«Sognavo di diventare cantante, mi sono poi innamorata delle api»: l’apicoltrice Valentina Sodde e la sua passione
«Api, pecore e maiali erano per me un mondo sconosciuto e lontano. Nonostante tutto, furono proprio le api a catturare la mia attenzione: suscitarono in me grande curiosità.» Un tuffo nel mondo di Valentina Sodde, innamorata delle sue api
Un miele unico, dal sapore intenso, prodotto da api che si muovono liberamente nella vallata di Perdessorris – da cui prende il nome l’azienda agricola dell’apicoltrice ilbonese di nascita ma lanuseina di adozione 37enne Valentina Sodde e del marito Maurizio Pistis.
Ed è proprio la donna che, dopo un iniziale “cambio di programma”, le alleva, con grande amore. Adesso, per un periodo breve e a causa di uno shock anafilattico, è ferma ma, come dice lei, “la passione è troppo grande, quindi non vedo l’ora – dopo aver affrontato il percorso di immunizzazione – di tornare in pista dalle mie api”.
Ma partiamo dalle origini, perché talvolta il destino scombina i nostri piani, rendendoli, se possibile, ancor più belli.
«Sognavo di diventare una cantante lirica,» racconta Sodde «ero pronta a dare il mio esame in Conservatorio quando all’improvviso incontrai un ragazzo, Maurizio. Di lì a poco, sarebbe diventato padre del mio primo figlio Fabio, poi mio marito.»
È grazie al suo Maurizio che Valentina si avvicina a questo mondo, visto che lui aveva già l’azienda agricola: «Api, pecore e maiali erano per me un mondo sconosciuto e lontano. Nonostante tutto, furono proprio le api a catturare la mia attenzione: suscitarono in me grande curiosità. Da subito la situazione si presentava complessa: io non sapevo distinguere nemmeno un’ape da una vespa, inizialmente, ma quel mondo così complicato mi faceva star bene e nonostante tutto decisi di affrontare la situazione.»
Il marito, impegnatissimo su altri fronti, non riesce a spiegarle bene tutto, ma Valentina è ormai innamorata di quei piccoli gruppi così organizzati: «Iniziai a documentarmi da sola» spiega «e scoprii il loro sistema di gerarchie. Ogni ape aveva il proprio compito, imparare tutto ciò per me e saperle distinguere – lo so, può far ridere, ma pensate che io venivo da un mondo diverso! – era per me un grosso traguardo.»
Non è subito facile per Valentina, tuttavia. Del resto, i percorsi più sudati sono quelli costellati da maggiori soddisfazioni. «Lacrime e crolli emotivi accompagnavano le mie giornate ma non mollavo. Col tempo iniziai a capire le prime tecniche, finalmente iniziai ad avere la mia prima famiglia di api.»
Da allora, 15 anni, un altro bimbo in famiglia, tantissima esperienza e un miele considerato buonissimo.
«La mia vita si divide tra orto, gregge e laboratorio. Con tanti sacrifici siamo riusciti a costruire un laboratorio dove invasettiamo il nostro miele, il prodotto che poi andremo a vendere racchiude ogni caratteristica del nostro territorio e racconta la bellezza che ci circonda.»
Un prodotto quanto più genuino e naturale possibile, spiega Sodde, anche grazie al territorio e alla sua preziosa biodiversità.
«Il nostro obbiettivo non è solo produrre miele, frutta e verdura ma soprattutto rispettare l’ambiente che ci circonda. Fattori climatici, pesticidi e tanto altro stanno distruggendo il mondo: dobbiamo intervenire subito o a breve per noi sarà la fine.»
E per il futuro? Be’, la Sodde è molto decisa.
«Nel mio futuro sogno di diventare una brava apicoltrice e imprenditrice, amo collaborare con le aziende del mio territorio e non solo… anche nutrirmi di tutto ciò che mi circonda affinché possa imparare e crescere. Devo ancora riuscire a immergermi bene in tante altre cose ma grazie alla mia umiltà e alla grande voglia di migliorarmi riuscirò sicuramente a raggiungere i miei obiettivi. Sogno di trasmettere questa passione ai miei figli.»
E chiude con un consiglio: «Mi permetto di rivolgermi a chi vuole avvicinarsi a questo mondo: cercate, per prima cosa, di capire se siete allergici al veleno d’ape e non solo, studiate, leggete, circondatevi di persone che possono darvi consigli preziosi e seguite il vostro percorso… il resto verrà da sé!»
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