Se in Sardegna si parla di “Su Fatorgiu” a cosa si sta facendo riferimento?

Due indizi: a che fare con l'asfodelo e con un comune ogliastrino!
Urzulei, in Ogliastra, è il cuore pulsante di una tradizione artigianale che affonda le radici nella storia, quella dell’intreccio, conosciuta qui come “Su Fatorgiu”. Questa pratica, che si tramanda di generazione in generazione, connette Urzulei con i paesi vicini di Ollolai e Olzai, tutti nel cuore della Barbagia.
L’intreccio prende vita dall’asfodelo, una pianta tipica di questa zona, che con le sue fibre dà origine a cesti e canestri ricchi di storia e simbolismo, raccontando l’identità profonda della comunità.
Un tempo, l’arte dell’intreccio era un mestiere riservato alle donne di Urzulei. Queste, oltre alle normali faccende quotidiane, si dedicavano a quest’attività artigianale, che non solo rappresentava un momento creativo, ma anche una risorsa economica. Molte volte, partivano per lunghe peregrinazioni, vendendo i loro prodotti e combinando così necessità e ingegno.
Il processo di lavorazione dell’asfodelo è lungo e delicato: la pianta, che viene raccolta tra marzo e maggio, viene lasciata essiccare al sole per giorni, quindi tagliata e trattata per renderla flessibile. L’intreccio inizia dal cuore della pianta, “su meuddu”, e si rifinisce con la corteccia, creando manufatti che sono sia belli che resistenti.
Oggi, Su Fatorgiu è molto più di un semplice oggetto: è un simbolo di come Urzulei sappia mantenere viva la propria tradizione, di come resista al tempo e al cambiamento.

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