Tutti pazzi per Alessandro Barbero: lo storico discute di storia di Sardegna al Salone del Libro di Torino

Salone del libro di Torino, Alessandro Barbero era ospite ieri di AES e Ilisso.
“Sull’isolamento, una parola che nella storia, per un’isola come la Sardegna, non dovrebbe trovare spazio.” Con queste parole, accolte da un fragoroso applauso di 1200 spettatori attenti, lo storico Alessandro Barbero ha inaugurato il suo intervento presso l’auditorium del Salone del Libro di Torino, ospite dell’Associazione degli Editori Sardi (AES) e della casa editrice Ilisso. Barbero, in un evento straordinario incluso nel programma ufficiale del Salone, ha saputo soddisfare le aspettative del pubblico. Attraverso la presentazione dei due volumi “Il tempo dei Vandali e dei Bizantini” e “Il tempo dei giudicati”, curati da Ilisso e arricchiti dalle contribuzioni degli storici Alessandro Soddu dell’Università di Sassari e Giovanni Serreli dell’Università di Cagliari, insieme alle archeologhe Sabrina Cisci e Rossana Martorelli, Barbero ha delineato un affascinante quadro della Sardegna medievale.
“La storia della Sardegna”, ha affermato Barbero, “va compresa come parte di un sistema in costante mutamento: che sia l’Impero Romano, il regno vandalo, l’Impero Romano d’Oriente, noto come bizantino, o il mondo dei comuni italiani di Pisa e Genova, o ancora il regno catalano-aragonese, la Sardegna è sempre stata inserita in un contesto che, da un lato, l’ha arricchita e, dall’altro, sfruttata. Non è corretto perpetuare lo stereotipo della resistenza sarda agli invasori”, ha continuato il medievista, “ma piuttosto riconoscere i continui contatti, le fusioni, e la globalizzazione mediterranea che hanno caratterizzato la storia dell’isola.”
Alessandro Soddu ha aggiunto che “il tempo dei Sardi non può essere ridotto a una sequenza di dominazioni. Esiste una complessità sociale che va oltre gli stereotipi e sfida l’idea che chi giunge dal mare porti solo rovina. Al contrario, spesso l’integrazione con nuovi regimi ha portato sviluppo e cambiamento.” Per Giovanni Serreli, “è fondamentale la collaborazione interdisciplinare tra storici, archeologi e paleoclimatologi. Quest’ultimi hanno dimostrato che la grave crisi che colpì l’isola nel Trecento non fu solo dovuta a carestie, epidemie di peste e guerre, ma anche a cambiamenti climatici.”
Rossana Martorelli ha spiegato che “l’ampio materiale è stato diviso in due volumi, che testimoniano l’integrazione della Sardegna nel sistema delle varie dominazioni.” Infine, Sabrina Cisci ha sottolineato l’importanza delle immagini nel rendere la storia accessibile a un pubblico più vasto.

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