In Sardegna c’è un vulcano spento che eruttava fino a poco più di 100mila anni fa

Secondo gli studiosi questo è uno dei vulcani più giovani dell'Isola.
Siamo abituati a pensare che la Sardegna sia una terra molto diversa dalle vicine regioni italiane interessate da un’intensa attività vulcanica. Eppure questo è vero solo in parte.
Sì perché nell’Isola sono tanti i vulcani, più di 30 secondo le stime più attendibili, solo che nessuno di questi risulta attivo. Questo però è vero solo nel tempo in cui viviamo. Fino a non troppo tempo fa esistevano vulcani attivi e interessati da una discreta attività eruttiva.
Uno di questi si trova nel Logudoro, nel piccolo comune di Ittireddu (Sassari). Qui sorge il Monte Lisiri, un vero e proprio vulcano spento i cui paesaggi ricordano a tratti quelli dei cugini siciliani e campani, come l’Etna per esempio. Tutto intorno si trovano infatti i resti dei lapilli espulsi dalle eruzioni del vulcano.
Secondo gli studiosi questo è uno dei vulcani più giovani dell’Isola. Ne parlano nelle loro pagine di divulgazione su Facebook il geologo Luigi Sanciu e il paleontologo Daniel Zoboli. Entrambi sono concordi nel datare l’ultima eruzione del Monte Lisiri intorno a 120mila/100mila anni fa. Un fatto quindi piuttosto “recente” per la lunghissima storia del pianeta.
“Si tratta di un piccolo cono di scorie vulcaniche (trachibasalti) relativo al ciclo vulcanico plio-pleistocenico e che testimonia una delle ultime manifestazioni vulcaniche registrate in Sardegna – spiega Zoboli -. I fronti di cava hanno reso ben visibile la stratificazione delle scorie basaltiche di colore nero-rossastro risalenti, secondo alcune datazioni, a meno di 120.000 anni fa (inizio del Pleistocene Superiore)”.
“Fa sempre un certo effetto tenere in mano una…bomba – ha scritto Sanciu nella sua pagina pubblicando la foto di un frammento del Monte Lisiri -. Per fortuna parliamo di una bomba vulcanica, un frammento di lava ricco di gas, eruttato intorno a 100mila anni fa dal “vulcano” conosciuto oggi come Monte Lisiri (Ittireddu,SS). Mi preme ricordare che il sito è una cava attiva, quindi l’ingresso è vietato se non si dispone dell’autorizzazione dei proprietari”.
Come spiegato dal professor Sanciu il sito è interessato da molti anni da un’intensa attività estrattiva. Molti edifici della zona sono stati infatti costruiti con questa bellissima pietra vulcanica. Le visite sono organizzate periodicamente dal geologo Luigi Sanciu e dalla guida escursionistica e naturalista Gisella Arru con la collaborazione di Marco Scanu.
Qui le info per la visita: https://www.facebook.com/profile.php?id=100084729825702

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