Porto Rafael, incastonato nella pittoresca Punta Sardegna, a nord di Palau, è un borgo dalla bellezza senza tempo. Fondato nei primi anni ’60 da Rafael Neville, conte di Berlanga, questo villaggio mediterraneo è il risultato di una visione notturna avuta in sogno dall’artista spagnolo. Rafael Neville, nato a Malaga da una famiglia nobile, ha portato la sua creatività e il suo amore per l’architettura in diverse località, tra cui Torremolinos e Marbella, prima di scoprire la magica Sardegna nel 1958.

La Creazione di Porto Rafael

Rafael Neville, uomo di mondo e artista appassionato, ha iniziato il suo percorso immobiliare nella Costa del Sol, trasformando Torremolinos in un rifugio per celebrità europee. Tuttavia, il suo vero capolavoro si è sviluppato in Sardegna, a Punta Sardegna, dove ha acquistato due ettari di terreno nel 1960. La sua prima casa, “La Mitraglietta,” fu seguita dalla creazione di una piazzetta affacciata sul mare e da una serie di case bianche, realizzando il sogno di un piccolo borgo sul mare.

Rafael Neville, figlio di Edgar Neville e Margherita Rubiu Arguelles, crebbe in una famiglia intellettuale e nobile. Dopo aver lasciato la Spagna alla fine della guerra civile, ha vissuto in diversi paesi europei, immergendosi in lavori insoliti e seguendo la sua passione per la danza anziché diventare architetto come avrebbe desiderato il padre. Il suo impatto nella Costa Smeralda e in altri luoghi è stato notevole, contribuendo a creare luoghi d’incontro per la società più esclusiva.

La piazzetta di Porto Rafael, progettata personalmente da Rafael Neville, divenne il fulcro del villaggio, attirando personaggi famosi, artisti e nobili da tutto il mondo. Rafael creò un luogo dove l’architettura si fonde con l’arte, un elemento particolarmente evidente nelle sue creazioni artistiche, tra cui dipinti su tela, vetro e ceramica.

Rafael Neville non si fermò alla Costa Smeralda. Insieme al suo amico Paolo Riccardi, costruttore e figura chiave nella Costa Smeralda, si diresse a Gran Canaria per realizzare l’ultima visione: Puerto de Mogan. Grazie alla determinazione di Rafael e alle abilità manageriali di Riccardi, il progetto ebbe successo, creando un affascinante villaggio con architettura ispirata a quella spagnola.

Nonostante la sua morte nel 1996, Rafael Neville lascia un’eredità che continua a incantare. Porto Rafael è rimasto un luogo ricco di storia, arte e passione. La piazzetta, le case bianche e il “Municipio” testimoniano il sogno di un uomo che ha trasformato una baia in una realtà affascinante e intramontabile.

Porto Rafael, con la sua storia avvincente, è più di un semplice borgo mediterraneo. È un tributo all’estro e alla passione di Rafael Neville, un uomo che ha trasformato sogni in luoghi affascinanti, lasciando un’impronta indelebile sulla Costa Smeralda e oltre. Oggi, visitare Porto Rafael significa immergersi in un mondo di architettura incantevole, arte e una storia unica che continua a ispirare.

[FOTO: SARDEGNA TURISMO, PALAU TURISMO E CONSORZIO PORTO RAFAEL]

La Sardegna vanta tradizioni culinarie uniche, alcune delle quali lasciano i turisti letteralmente a bocca aperta. Tra le specialità più sorprendenti e insolite dell’isola, quattro piatti emergono per la loro stranezza e per l’originalità delle storie che li accompagnano.

Le orziadas sono piccole anemoni di mare che vivono lungo le coste sarde: con i loro tentacoli lunghi e velenosi, non sono certo facili da consumare e richiedono mani esperte per prepararli. I turisti che le hanno assaggiate raccontano di un gusto sorprendente, salmastro e leggermente dolce, che resta impresso nella memoria più per l’esperienza che per il sapore.

Il casu marzu, probabilmente il formaggio più controverso del mondo, è un pecorino fermentato fino a diventare “vivo”, con larve che aiutano la maturazione.

Casu marzu

Accanto a questa eccentricità, molti visitatori hanno scoperto anche sa pompia, un agrume autoctono simile al cedro, utilizzato per creare dolci e liquori dal sapore unico. 

Infine, su filindeu è forse il piatto più raro e affascinante dell’isola: una pasta sottilissima preparata con un procedimento antichissimo, quasi estinto, custodito da sole dieci donne in tutta la Sardegna. Tirata a mano e servita con un brodo delicato di pecora, questa pasta offre un’esperienza gastronomica unica. 

Foto di Eliot Stein

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