Giramondo ma legata a doppio filo all’Isola, un tuffo nella vita di Elugu: «Legame con la Sardegna? Viscerale»
Giramondo per natura, nel suo profilo TikTok conta migliaia di follower che seguono i suoi viaggi, ma non solo: anche le perle della sua Isola, la Sardegna, che ama e che racconta in ogni sua sfaccettatura. Del resto, Eleonora Guiso, sui social Elugu, ha con la sua terra un legame prorompente, fatto di racconto e di assaggio, di tuffo in tradizioni e di amore per tradizioni e usanze.
Giramondo per natura, nel suo profilo TikTok conta migliaia di follower che seguono i suoi viaggi, ma non solo: anche le perle della sua Isola, la Sardegna, che ama e che racconta in ogni sua sfaccettatura. Del resto, Eleonora Guiso, sui social Elugu, ha con la sua terra un legame prorompente, fatto di racconto e di assaggio, di tuffo in tradizioni e di amore per tradizioni e usanze.
«Pensando al legame che ho con la mia terra, è davvero una cosa inspiegabile e quasi viscerale. Una cosa che tutti i sardi hanno. Quando provate a chiedere a un sardo perché sia così legato al a sua isola, in quel a maniera quasi materna, sono sicura che vi risponderà con un sorriso e con un “non lo so, ce l’abbiamo e basta”. È un legame inspiegabile con la casa e la terra che ci ha cresciuti. Lo stesso è per me con il mio lavoro e la mia passione. Sembra assurdo ma sento di averla sempre avuta dentro di me.»
Vent’anni, originaria di Sarroch, è cittadina del mondo pur rimanendo sarda nel cuore. Sempre. Parla con gli anziani, li filma mentre raccontano le loro vite semplici ma così preziose, mentre cucinano i piatti tipici della tradizione… permette a chi nell’Isola non c’è mai stato di conoscerla, assaporarla. E porta avanti con orgoglio quelle che sono le sue radici. Pur amando il mondo, le culture diverse, le lingue e le tradizioni diverse dalle sue.
«Da piccola mi arrampicavo sugli alberi, camminavo scalza per le campagne e avevo, come tutti i bambini, il mio gioco preferito. Leggevo l’atlante geografico con mio padre e immaginavo cosa stessero facendo in quell’esatto istante gli altri bambini del mondo. Alla fine non è cambiato molto da quel periodo a ora. Ho voluto parlare di questo per cercare di dare una spiegazione al perché ho iniziato a fare questo lavoro. Forse l’ho sempre avuta dentro quella voglia di conoscere gli altri.»
Insomma, Elugu ci nasce con questa voglia pazza di conoscere tutto, questa sete di nuovo e di vecchio insieme.
«Quando viene chiesto “perché hai iniziato a raccontare i tuoi viaggi?” forse potrei dare due risposte. Una è la voglia di conoscere gli altri. Come ti dicevo in precedenza, la curiosità è sempre stata una cosa mia. Ho sempre viaggiato con i miei genitori e questo mi ha dato la voglia di sapere di più sul mondo. Raccontarlo agli altri attraverso i social è stata poi una conseguenza. Oltre alla curiosità, un’altra caratteristica che mi ha aiutato ad iniziare questo progetto è l’entusiasmo nel coinvolgere gli altri in ciò che mi piace fare. I miei conoscenti sanno bene che amo fare le cose in compagnia, soprattutto quando qualcosa mi rende felice mi piace rendere partecipi gli altri. Trovare tanti appassionati di tradizioni e viaggi attraverso i social mi sembrava la cosa perfetta per me. Così ho iniziato un po’ per gioco all’età di 16 anni a raccontare i miei viaggi in giro per il mondo e per la Sardegna. Un secondo motivo è che, essendo cresciuta in un paese sardo così piccolo, se non vuoi rimanere con le mani in mano devi crearti qualcosa da fare, altrimenti il tempo non passa mai. Questa è un po’ l’altra faccia della medaglia di vivere in Sardegna. Noi sardi siamo così legati alla nostra terra che nessuno vuole mai andare via, ma le possibilità spesso non sono così tante e sei costretto a farlo, o a inventarti qualcosa. Quando ho iniziato questo progetto, prima su Instagram e poi su TikTok, stavo attraversando un periodo un po’ difficile, avevo bisogno di stimoli e avevo trovato in quella che al tempo era solo una passione, un modo per conoscere persone nuove e evadere dalla monotonia. Vivendo nell’era digitale, ho poi capito sin da subito che quello poteva essere un lavoro.»
Quindi, nel 2020, inizia, si butta.
