Lo sapevate? Che cosa è in sardo su “fari fari”?
Una doppia parola che indica qualcosa di particolare, un doppio vocabolo che riporta a tempi antichi e indica un oggetto molto particolare. Di che cosa si tratta?
Lo sapevate? Che cosa è in sardo su “fari fari”?
Una doppia parola che indica qualcosa di particolare, un doppio vocabolo che riporta a tempi antichi e indica un oggetto molto particolare. Di che cosa si tratta?
“Su fari fari,” un’espressione sarda dal sapore antico, richiama alla mente la cenere calda, quel miscuglio magico di braci ardenti e polvere luminosa che si deposita ai bordi del fuoco. Non è solo cenere: è memoria, è vita, è casa. È il respiro caldo delle serate di una volta, quando il caminetto era più di una fonte di calore – era il cuore pulsante della famiglia, il luogo dove tutto accadeva. Attorno a quelle fiamme, si raccontavano storie, si rideva, si piangeva, e a volte si taceva, lasciando che fosse il crepitio delle braci a riempire il silenzio.
“Su fari fari” evoca un viaggio nei ricordi, un ritorno alle notti d’inverno passate dai nonni, quando il vento gelido restava fuori e il calore del fuoco sembrava sciogliere ogni pensiero. Le fiamme danzavano con il profumo del Natale: un mix di agrumi, dolci tradizionali e legna che bruciava lenta, mentre il calore si faceva strada in ogni angolo della stanza, avvolgendo tutto in un abbraccio silenzioso, ma potente.
Era il tempo delle piccole cose, di gesti che sembrano lontani ma che sanno ancora parlare al cuore: il tintinnio di una tazza, il fruscio delle coperte accanto al fuoco, lo sguardo complice dei nonni che non avevano bisogno di parole per esprimere amore. Su “fari fari” non era solo cenere; era un simbolo, un conforto, un rifugio. Era il fulcro di una vita semplice, ma così incredibilmente ricca.
Oggi, forse, viviamo lontani da quelle serate, ma il ricordo di quel calore non ci abbandona mai. È lì, come una piccola brace che continua a brillare, pronta a riaccendersi ogni volta che pensiamo a quei momenti. “Su fari fari” è più di una parola: è una carezza che attraversa il tempo, riportandoci a casa, al calore di un caminetto e a quella felicità autentica che sa di fiamme, legna e amore.
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