Sisaia, la donna vissuta 4000 anni fa: il suo scheletro fu trovato nella valle di Lanaitho
Lo scheletro completo di Sisaia, così venne battezzata dagli studiosi, venne ritrovato nel 1961. La donna, morta a 30 anni, visse nelle prime fasi dell’età del Bronzo e di salute non stava tanto bene: ci racconta la sua storia il paleontologo Daniel Zoboli.
La storia di Sisaia, la donna che visse in Sardegna 4000 anni fa: a raccontarcela è il paleontologo Daniel Zoboli: “Nella primavera del 1961 alcuni speleologi del Gruppo Grotte Nuorese (Bruno Piredda, Francesco Sanna, Tonino Pintori e Giovannino Murgia) organizzarono una spedizione nella valle di Lanaitho (Sardegna centro-orientale). All’interno di una grotticella aperta sulla parete rocciosa del Monte Gutùrgios (Dorgali), Francesco Sanna e Tonino Pintori si imbatterono in un interessante tesoro archeologico, lo scheletro di una donna pressoché completo che fu affettuosamente battezzata Sisaia.
I resti furono analizzati per la prima volta dal famoso antropologo Carlo Maxia nel 1968 e successivamente furono oggetto di studi approfonditi. Lo scheletro appartiene a una donna di bassa statua (appena 1,50 m) vissuta poco meno di 4000 anni fa (nelle prime fasi dell’età del Bronzo, Cultura di Bonnanaro) e morta all’età di circa 30 anni. La povera Sisaia non se la passava bene, sul suo scheletro sono infatti registrati i segni di una vita dura e sofferta: denti usurati, carie, problemi articolari alla colonna vertebrale, neoplasia localizzata nell’osso sacro e due fratture (ulna e scapola). A tutto ciò si unisce anche un intervento di trapanazione cranica, forse nel tentativo di lenire i suoi mali. La donna comunque sopravvisse all’intervento neurochirurgico che a detta degli studi condotti andrò in maniera impeccabile.
Chi vuole vedere lo scheletro di Sisaia e sapere di più sulla sua storia può farlo visitando il Museo Archeologico Nazionale Giorgio Asproni Nuoro”. Fonte bibliografica: Mara Sanna. Tratto da: Murru G. (2018). Sisaia – la principessa di Lanaitho. Antas, 21: 15-21.
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