, Busachi celebra il suo piatto-simbolo con una sagra che è molto più di una semplice festa. È un viaggio nel tempo.
Il cuore dell’evento è “Su Presente”, una suggestiva processione in cui le donne del paese, vestite con l’antico costume tradizionale, percorrono le contrade con i canestri di pane e pasta sulla testa, accompagnati da corbule colme di dolci. Un’immagine che riporta alle usanze matrimoniali di un tempo, quando le donne dei due sposi attraversavano separatamente il paese per portare nella nuova casa doni di cibo, in segno di buon augurio. Quel gesto segnava l’inizio di una lunga festa nuziale, che durava ben tre giorni.
Dopo l’arrivo del corteo in piazza, la magia continua con la dimostrazione della preparazione tradizionale del piatto. È uno dei momenti più suggestivi della giornata: alcune signore del paese, con l’abito tipico ancora oggi in uso a Busachi, accendono il fuoco vivo, sistemano il treppiede e, usando le antiche pentole in terracotta chiamate Padeddas po’ su succu, iniziano a cucinare davanti a un pubblico affascinato. Il profumo si diffonde nell’aria, mentre i visitatori – curiosi e golosi – osservano in silenzio ogni gesto, ogni passaggio, ogni segreto di questa preparazione secolare.
Quindi, se ad agosto volete scoprire un volto autentico e nascosto della Sardegna, Busachi vi aspetta con Su Succu. Non un semplice piatto: un racconto che si mangia.

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