Lo sapevate? A Tertenia un tempo c’erano dei giacimenti di fluorite

In Ogliastra, già a metà dell'800, a Tertenia, questo minerale veniva estratto nei giacimenti di Mincineddu, Baccu 'e Sbirru e Su Engiu. Ecco tutti i dettagli
Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, la Sardegna divenne teatro di un crescente interesse per un minerale che avrebbe giocato un ruolo significativo nella sua economia mineraria: la fluorite. Questa pietra, conosciuta anche con i nomi di fluorina o spatofluore, è costituita da fluoruro di calcio ed è il più rilevante tra i minerali contenenti fluoro. L’Iglesiente, una regione storicamente ricca di giacimenti minerari, si trasformò nel cuore pulsante di questa nuova attività estrattiva grazie alla scoperta di importanti filoni di fluorite.
Questi giacimenti vennero prontamente sfruttati, portando a un’intensa attività mineraria che consolidò la fama della Sardegna come territorio cruciale per l’estrazione di risorse naturali. Il minerale, apprezzato non solo per la sua bellezza e le sue caratteristiche fisiche, ma anche per le sue applicazioni industriali, divenne uno dei simboli del rinnovamento economico della regione nel dopoguerra, contribuendo alla sua crescita e lasciando un segno indelebile nella storia mineraria dell’isola. Ma in Ogliastra, già a metà dell’800, a Tertenia, questo minerale veniva estratto nei giacimenti di Mincineddu, Baccu ‘e Sbirru e Su Engiu.
Come si racconta in “Studi ogliastrini” ( Ettore Gasperini Editore), la miniera di Su Engiu lavorava a pieno ritmo nel 1870. Il materiale, che era ritenuto di buona qualità, veniva poi trasportato a Porto Corallo, e imbarcata per il Continente. Il costo del trasporto era molto alto, perchè spesso avveniva con il carro a buoi, quindi questo business non durò a lungo. Motivo per il quale dopo alcuni anni di attività il cantiere venne chiuso e venduto a un ulassese.

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