«Non avevo le idee chiare, ma sapevo di voler lavorare con i video, la scrittura e il digitale. Ho iniziato postando foto di viaggio e leggendo tanto su religioni e antropologia. Il mio lavoro è un esperimento e, tra i mille fatti in quel periodo, 2 sono stati efficaci. Uno era “sabudu sardu”, ogni sabato raccontavo qualcosa sulle tradizioni sarde. Pian piano mi rendevo conto che quello era ciò che mi piaceva fare. Nel 2022 invece ho iniziato un format di video sulla storia sarda che mi ha portato ad avere 50 mila follower in un’estate. Nel mentre, raccontavo i miei viaggi. L’obiettivo era, ed è, fare ciò che facevo in Sardegna anche nel resto del mondo. Oggi osservo, scrivo cosa provo e immortalo i dettagli che mi emozionano di più per raccontare le realtà e i segreti dei territori che secondo me vale la pena conoscere. Creo contenuti, ricerco le cose che non si conoscono. O forse si conoscono talmente bene da non farci nemmeno caso. La quotidianità e la bellezza sono così, sempre sotto gli occhi. Mi piace buttarmi in mezzo alla gente, vivere con gli altri, parlare e fare domande. Credo che solo così si possa documentare appieno la quotidianità. Alla fine, se ci pensi, l’arte nelle piccole cose si trova così: vivendole.»
Nel 2023, al ritorno da un viaggio in Messico – terra a cui è molto legata –, inizia però a prendere il progetto più seriamente.
«In un periodo un po’ particolare della mia vita, mi ha donato gli stimoli giusti e l’ispirazione che mi mancava da tempo. Così, di ritorno dall’America, avevo deciso di iniziare a darmi da fare con quel lavoro che portavo avanti da anni. Volevo renderlo qualcosa di concreto e per farlo volevo iniziare proprio dalla mia terra, ma sempre con un obiettivo futuro: raccontare la quotidianità della gente di tutto il mondo. Quando sono tornata in Sardegna ho iniziato a raccontarne le realtà e le tradizioni attraverso i miei video. Sentivo di voler dare qualcosa alla terra che mi aveva cresciuta, per questo il mio lavoro doveva iniziare proprio da lì. Ho iniziato a raccontare, tra le altre cose, la quotidianità mia e di mio nonno. Una persona che in quel periodo difficile mi ha sempre aiutato e spronato a inseguire i miei obiettivi, che lui ha sempre compreso e appoggiato. La quotidianità per me è una cosa sacra. È sinonimo di tradizione, perché ciò che viviamo nella nostra vita di tutti i giorni, tutti quei piccoli dettagli sono la nostra tradizione. Pensando al legame che ho con la mia terra, è davvero una cosa inspiegabile e quasi viscerale. Una cosa che tutti i sardi hanno. Quando provate a chiedere a un sardo perché sia così legato alla sua isola, in quella maniera quasi materna, sono sicura che vi risponderà con un sorriso e con un “non lo so, ce l’abbiamo e basta”. È un legame inspiegabile con la casa e la terra che ci ha cresciuti. Lo stesso è per me con il mio lavoro e la mia passione. Sembra assurdo ma sento di averla avuta sempre dentro di me. Ed è proprio per questo sentivo di dover iniziare il mio progetto dalla mia isola.»
E chissà quanti progetti futuri. «Lavorando con i social si è sempre in evoluzione e scopri pian piano delle cose che possono permetterti di aggiustare il tiro o di cambiare addirittura strada. Quello che so per certo è che voglio ampliare il lavoro di racconto delle tradizioni che ho fatto in Sardegna al resto del mondo. Può considerarsi un progetto a breve termine perché ho iniziato proprio recentemente con un nuovo viaggio. Sono tornata in Messico, questa volta in uno stato del centro del paese per conoscere la tradizione del giorno dei morti e tantissime altre bellezze che questa terra ha da offrire. Sicuramente questo per me è un esperimento. Ho fatto altri viaggi nel corso di questi anni ma mai avevo deciso di raccontarli con lo stesso format di video che utilizzavo per raccontare la Sardegna. Con tanta costanza e tanti viaggi capirò come migliorare la comunicazione e anche l’aspetto fotografico, che è una del e cose che amo di più fare perché attraverso il video con le inquadrature giuste e i suoni puoi comunicare tantissimo. Ciò che sto facendo adesso è unire questo aspetto a una comunicazione più “giovane” e divertente, senza sminuire ciò che vado a raccontare. In futuro? Oltre quello che ho già raccontato mi piacerebbe fare qualcosa di concreto per far conoscere al e persone da vicino la quotidianità sarda e dei posti che ho sempre raccontato attraverso i video. Vedremo.»
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