Lo sapevate? Che cosa vuol dire l’espressione “Centu concas, centu berrittas”?
Letteralmente la traduzione per un sardo non è difficile, ma quale è il senso di questa frase così tanto utilizzata nell'Isola?
Lo sapevate? Che cosa vuol dire l’espressione “Centu concas, centu berrittas”?
Letteralmente la traduzione per un sardo non è difficile, ma quale è il senso di questa frase così tanto utilizzata nell’Isola?
Lo sapevate? L’espressione sarda “Centu concas, centu berrittas” è tanto curiosa quanto significativa. Se siete sardi o amate questa terra straordinaria, probabilmente l’avrete sentita pronunciare mille volte. Ma cosa vuol dire davvero? Letteralmente, è una frase di facile traduzione: “Cento teste, cento berretti”. Tuttavia, come spesso accade, il significato vero va oltre le parole.
La Sardegna è una terra di paesaggi mozzafiato, ma anche di opinioni accese e diversità di pensiero. Non è raro che, di fronte a una notizia, un evento o una decisione quotidiana, si aprano mille dibattiti e si delineino altrettante interpretazioni. Insomma, quando si tratta di punti di vista, i sardi sanno essere creativi e, soprattutto, originali! Ed è proprio questa varietà di opinioni che ha dato vita al celebre detto, tramandato di generazione in generazione e diffuso in ogni angolo dell’Isola, con qualche variante dialettale qua e là.
Ma torniamo alla frase: berritta, che in italiano diventa “berretto”, indica il copricapo tradizionale sardo, rigorosamente nero e realizzato in orbace, un tessuto tipico. Lo stile ricorda un sacchetto morbido che si appoggia con nonchalance sulle spalle. E poi ci sono le concas, ovvero le teste. La metafora è immediata: così come ogni testa porta il suo berretto, ogni persona ha la sua idea, il suo punto di vista unico e, a volte, inamovibile.
In definitiva, “Centu concas, centu berrittas” non è solo un modo di dire, ma un vero e proprio manifesto di pluralismo, saggezza popolare e, perché no, un pizzico di ironia. Perché se c’è una cosa certa, è che in Sardegna si discute (eccome se si discute!), ma alla fine si ride, magari davanti a un bicchiere di buon vino e a un piatto di culurgiones.
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