È avvolta nel mistero la vicenda che ha visto protagonista un servo pastore di 46 anni, originario di Illorai, rimasto gravemente ferito ieri a tarda ora nella località di S’Erbagusa, nelle campagne di Macomer. L’uomo è stato soccorso dai sanitari del 118 e trasportato d’urgenza in codice rosso all’ospedale San Francesco di Nuoro, dove versa in gravi condizioni.

La dinamica dell’incidente rimane oscura. Gli inquirenti stanno vagliando diverse ipotesi, ma al momento non ci sono certezze su quanto accaduto. Tra le possibilità avanzate, vi è quella di un infortunio sul lavoro: il pastore potrebbe essersi ferito accidentalmente con un paletto o un attrezzo agricolo mentre si trovava in campagna. Tuttavia, non si esclude nemmeno che la ferita possa essere stata provocata da terzi.

Il ferimento presenta caratteristiche che alimentano dubbi. L’uomo è arrivato in ospedale con un taglio netto all’addome, che ha causato una grave eviscerazione. Sul luogo dell’incidente sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Macomer, che hanno effettuato un sopralluogo per raccogliere elementi utili alle indagini.

La Procura di Oristano ha aperto un fascicolo per lesioni, ma la ricostruzione dei fatti è ancora in fase preliminare. Gli investigatori contano di ottenere chiarimenti dalla vittima, non appena le sue condizioni di salute lo permetteranno.

Nel frattempo, le autorità continuano a esaminare tutti i dettagli possibili e a raccogliere testimonianze per far luce su una vicenda che, al momento, lascia aperti numerosi interrogativi.

Chiunque abbia passeggiato lungo le affascinanti scogliere granitiche di Orrì, in Ogliastra, avrà notato quelle linee più chiare che attraversano le rocce come delle vere e proprie venature. Si tratta dei cosiddetti filoni aplitici, un fenomeno geologico affascinante, testimonianza di antichi processi magmatici avvenuti milioni di anni fa.

Foto di La Monica nel gruppo GEOsiti della Sardegna

Questi corpi rocciosi filoniani di natura granitica si sono formati quando il magma residuo, ancora fuso, ha trovato spazio per infiltrarsi nelle fessure delle rocce circostanti – fenditure spesso create dal raffreddamento del granito stesso o da movimenti tettonici.

Si tratta di intrusioni magmatiche secondarie, che si inseriscono in fratture della roccia preesistente. Nel caso dei filoni aplitici, queste fratture si sono verificate in rocce granitiche già consolidate, probabilmente in concomitanza con grandi eventi geologici come la roto-traslazione che ha portato la Sardegna dalla sua originaria posizione presso i Pirenei a quella attuale nel Mediterraneo.

I filoni aplitici si distinguono per la loro struttura microgranulare: i cristalli che li compongono sono molto piccoli, al punto da risultare difficili da osservare a occhio nudo. La loro composizione è tipicamente ricca di quarzo, feldspati (ortoclasio e plagioclasio) e mica, con una presenza minima di minerali femici (quelli contenenti ferro e magnesio).

In alcuni casi, questi filoni si presentano come vere e proprie intrusioni di quarzo, depositatosi all’interno delle diaclasi – le spaccature nella roccia granitica – rendendo ancora più evidente il contrasto tra il colore chiaro del quarzo e il granito circostante.