Sardi famosi: Andrea Parodi, una delle voci più belle della Sardegna.

Andrea Parodi

Andrea Parodi è stato uno dei più grandi interpreti della musica sarda contemporanea, una voce inconfondibile che ha saputo rappresentare l’anima della Sardegna come pochi altri negli ultimi decenni. Nato a Porto Torres nel 1955, Parodi è cresciuto circondato dalla ricca tradizione musicale della sua terra, ma ha saputo trasformarla in qualcosa di unico, fondendo sonorità tradizionali e moderne con una sensibilità straordinaria. Dotato di una voce che non lasciava indifferenti, capace di evocare emozioni profonde e universali, ha trovato la sua dimensione artistica più autentica nel 1988, quando insieme a Gino Marielli e Gigi Camedda ha fondato i Tazenda, il gruppo che avrebbe segnato un’epoca nella storia della musica isolana.

Con i Tazenda, Andrea Parodi ha portato il canto sardo al di fuori dei confini regionali, reinterpretandolo in chiave moderna e regalandogli una nuova vita. L’incontro con Fabrizio De André nel 1990 è stato uno dei momenti più alti della sua carriera e della storia musicale italiana: i Tazenda hanno collaborato con il grande cantautore genovese alla realizzazione dell’album Le Nuvole, un’opera che ha unito tradizione e innovazione in modo magistrale. Questo sodalizio artistico non solo ha arricchito il panorama musicale italiano, ma ha anche permesso alla cultura sarda di essere apprezzata e riconosciuta a livello nazionale.

Andrea Parodi ha lasciato un segno indelebile nella musica e nell’identità culturale della Sardegna. La sua voce, tanto potente quanto intimamente malinconica, è diventata un simbolo dell’isola, capace di trasmettere l’essenza di una terra ricca di storia, tradizioni e bellezza. Anche oggi, a molti anni dalla sua scomparsa, il suo contributo continua a risuonare, ricordando a tutti noi l’importanza di preservare le radici culturali e di valorizzarle attraverso l’arte.

I Tazenda ottengono un successo straordinario al Festival di Sanremo nel 1991, arrivando quinti in coppia con Pierangelo Bertoli, con la canzone “Spunta la luna dal monte”.

Artista dotato di una voce unica, ricca di sfumature, Andrea ha dedicato la sua vita alla diffusione della musica e della cultura sarda.

Se non fosse riuscito a vivere di musica, avrebbe solcato i mari del mondo, infatti aveva ottenuto un diploma da capitano di lungo corso.

Nel 1997 Parodi tenta la carriera da solista. Negli ultimi anni però, riesce ad affermarsi collaborando con Noa e con Al Di Meola. Nel 2006 torna a far parte del gruppo Tazenda e insieme trionfano nei concerti di Porto Torres e La Maddalena. Il cantante tiene l’ultimo concerto il 22 settembre 2006 all’Anfiteatro Romano di Cagliari. Andrea Parodi muore di cancro alcuni giorni dopo, il 17 ottobre 2006, dopo una lunga lotta contro la malattia.

Piccolo, schivo, ma sorprendentemente adattabile: è il toporagno dai denti bianchi, e in Sardegna ne vive una sottospecie unica al mondo, la Crocidura russula ichnusae, presente nell’isola sin dal IV millennio a.C., come attestano i ritrovamenti nella grotta di Su Guanu. Questo minuscolo mammifero, lungo appena 9–13 cm e del peso di 7–15 grammi, è uno degli abitanti più antichi e discreti del territorio sardo.

Rasbak – Opera propria, CC BY-SA 3.0 – wikimedia

La Crocidura sarda è diffusa in quasi tutti gli ecosistemi dell’isola, dalle zone boscose fino a 1.000 metri di altitudine, incluse aree protette come l’Isola dell’Asinara. Predilige gli ambienti mediterranei: vive tra macchia, praterie asciutte e zone di transizione tra bosco e campagna, ma non disdegna neppure i giardini e le abitazioni rurali, dove si avvicina all’uomo.

La sua pelliccia è folta e di colore bruno-rossiccio sul dorso, sfumata nel grigio sul ventre, e ha il classico aspetto dei toporagni: muso allungato, occhi minuscoli, orecchie rotonde poco visibili e coda nuda, lunga circa la metà del corpo.

Foto Forestas

Una delle particolarità più sorprendenti della Crocidura è il “carovanamento”, osservabile anche nella sottospecie sarda. In caso di pericolo, o quando i piccoli iniziano a esplorare il mondo esterno, si dispongono in fila indiana, uno aggrappato all’altro, seguendo la madre in una sorta di minuscola catena in movimento.

Come altri Soricidi, la Crocidura emette suoni e ultrasuoni e i maschi diffondono un odore muschiato per marcare il territorio e attirare le femmine. È attiva sia di giorno che di notte, e anche se non va in letargo, può entrare in uno stato di torpore per ridurre il metabolismo nei periodi critici.

La stagione riproduttiva va da febbraio a settembre, con una pausa estiva ad agosto. Le femmine nate all’inizio della stagione possono già riprodursi nello stesso anno. Ogni parto dà origine a 2–6 cuccioli, con un massimo di 3–4 cucciolate nella stagione successiva. L’aspettativa di vita della Crocidura è breve, tra 20 e 30 mesi.

La Crocidura sarda non è attualmente a rischio di estinzione, ma è una delle specie più vulnerabili agli incendi. Quando un’area viene colpita dal fuoco, la ricolonizzazione può richiedere anche 5–6 anni. Per questo motivo è inserita nell’Allegato III della Convenzione di Berna (Legge 503/1981), che tutela le specie europee in pericolo.

La presenza della Crocidura russula ichnusae in Sardegna è un ulteriore tassello dell’incredibile biodiversità faunistica dell’isola, spesso trascurata ma fondamentale. Un piccolo mammifero che, silenziosamente, continua da secoli a vivere in simbiosi con il paesaggio mediterraneo, ricordandoci quanto anche le creature più piccole abbiano un ruolo importante negli equilibri naturali.