Nel 1910 in Sardegna nasceva il primo allevamento di struzzi: sapete in quale paese?

Venivano allevati perchè le loro piume erano un accessorio must per l'alta moda del tempo. E vi diremo di più: presto in questo paese venne realizzato anche uno struzzodromo...
Nel cuore della Sardegna, a Tortolì, nel 1910, nasceva un’impresa unica nel suo genere, frutto dell’intuizione di un maestro elementare con una visione decisamente fuori dall’ordinario: Peppino Meloni. Con grande coraggio e determinazione, Meloni fondò uno degli allevamenti di struzzi più importanti d’Italia, un’attività che sarebbe andata avanti con successo fino agli anni Trenta, rendendo Tortolì un centro di innovazione e di grande interesse.
L’obiettivo di quest’allevamento era tutt’altro che comune: Peppino Meloni voleva sfruttare le piume degli struzzi per alimentare una delle mode più in voga all’epoca, quella della decorazione di cappelli, abiti femminili e boa. Le piume di struzzo, apprezzate per la loro eleganza e leggerezza, erano un accessorio must per l’alta moda e la borghesia del tempo. Erano un simbolo di status, una bellezza che affascinava non solo in Italia, ma anche all’estero.
Il primo passo di questa avventura imprenditoriale fu l’importazione degli struzzi dalla Germania. Gli esemplari si adattarono rapidamente al clima e alle terre sarde, e presto si moltiplicarono in un modo sorprendente. L’allevamento iniziale, situato nella zona di Baccasara, nella piana di Tortolì, crebbe a tal punto da richiedere la creazione di uno stabilimento più grande, capace di ospitare un vero e proprio allevamento su una superficie di ben 26 ettari.
Meloni riuscì a far crescere il suo allevamento fino ad avere 175 esemplari di struzzo. Le piume erano talmente abbondanti che non solo venivano vendute in tutta Italia, ma anche all’estero, facendo di Tortolì un punto di riferimento nel commercio delle piume di struzzo.
Ma non si fermò qui. Peppino Meloni decise anche di addomesticare alcuni esemplari, addestrandoli per un utilizzo davvero originale: la cavalcatura e il traino di sulky e calesse. In questo contesto, nacque anche uno struzzodromo, un impianto appositamente creato per esibire le abilità degli struzzi addestrati. Questo fu un ulteriore segno di innovazione e originalità che attrasse l’attenzione di tutta Italia.
Il 24 maggio 1921, una data che segnò il massimo riconoscimento per l’allevamento tortoliese, Peppino Meloni ricevette una visita straordinaria: il re d’Italia, Vittorio Emanuele III, si recò personalmente allo struzzodromo. In quell’occasione, il sovrano conferì a Meloni il titolo di Cavaliere della Croce al merito della Corona d’Italia, riconoscendo il valore imprenditoriale e innovativo del suo lavoro.
Purtroppo, con l’arrivo degli anni Trenta e l’esplosione della Seconda Guerra Mondiale, l’interesse per le piume di struzzo e per gli struzzi stessi diminuì drasticamente. Le circostanze internazionali cambiarono rapidamente e l’allevamento cessò di essere un’attività redditizia, spegnendosi insieme alle mode dell’epoca.
Tuttavia, la memoria dell’impresa di Peppino Meloni è rimasta viva. Anni fa, il fumettista baunese Bepi Vigna dedicò alla sua storia un libro e uno spettacolo dal titolo “L’uomo che sognava gli struzzi”, contribuendo a mantenere viva la leggenda di questo straordinario imprenditore che seppe vedere oltre il presente, creando un’attività che, per un decennio, ha rappresentato un’importante realtà economica e culturale per la Sardegna.
La storia dell’allevamento di struzzi di Peppino Meloni a Tortolì rimane un esempio di imprenditorialità pionieristica, in cui l’innovazione, la passione per il territorio e la capacità di sognare un futuro diverso hanno reso un piccolo angolo di Sardegna una meta di riferimento nel panorama mondiale della moda e dell’allevamento.

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