Un tuffo nel mondo della Signora delle Stelle: l’astrofisica Barbara Leo e la sua passione per il Cosmo
Ha 45 anni, la chiamano la Signora delle Stelle ed è una studiosa dei fenomeni fisici relativi a pianeti, stelle, galassie e tutto ciò che è presente nel Cosmo, nonché grandissima appassionata di calcio: la nota astrofisica sarda Barbara Leo
Ha 45 anni, la chiamano la Signora delle Stelle ed è una studiosa dei fenomeni fisici relativi a pianeti, stelle, galassie e tutto ciò che è presente nel Cosmo, nonché grandissima appassionata di calcio: la nota astrofisica sarda Barbara Leo è la fondatrice dell’associazione Orbitando ed è divulgatrice scientifica al Planetario de L’Unione Sarda. Ma non solo: spiega a noi profani in cosa consiste il suo lavoro, facendoci fare un tuffo nelle stelle, laddove il cielo è più blu e interessante.
«La passione per le stelle credo ci sia sempre stata. Da piccola dicevo sempre che volevo andare nello spazio, vedere LA terra dell’alto e studiare le stelle. Ero una bambina che amava giocare e leggere, ma soprattutto guardare il cielo e giocare a calcio. In realtà tutto lo sport mi è sempre piaciuto, ho fatto atletica, basket, pallavolo, ma il calcio è sempre stato il mio preferito. Purtroppo per le ragazze non era semplice, infatti ho cominciato a farlo seriamente da grande. Non è stato semplice gestire il tutto, soprattutto quando sono arrivata ad alti livelli, è diventato tutto più impegnativo. È stato l’entusiasmo che mi ha permesso di continuare e conciliare il tutto, e soprattutto, fare sport mi ha sempre aiutato a cercare di superare i miei limiti, a fare sempre di più. E questo si riflette in tutti gli aspetti della mia vita.»
E poi arriva la passione per la divulgazione, circa dieci anni fa.
«Ho cominciato a lavorare al Planetario dell’Unione Sarda, dove tuttora lavoro, poi ho aperto una pagina sui social e dopo ho creato un’associazione, Orbitando appunto, per coinvolgere più gente possibile, e così è stato perché tante persone hanno cominciato a venire alle serate. Il 2020 è stato un anno strano per tutti, ed è stato l’anno in cui ho lavorato di più in assoluto, ma dopo mesi di reclusione era prevedibile, ma gli anni successivi non sono stati da meno. Le stelle e i miti affascinano tutti, grandi e piccini.»
Una delle domande che assilla i più, quando si parla di Universo, è… ma sono presenti altre forme di vita? La studiosa è perentoria: «Questa domanda è complicata. Noi conosciamo tanto dell’universo, ma in realtà siamo lontani dal conoscere tutto. Ci sono vari campi di ricerca, dalle onde radio a quelle gravitazionali, dalla materia oscura ai buchi neri, nuovi pianeti e ovviamente la ricerca di altre forme di vita. È difficile pensare di essere da soli quando si ha la percezione della grandezza dell’Universo, ma nello stesso tempo, proprio perché è così grande, è difficile che ci si possa incontrare. Le distanze sono proibitive. E soprattutto non dobbiamo pensare che le altre forme di vita siano per forza come noi, potrebbero essere dei semplici essere viventi vegetali per esempio, oppure esseri non precisi come noi, oppure molto più evoluti, ma fisicamente molto diversi. Chissà se un giorno riusciremo davvero a trovare forme di vita diverse, come un semplice batterio in qualsiasi parte dell’universo: già questo sarebbe un grande punto di partenza.»
Barbara Leo però è anche una donna che ce l’ha fatta, che si è fatta avanti a suon di meritocrazia in un mondo che, prettamente maschile, sembra ancora – ahimè – non lasciare abbastanza spazio al mondo femminile.
«Devo ammettere che non è stato semplice farmi strada in un mondo soprattutto maschile. Il riferimento è sempre stato Margherita Hack che in qualche modo ha spianato la strada a tutte. Ancora oggi, molta gente si aspetta un uomo quando si parla di Astrofisici, ma è una grande soddisfazione poi, quando queste stesse persone, dopo avermi ascoltato, mi fanno i complimenti e sono contenti dell’esperienza vissuta. Sono contenta di essere un esempio anche per le bambine più piccole, sia per il lavoro che faccio, ma anche per lo sport che ho scelto. Io cerco sempre di evitare le frasi “questo è da maschi o questo è da femmine”. Ho una nipotina di 10 anni e cerco sempre di trasmetterle il pensiero per cui ognuno deve fare ciò che crede, quello che sente, senza frenarsi, anche semplicemente nella scelta di un gioco o di un Colore, o di come vestirsi. Sono queste le basi da cui partire, il lavoro è già uno step successivo. Spero davvero di essere un esempio in questo senso.»
Ma si deve – si deve! – partire anche dai bimbi, dai maschietti, perché crescano con la consapevolezza dell’uguaglianza dei sessi.
«Credo che sia tutto una questione di esempi» spiega la Leo. «Se tu, bambino o bambina, non senti a casa tua frasi del tipo “questo è da maschi o questo è da femmine” non ti verrà mai da pensare che ci sia una differenza. Purtroppo queste cose molte volte vengono dette quasi inconsciamente perché purtroppo questo modo di pensare è radicato dentro di noi da sempre. Io combatto ogni giorno contro questi modi di pensare che sono dentro di noi ormai da troppo tempo.»
E, come ultima, una domanda che racchiude tutta la sua passione e dedizione, quella fiamma che arde dentro il suo petto e della quale ci rende partecipi: perché all’astrofisica Barbara Leo piace così tanto raccontare il cielo?
«Le stelle hanno sempre affascinato i nostri antenati, perché per loro erano oggetti pieno di mistero, lontani ma nello stesso tempo sempre presenti ed è proprio questa combo che ha sempre reso il cielo un luogo misterioso. Sono nati i miti, sono state scritte storie, poesie e canzoni, sono stati fatti quadri, sculture, e scritti tanti libri. Guardare il cielo è come fare dei salti temporali, e a me piace che tutti possano imparare a godersi lo spettacolo notturno, provando a immaginare storie e viaggiare nel tempo.»
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