Le more, i dolcissimi frutti del rovo selvatico: è tempo di raccoglierle e gustarle
Questo è proprio il periodo giusto per coglierle e gustarle. A voi come piacciono? Colte e mangiate oppure preparate come marmellata?
E’ periodo di more, deliziose, ricche di zuccheri e vitamine, molto apprezzate fresche e mature (colore scuro) o in marmellate o in yogurt. Frutti aggregati (frupe dette more) ciascuno contenente un semino, difficili da conservare. I pigmenti dei frutti sono utilizzati come coloranti per gli alimenti; inoltre frutti e foglie hanno proprietà astringenti e antiinfiammatorie. Il decotto di radici ha azione antireumatica ed è usato in gargarismi come disinfettante del cavo orale.
Le more hanno un contenuto nutrizionale ricco di fibra alimentare, 𝐯𝐢𝐭𝐚𝐦𝐢𝐧𝐚 𝐂, 𝐯𝐢𝐭𝐚𝐦𝐢𝐧𝐚 𝐊, 𝐚𝐜𝐢𝐝𝐨 𝐟𝐨𝐥𝐢𝐜𝐨 – una vitamina B, e il minerale essenziale 𝐦𝐚𝐧𝐠𝐚𝐧𝐞𝐬𝐞. Il 𝑹𝒐𝒗𝒐 𝒔𝒆𝒍𝒗𝒂𝒕𝒊𝒄𝒐 (spesso chiamato anche “comune” benché sia più propriamente il nome del 𝑅.𝑓𝑟𝑢𝑡𝑖𝑐𝑜𝑠𝑢𝑠) è uno dei “rovi da more” noto diffusamente come: 𝑅𝑜𝑣𝑜 𝑐𝑜𝑚𝑢𝑛𝑒, 𝑟𝑜𝑣𝑜 𝑐𝑎𝑛𝑖𝑛𝑜 𝑜 𝑟𝑜𝑣𝑜 𝑑𝑎 𝑚𝑜𝑟𝑒.
Si tratta di un arbusto spinoso delle ʀᴏꜱᴀᴄᴇᴇ, i cui frutti, come per il rovo comune, sono noti come 𝙢𝙤𝙧𝙚:
ha lunghi fusti scanalati ricurvi e spinosi e rami ricadenti o striscianti, che la pianta usa non solo per arrampicarsi ma anche come strategia difensiva. La presenza di questa pianta è indicativa di terreni profondi e leggermente umidi. È considerata infestante perché tende a diffondersi rapidamente e si eradica con difficoltà: non sono efficaci né il taglio né il fuoco (e persino gli erbicidi darebbero scarsi risultati, nella sciagurata ipotesi di voler usare questi prodotti inquinanti).
Tollera poco l’ombra degli alberi, e diffonde ai margini dei boschi e lungo i sentieri, nelle siepi e nelle macchie, tendendo a formare vere 𝙗𝙖𝙧𝙧𝙞𝙚𝙧𝙚 𝙞𝙣𝙩𝙧𝙖𝙣𝙨𝙞𝙩𝙖𝙗𝙞𝙡𝙞, soprattutto quando vegeta in associazione con la vitalba e la 𝘴𝘵𝘳𝘢𝘤𝘤𝘪𝘢𝘣𝘳𝘢𝘨𝘩𝘦 (salsapariglia) può creare dei grovigli spesso a danno della vegetazione arborea che viene in pratica aggredita e soffocata (situazioni spesso sintomo di un 𝙙𝙚𝙜𝙧𝙖𝙙𝙤 𝙗𝙤𝙨𝙘𝙝𝙞𝙫𝙤). Fonte Agenzia Regionale Forestas.
Foto di A. Boi, A. Saba
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