Lo sapevate? Che cosa sono in sardo is “Parasfrìtus”?
Un nome composto e particolare che suona come una filastrocca, per qualcosa di molto particolare: che cosa sono is Parasfrìtus?
Lo sapevate? Che cosa sono in sardo is “Parasfrìtus”?
Un nome composto e particolare che suona come una filastrocca, per qualcosa di molto particolare: che cosa sono is Parasfrìtus?
Lo sapevate che in Sardegna i “Parasfrìtus” non sono solo un dolce, ma un vero e proprio simbolo di golosità? Con un nome che suona buffo e affascinante, questi deliziosi fritti nascondono una storia tanto curiosa quanto irresistibile, perfetta per stuzzicare l’appetito e la fantasia.
Buoni per Carnevale ma amati in tutte le stagioni, is Parasfrìtus sono una delle leccornie più amate dai bambini, un nome che in sardo è una garanzia. Andiamo a scoprire la sua origine.
I Parasfrìtus sono i dolci che tutti aspettano a Carnevale, ma diciamoci la verità: chi può resistere a una bontà simile anche in piena estate o sotto le luci natalizie? Croccanti fuori, soffici dentro e ricoperti di zucchero, sono il sogno di ogni bambino e il ricordo di ogni adulto. E il loro nome, che in sardo suona quasi come una filastrocca, è una garanzia: se si chiamano così, un motivo ci sarà. Ma da dove arriva questo nome così particolare?
“Parasfrìtus” significa letteralmente “frati fritti”, e qui entra in scena una leggenda che rende questo dolce ancora più speciale. Si racconta che un fraticello, intento a impastare il pane, si trovò tra le mani qualche rimasuglio di pasta lievitata. Non abbastanza per farne un altro pane, ma troppo preziosa per essere buttata via. Decise allora di modellare quei piccoli pezzi in forme tondeggianti e di tuffarli nell’olio bollente.
E qui accadde la magia: una volta fritti, i pezzi di pasta presero un colore dorato che ricordava il saio del fraticello, mentre al centro si formò una striscia più chiara, proprio come il cordone che cingeva la sua tunica. Stupito e divertito, il frate decise di battezzare la sua creazione “Frati fritti”, trasformando un esperimento casuale in una tradizione dolciaria che avrebbe attraversato i secoli.
E così, ogni volta che addentiamo un Parasfrìtus, non stiamo semplicemente gustando un dolce: stiamo mordendo un pezzetto di storia, un sorriso di leggenda e un tributo all’arte del non sprecare nulla, che si trasforma in pura bontà. Insomma, non serve aspettare Carnevale: i Parasfrìtus sono buoni sempre, proprio come le storie che sanno raccontare.
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