Rai 3 Sardegna è pronta a tornare con una nuova puntata della serie di documentari storici Turris e Biddas, questa volta con una tappa speciale ad Arbatax. Il programma, condotto dal giornalista e divulgatore Fausto Orrú, si propone di raccontare il patrimonio culturale e storico della Sardegna, concentrandosi sulle torri costiere e sui borghi che hanno segnato la storia dell’isola.

Al centro di questa puntata ci sarà la Torre San Miguel di Arbatax, una struttura che, come molte altre disseminate lungo le coste sarde, aveva un ruolo cruciale: difendere le popolazioni locali dagli attacchi dei Saraceni. Per secoli, queste incursioni minacciarono l’isola, e le torri costiere rappresentavano le prime linee di difesa contro i pericoli provenienti dal mare.

La scelta di dedicare una puntata alla Torre San Miguel non è casuale. Questo monumento non solo rappresenta un importante pezzo di storia sarda, ma simboleggia anche la tenacia e la capacità di resistenza degli abitanti dell’isola. Fausto Orrú, grazie alla sua esperienza e alla passione con cui affronta ogni argomento, saprà far emergere il valore storico e simbolico di questa torre, portando il pubblico in un viaggio nel passato di Arbatax.

Il programma Turris e Biddas è riuscito a conquistare il cuore dei telespettatori sardi, grazie al suo mix unico di divulgazione storica e valorizzazione del territorio. Con l’aiuto di esperti, storici e testimonianze locali, ogni puntata offre uno spaccato completo non solo sulle architetture e le funzioni originarie di questi luoghi, ma anche sulle vite di chi li ha abitati. La trasmissione ha il merito di riportare alla luce storie dimenticate e di collegare il passato al presente, dando voce a tradizioni che ancora oggi continuano a influenzare la cultura sarda.

La puntata dedicata alla Torre San Miguel sarà un’occasione imperdibile per conoscere meglio Arbatax.  Sarà anche un’opportunità per riflettere sul valore del patrimonio storico locale, che continua a raccontare la storia di un popolo che, per secoli, ha lottato per la propria sopravvivenza e identità.

Oggi Mahmood spegne 33 candeline. Nato a Milano nel 1992, all’anagrafe Alessandro Mahmoud, è tra i volti più amati della musica italiana contemporanea, con una carriera che lo ha portato a vincere per ben due volte il Festival di Sanremo.

Mahmood con la mamma Anna Frau

Seguito da quasi due milioni di fan su Instagram, Mahmood non è solo interprete: molti forse non sanno che è anche un raffinato cantautore e paroliere, capace di firmare testi per sé e per altri artisti. La sua scrittura, riconoscibile e intensa, si distingue per la capacità di fondere autobiografia, sonorità moderne e riferimenti culturali che parlano a un pubblico internazionale.

Se Milano è la città che gli ha dato i natali, la Sardegna è il luogo che gli ha trasmesso radici profonde. La madre Anna a cui il cantante è legatissimo, è originaria di Orosei, e l’infanzia trascorsa sull’Isola hanno contribuito a costruire quel legame identitario che spesso riaffiora nei suoi testi e nella sua sensibilità artistica.

A 33 anni Mahmood non è soltanto un cantante di successo, ma un artista a tutto tondo che ha saputo imporsi come voce originale e generazionale della musica italiana, portando il suo stile oltre i confini nazionali.