Fedez e la maxi-festa in Costa Smeralda, sbucano alcuni dubbi

Una maxi-festa, tantissimi invitati, musica e drink... Il problema che alcuni si stanno ponendo è: c’erano le autorizzazioni?
Su Wikipedia si legge: “Un recente party, organizzato e curato dal poliedrico artista Fedez, ne ha decretato il definitivo successo agli occhi del mondo: «Abbiamo fatto la storia della Costa Smeralda» le sue parole.”
Sì, perché il rapper avrebbe quindi organizzato una grande festa con tantissimi invitati proprio, appunto, in Costa Smeralda, forse nella villa dove sta trascorrendo le vacanze.
Il problema? Be’, i giornalisti Selvaggia Lucarelli e Gabriele Parpiglia vogliono fare chiarezza. La domanda che si pongono è: c’erano le autorizzazioni?
Un partecipante ha dichiarato di aver speso 100 euro per l’ingresso, drink esclusi – che, a suo dire, partivano da 30 euro l’uno.
Questo il testo che Gabriele Parpiglia ha scritto sui social:
“Oggi abbiamo fatto la storia della Costa Smeralda”. Così Fedez sui social esalta l’After party organizzato ieri nella (mega) villa affittata dall’artista in Sardegna.
Una festa a suo dire organizzata in 4 ore. Ma c’erano tutti i permessi? Ce lo chiediamo perché in questi casi c’è un puzzle di scartoffie da ricostruire: cosa succede quando si decide di fare tardi tra musica, balli e facendo pagare gli “invitati” tra 100 e 150 euro esclusi i drink? Abbiamo intervistato Pietro Muresu, presidente per la Sardegna del Silb, il sindacato di categoria che riunisce tutti i titolari delle discoteche. Dopo avergli spiegato per filo e per segno la faccenda, Muresu ci ha risposto: «Sicuramente trattandosi di una villa con quel numero di persone, possiamo essere nell’ambito di una festa abusiva e illegale ad alto rischio di sicurezza, oltretutto.»
«Se si tratta di una festa privata organizzata per più di mille persone, a giudicare dai video in rete, con un biglietto d’ingresso, diventa una festa completamente abusiva. Lo posso confermare: per quel numero di persone si dovrebbe muovere la commissione provinciale del pubblico spettacolo e suppongo che sotto Ferragosto non si siano mossi per fare questo tipo di verifiche.»
Per capire come il rapper avrebbe violato la legge, ci siamo fatti spiegare le normative dal dottor Graziano Cossu, capo della polizia che controlla le licenze dei locali pubblici:
«Immagini una matrioska. In primis la regola è questa: chiunque faccia una festa in una casa, in un’abitazione normale e mette della musica, è portato a rispettare il vicinato. Ma in questo caso, anche se non ci fosse stato il vicinato, si è pagato un biglietto in una casa privata, che si è tramutata in un’attività commerciale, quindi abusiva».
«Di solito si presenta una domanda al comune. Ormai le autorizzazioni non si chiamano più licenze, ma DUAP. Una persona manda una DUAP al comune dicendo: “Sto facendo una festa privata” e denuncia la propria strumentazione acustica. In questo caso la SIAE è l’ultima delle autorizzazioni, l’ultimissimo dei problemi. Il risvolto più grave è il disturbo alla quiete pubblica (articolo 659 del Codice penale). Ma non è tutto».

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