Due ragazzini uccisi da un bombardamento: il ricordo di Giovanni Melis e Giuseppe Aiana

Era il 7 febbraio del 1943 quando due ragazzini, Giovanni Melis e Giuseppe Aiana, trovarono la morte: c’era la guerra e nessuno veniva risparmiato
Era il 7 febbraio del 1943 quando due ragazzini, Giovanni Melis e Giuseppe Aiana, trovarono la morte: c’era la guerra e nessuno veniva risparmiato… nemmeno due ragazzini che, con il proprio carretto, stavano portando della verdura.
Ma andiamo con ordine.
Tutto nasce grazie alla curiosità della signora Giuseppina Melis – nipote di Giovanni – e alla dedizione di Stefano Cogoni che, con l’aiuto di Cristiana Spinetti, ha raccolto i particolari di questa triste storia.
È bambina Giuseppina quando scopre che suo fratello Giovanni porta il nome del fratello del padre, morto a causa di un bombardamento. Poiché suo papà muore quando la mamma di Giuseppina la porta in grembo, lei non sa molto: le info le arrivano dalla mamma e dalla zia.
Sono le 15, appunto, del 7 febbraio del ’43: mentre il giovane Giovanni, insieme all’amico Giuseppe, passa nella strada del Fangario per portare la verdura al mercato un aereo sgancia le bombe proprio sopra di loro. Non ce la fanno, i loro corpi vengono trovati sotto il carretto, dove avevano provato a ripararsi, senza successo. Accanto a loro, anche l’asinello, morto con loro.
La curiosità della signora aumenta, andando avanti per anni. Più che altro, non capisce quale mercato fosse. Qualcuno dice fosse all’entrata di Cagliari, altri quello di Pirri: qualche risposta arriva da uno scrittore, ma nulla più.
Grazie a Cristiana Spinetti, come riferisce Cogoni – esperto in Guerre Mondiali –, Giuseppina riesce a fare delle ricerche approfondite. Arriva ben presto anche una foto del cratere fatto dalla bomba che uccide i due ragazzini. La cosa terribile è che si pensa proprio che i bambini si potessero vedere dall’altezza dell’aereo da cui venne sganciata la bomba: era libera la visuale da alberi e case. Il dubbio? Be’, che fosse quindi un attacco fatto apposta.
Le domande sono sempre più. Perché? Come mai fare del male a due ragazzini che avevano solo della verdura nel carretto?
Cristiana Spinetti aiuta a lungo la signora a saperne di più: due ragazzini colpiti e affondati dalla guerra e dalla crudeltà insita in essa necessitano di risposte.
Pare che – sono supposizioni – stessero consegnando un carico di verdure ad un battaglione (potrebbe essere il 409° battaglione costiero, ma anche il 176° battaglione cc.nn., stando anche alla testimonianza del fratello di Giuseppe Aiana, che pensa stessero andando presso un battaglione d’assalto, sebbene non sia in grado di dire quale con correttezza).
Sempre secondo il signor Aiana, stavano – dopo aver consegnando il carico – tornando a casa passando per Cagliari quando il destino infausto li aveva strappati alla vita: furono vittime dell’attacco aereo nemico americano, tra cui il primo attacco su un obiettivo in terra europea. I loro corpi vennero portati all’ospedale militare di San Michele a Cagliari.
Nella copia dell’atto di morte di Giovanni Melis, si legge che il ragazzino è deceduto il 7 febbraio 1943 alle ore 22, all’età di 14 anni. Stessa sorte per l’altro ragazzo.
A Elmas, delle vie li ricordano.
Dal Bollettino n. 989 in data 8 febbraio (fornito da Stefano Cogoni):
“Formazioni dell’aviazione nemica hanno agito sui dintorni di Cagliari, provocando, tre morti e quattro feriti tra i civili e danni non gravi. Tra i nostri cacciatori venivano abbattuti 4 aeroplani, dei quali 3 in mare presso Capo Pula, Capo Spartivento e a 40 km. a sud di quest’ultimo, mentre il quarto si infrangeva al suolo fra Iglesias e S. Antioco.”
.

© RIPRODUZIONE RISERVATA